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Gli esiti della Commissione Congiunta San Marino – Repubblica Ceca

da Redazione

San Marino, gli esiti della seduta congiunta tra una delegazione della commissione Finanze con una delegazione della commissione Bilancio della Camera dei deputati della Repubblica Ceca.

SAN MARINO – La seduta congiunta tra una delegazione della commissione Finanze con una delegazione della commissione Bilancio della Camera dei deputati della Repubblica Ceca si è aperta con l’indirizzo di saluto del presidente Federico Bartoletti, cui è seguito quello del collega ceco Pavel Suchànek. La parola è poi passata ai rappresentanti delle due delegazioni. La seduta si è conclusa con una dichiarazione congiunta approvata all’unanimità, di seguito riassunta.

“Le due commissioni parlamentari hanno constatato le ottime relazioni internazionali bilaterali (…) e la fruttuosa collaborazione tra i due governi nell’ambito delle maggiori organizzazioni internazionali (…);

hanno rilevato come in tale ambito si siano sviluppate e intensificate le occasioni di conoscenza e cooperazione (…);”

hanno considerato come gli incontri bilaterali avuti (…) abbiano dato atto della volontà e opportunità di intensificare le relazioni economiche e finanziarie bilaterali (…);

tutto ciò premesso

le due commissioni (…) nell’intento di favorire un’ulteriore intensificazione delle relazioni bilaterali, specie a livello economico e finanziario, hanno innanzitutto espresso la convinzione che essa potrebbe essere fortemente aiutata dalla stipula di un accordo bilaterale contro le doppie imposizioni fiscali (Dta). Tale accordo potrebbe dare inizio a rapporti economici e commerciali più intensi (…).

Considerano altresì importante favorire la collaborazione in campo finanziario, anche con particolare riferimento ai rapporti tra le rispettive Banche centrali.

Auspicano un approfondimento della collaborazione reciproca anche attraverso una maggiore conoscenza di ciascuno dei due Paesi nell’ambito dei mezzi di comunicazione. Così come l’ampliamento della collaborazione nei campi dell’educazione, della cultura e del turismo”.

 

Di seguito un riassunto dei lavori.

Federico Bartoletti, Pdcs, presidente di commissione: “E’ un onore e un piacere per la Repubblica di San Marino ospitare una delegazione di parlamentari della Repubblica Ceca. E’ la prima volta e auspichiamo che possa essere la prima di una serie di iniziative per consolidare i già ottimi rapporti tra i due Stati. Rapporti che di recente hanno trovato conferma nella visita ufficiale del segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, conclusa con la firma dell’accordo per lo scambio di informazioni.

Il rapporto bilaterale si è arricchito di nuove opportunità che, ritengo, debbano essere coltivate perché di comune interesse e di oggettiva valenza. Sarebbe inoltre auspicabile la stipula di un accordo per evitare le doppie imposizioni fiscali.

Auspico che il confronto di oggi possa essere costruttivo e confermare così la condivisione di valori e di ideali che trovano radici nella nostra civiltà e nella nostra storia”.

Pavel Suchànek, presidente di commissione: “Per quanto riguarda l’accordo contro le doppie imposizioni, siamo intervenuti nella nostra commissione Finanze per accelerarne l’iter. Purtroppo per predisporre l’accordo ci vuole più tempo rispetto all’organizzazione di un viaggio a San Marino”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: “Desidero rivolgere un sentito ringraziamento e saluto di benvenuto ai colleghi della commissione parlamentare della Repubblica Ceca. Anche oggi questo confronto, avviato dal segretario di Stato per gli Affari esteri con la sua visita precedente, continua ad avere un valore politico importante per la nostra realtà. Perché la Repubblica di San Marino, dal 2008, ha ripercorso una serie di relazioni con Paesi come la Repubblica Ceca per adeguarsi da un punto di vista internazionale e per andare a ricollocarsi nel mondo come interlocutore credibile. Non è stato sempre facile e non lo sarà in futuro.

Determinante sarà la lotta contro il riciclaggio, l’evasione e la malavita organizzata. San Marino come tanti altri Paesi industrializzati vive una crisi dovuta all’andamento dei mercati internazionali che condiziona tutta un’azione politica, ma sono sicuro e accolgo con fiducia questo rinnovato rapporto tra i nostri due Stati. Nell’attesa di vedere che San Marino e Repubblica Ceca siano davvero capaci di mettere in campo iniziative politiche per rimuovere situazioni che si stanno aggravando anche nei nostri due Paesi e per portare benefici di carattere sociale ed economico. Auspico che questa visita sia preludio di una lunga collaborazione tra i due Paesi”.

Pavel Suchànek, presidente: “Cerchiamo di non ripetere che siamo due piccoli Paesi, perché finiremo per crederci davvero. I problemi che dovremo risolvere insieme non sono tipici dei Paesi piccoli, ma dei Paesi che si trovano in Europa. Ora lei ha parlato di varie cose, riguardo all’accordo sulle doppie imposizioni, nella dichiarazione congiunta finale vi dovrebbero essere altri punti.

Dovremo chiedere ai rispettivi governi di intensificare contatti e accordi sulla collaborazione economica , industriale e per una lotta efficace contro l’evasione fiscale. Infatti, penso che sia una cosa molto bella quello che stiamo iniziando. Ritengo si debba continuare, a prescindere dal risultato delle elezioni parlamentari nei rispettivi Paesi.

 

I parlamentari cechi hanno rivolto alcune domande ai commissari sammarinesi: “Durante l’incontro con il vostro segretario di Stato, quando si parlava di risparmi e tagli che avete dovuto fare, quali voci di bilancio hanno riguardato questi tagli? Per riequilibrare il bilancio siete dovuti ricorrere ad aumenti delle imposizioni fiscali?”. “Durante il nostro incontro precedente ci è stato detto che San Marino stava predisponendo una riforma fiscale, vorrei sapere in che cosa consiste”.

Massimo Cenci, Nps: “Questa è una commissione molto attiva e collaborativa, tante volte abbiamo raggiunto risultati o all’unanimità o con una maggioranza ampia. Sarà presentata prossimamente la riforma fiscale che è molto complessa. Con questa nuova legge avremo un accertamento fiscale più aggressivo e un sistema di dichiarazione totalmente trasparente. Ciò consentirà non solo di realizzare la lotta all’evasione, ma di affrontare ancora meglio la lotta alla criminalità organizzata, che per noi è una priorità. Quando abbiamo avviato la riforma fiscale abbiamo cercato di introdurre misure che possano incidere meno su fasce di popolazione con redditi più bassi e incidere di più su fasce alte o su quelle che, in base alla precedente legislazione, non venivano colpite. A fronte di interventi che hanno alzato la base imponibile, sono state introdotte innovazioni sulla tax area, oppure agevolazioni fiscali per chi ha figli e famiglie numerosi. Sui tagli fatti, la scelta finora è stata di non incidere sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici, ma nel contempo è stata fatta una riforma della Pa con una riduzione dei costi di struttura”.

Denise Bronzetti, Psd: “Il nostro Paese deve affrontare emergenze e intervenire con delle grandi riforme. E’ finito un modello economico e occorre trovarne altri, compatibili con le regole internazionali. Per quanto riguarda i tagli applicati per sanare il bilancio, hanno toccato alcune indennità dei dipendenti pubblici, le pensioni d’oro, la politica e il finanziamento ai partiti. Rispetto alle riforme in parte attuate o da fare, incidono troppo sui lavoratori dipendenti, che sono tassati come quelli autonomi. E così si va verso uno sciopero generale.

Le riforme sono troppo sbilanciate e siamo in forte ritardo sul nuovo modello economico”

Pavel Suchànek, presidente di commissione: “La giustizia non esiste mai, soprattutto per quanto riguarda le tasse. Ci sono tre categorie: persone fisiche, giuridiche e lavoratori dipendenti, e ora vorrei parlare delle libere professioni. Ho anche sentito parole in contrasto: un sistema trasparente e complesso. Il Parlamento approva una legge fiscale talmente complessa che un libero professionista scafato troverà sempre delle scappatoie. Il mio partito è a favore delle libere professioni e ha cercato di creare un sistema forfettario, anche perché alcuni vantaggi sono impossibili da abolire. Tutto ciò ci costa 15-18 miliardi di corone ceche, 25 fanno un euro. La strada sarebbe quella di stabilire un’imposta minima, diciamo 40 euro al mese. Con 800 mila professionisti, di cui un terzo non paga tasse, potremmo raggiungere la cifra necessaria. Da voi esiste un’imposta minima?”.

Stefano Palmieri, Ap: “E’ stata istituita una minimum tax per le persone giuridiche, non per le libere professioni, un anticipo di quella che sarà la dichiarazione dei redditi. Se la società ha un reddito superiore pagherà di più, se avrà una perdita, dovrà dimostrarlo e, in caso, gli verrà restituita. Per le libere professioni avevamo un doppio regime, potevano scegliere tra aliquota professionale o progressiva”.

Frantisek Laudàt: “Vedo le cose diversamente dal mio collega di opposizione. La Repubblica Ceca combatte con il problema dell’invecchiamento della popolazione, che pesa sul sistema delle pensioni.. Voi state cercando di rilanciare la vostra economia, ma avete un problema con l’invecchiamento?

Per le vostre banche e banchieri sono arrivati tempi diversi, avete allora dei progetti concreti per fondare il vostro sistema su basi diverse? E diventare magari delle ‘tigri’ in qualche settore come i fondi di investimento e l’High tech?”.

Pavel Suchànek, presidente di commissione: “Se lasciassi a miei due figli dei debiti giocando al casinò, scommettendo e comprando auto di lusso, mi farebbero rinchiudere per incapacità di intendere e volere”.

Vanessa Muratori, Su: “Il Pil non è una misura della ricchezza, serve un indicatore che tenga conto del benessere. San Marino ha una storia di solidarietà. Come dimostrano l’Iss e il modello pensionistico. Il nostro modello economico si è basato troppo sull’evasione fiscale italiana. Ma non ci piace una riforma tributaria che fa pagare meno tasse a chi è più ricco e colpisce i lavoratori dipendenti. Siamo anche per una diversa collocazione internazionale, nell’Ue, contro la tiranni internazionale”.

Peter Jlìnek: “Uno scrittore ceco negli anni ’20, Karel Capèk, scrisse che la gente si è creata lo Stato per le proprie necessità. Dovremo chiederci se stiamo facendo questo perché ogni giorno

cerchiamo di rattoppare le cose e alla sera, ascoltando la radio, mi chiedo ma che cosa abbiamo approvato? Vogliamo continuare sulla strada della crescita o andare sulla strada del miglioramento della qualità della vita?

Nel nostro Paese avvengono discussioni su quella che deve essere la base del sistema impositivo. La maggioranza é in favore delle imposte indirette, noi di quella diretta e progressiva. Anche noi siamo in favore di un bilancio in pareggio, solo che non pensiamo debba costituire un totem, bisogna distinguere caso per caso. E’ chiaro che il sistema va ammodernato, ma visto che si tratta di un investimento per le generazioni future, crediamo si possa fare un progetto finanziato con il credito. Crediamo per esempio nel sostegno dello Stato per i mutui edilizi. Il sistema mutuo agevolato che c’era in Repubblica Ceca è stato ristretto e questo riteniamo non sia stato positivo. Siamo in favore della riduzione del costo della Pa, anche riducendo il numero dei dipendenti pubblici, da noi sono 470 mila e sono tanti. Ma va tenuto conto dello spoil sistem. Prima di arrivare alle elezioni un funzionario è terrorizzato, perché se cambia governo e l’amministrazione della provincia può essere mandato via seduta stante”.

Angela Venturini, Mod: “Sono una libera professionista che ha sempre pagato le tasse con una percentuale maggiore rispetto a quella dei lavoratori dipendenti. La strade dello sviluppo economico non è contrapposta a quella della qualità della vita. Voi parlate di riduzione dei dipendenti pubblici e dei loro stipendi per raggiungere il pareggio di bilancio, da noi è tabù solo parlarne. Dobbiamo studiare altri strumenti per sanare un bilancio improntato su un’economia non più ricca che va ridisegnata.

L’invecchiamento della popolazione è un problema, anche se è positivo l’allungamento della vita. Abbiamo fatto inoltre una riforma delle pensioni che ci mette in sicurezza per i prossimi 40 anni. Rispetto a voi, noi abbiamo l’euro con tutte le sue difficoltà e come settori puntiamo su turismo e commercio, universtà e parco scientifico-tecnologico, telecomunicazioni.

Su quali settori possiamo collaborare? Anche csulla criminalità organizzata?”.

Federico Pedini Amati, Psrs: “Avrete notato che, come nella migliore tradizione, tra maggioranza e opposizione non si va mai d’accordo. A mio avviso, il problema che vive San Marino oggi, vista la crisi internazionale, è la mancanza di un progetto economico di rilancio. San Marino territorialmente è inserita in Italia, il primo rapporto di collaborazione e buon vicinato deve essere con la vicina Italia, un accordo che tarda ad arrivare abbiamo perso troppo tempo nel ricercare un’economia nuova. A proposito del settore bancario, San Marino ha vissuto in passato grazie a depositi in arrivo dall’estero, attraverso regole diverse da quelle di oggi. Per questo il sistema soffre. San Marino deve puntare sull’appeal del settore turistico e commerciale. Bisogna ricercare un ammodernamento del Paese su quei punti che portano a fare vacanza all’estero. A livello di tagli nella Pa, si è avuto molto poco coraggio su questo a San Marino, non si possono licenziare persone, ma potrebbero esserne assunte di nuove. A San Marino ci sono 5.500 dipendenti pubblici su 18 mila maggiorenni, quasi un terzo dei maggiorenni sono sotto la Pa. Nel vostro Paese qual è la proporzione?”

Pavel Suchànek, presidente di commissione: “Su 12 boemi, uno è dipendente pubblico. Per una maggiore interconnessione tra le economie dei due Paesi è necessario individuare i settori dove si può più collaborare. Oggi abbiamo organizzato un incontro tra le due Camere di commercio e un collega dell’opposizione ha detto con dispiacere che manca un modello economico da seguire per San Marino. Io risponderò l’opposto, negli ultimi 20 anni si è sviluppato un sistema di ridistribuzione dei mezzi finanziari e, attraverso l’Ue, su questo decidono ben 120 mila funzionari. Se a questo aggiungiamo le concessioni fatte ai sindacati, arriviamo alla conclusione che la nostra manodopera è troppo cara. Questo è il problema dell’attuale modello economico”.

Nicola Selva, Upr: “Riprendo il concetto del presidente ceco che una riforma fiscale complessa lascia spazio a liberi professionisti molto furbi. Spero quello che lei ha detto sia di insegnamento per la nostra maggioranza. Credo che il dipendente pubblico e privato sia quello che sempre deve pagare le tasse in toto. Nonostante l’introduzione di una minimum tax, una riforma come quella introdotta a San Marino non raggiunge gli standard di equità. Anch’io devo dire che ad oggi manca un nuovo modello di sviluppo a San Marino. Anche se si parla di ambiti in cui si potrebbe sviluppare, non c’è nulla in campo. Serve poi una nuova collocazione a livello internazionale”.

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