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Rimini, Canuti tradizione italiana: rilancio da 7 milioni

da Redazione

«Rinnovando il dialogo con il mercato, non solo abbiamo mantenuto il portafoglio di clienti trasferitoci dalla Canuti, ma l’abbiamo ampliato in meno di 5 mesi così da farci considerare i 7 milioni di euro di fatturato nel 2013 un obiettivo raggiungibile nonostante le difficoltà legate allo start-up». È così che Denis Cecchetti, amministratore unico e direttore commerciale di Canuti Tradizione Italiana, esperto nella riorganizzazione di imprese, commenta i primi momenti dell’ambizioso progetto, iniziato a luglio 2012, di rilancio della Canuti, storica azienda riminese leader nella produzione di pasta fresca surgelata, posta in liquidazione a seguito di default finanziario.

«Con un tasso di insoluti ben al disotto dell’1% del fatturato, in un periodo così difficile per le imprese e le famiglie, la clientela non solo ci ha voluto confermare apprezzamento per il prodotto e dare fiducia al nostro piano di rilancio industriale, ma ha anche voluto tutelarsi dal rimanere ostaggio dell’altro player di riferimento del comparto, segno che la concorrenza è un bene per tutti». Dopo investimenti per potenziare gli impianti e il sistema informativo aziendale, con un fatturato di 2,6 milioni di euro al 31 dicembre l’azienda è già in utile, e punta ora a mettere in atto una serie di importanti azioni commerciali all’estero con il sostegno finanziario delle banche del territorio.

«Anche il sostegno dei dipendenti è stato fondamentale: accettando di mettere in discussione ruoli, abitudini e compensi, hanno dato forza ad un percorso di riorganizzazione che non ha escluso nessuna persona né alcun processo aziendale. Stiamo già riconoscendo i meriti delle persone in posizione chiave e proseguiremo nella valorizzazione delle competenze in azienda».

Ma non è tutto. Lavorare sui mercati esteri porta con sé nuove sfide e opportunità di crescita. «La qualità del prodotto e la flessibilità per cui è nota Canuti da decenni ha attirato l’attenzione di un player tedesco, che sta valutando la partecipazione al capitale di Canuti Tradizione Italiana per darle slancio nel rafforzare le vendite nei Paesi già serviti, saturando il potenziale produttivo (15 milioni di euro) dello stabilimento di Rimini».

«La costituzione di Canuti Tradizione Italiana – spiega Denis Cecchetti – ha permesso

di ridare prospettiva ad un marchio storico del territorio, valorizzando gli asset aziendali e in particolare di proporsi come opportunità di lavoro per circa 40 persone, di cui 26 dipendenti». Fra le principali azioni che il nuovo Management sta implementando per raggiungere l’obiettivo dei 7 milioni di euro ci sono: la completa ristrutturazione della rete di vendita italiana ed estera; l’introduzione di una nuova gamma denominata Le Riscoperte di Canuti, con farina macinata a pietra; la nuova ricettazione di prodotti strategici; la revisione delle condizioni contrattuali di fornitura; gli investimenti per l’aggiornamento del sistema informativo aziendale e degli impianti.

«Grazie all’azione strategica dello Studio guidato dal Ragionier Boldrini, che ci sta affiancando in questo percorso di rilancio, abbiamo fin da subito ricevuto la fiducia da parte di tre banche del territorio (CARIM, BPER e Banca di Rimini) – spiega Denis Cecchetti –, che hanno dato linfa al nostro piano industriale, focalizzato soprattutto sullo sviluppo delle vendite sul mercato europeo, dove Canuti Tradizione Italiana è fra i primi 5 laboratori di pasta fresca surgelata al top di gamma».

Canuti Tradizione Italiana ha consentito la rinascita di una realtà che affonda le sue origini nel 1950 e che oggi offre ad hotel e ristoranti una gamma di pasta fresca surgelata che pochi competitor possono vantare. Un portafoglio clienti distribuito in 22 paesi, per il momento al 69% in Italia, dove vanta clienti come MARR del Gruppo Cremonini, e la restante parte fra Europa, USA e Giappone. I prossimi anni apriranno l’azienda ad una visione più internazionale ma saldamente fedele alla tradizione pastaia italiana.

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