Home NotizieSan Marino Rondelli (ANIS) a San Marino Futura: parola d’ordine “riscatto”

Rondelli (ANIS) a San Marino Futura: parola d’ordine “riscatto”

da Redazione

Paolo Rondelli ANIS

C’era anche Paolo Rondelli, Presidente ANIS, tra i relatori al convegno San Marino Futura. Rondelli non ha mancato di bacchettare la politica e ha lanciato diverse proposte concrete per il rilancio dell’economia sammarinese.

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SAN MARINO – C’era anche Paolo Rondelli, Presidente dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese, tra i relatori del convegno “San Marino Futura – un modello di sviluppo per il Paese, un progetto di sviluppo per le persone”, organizzato dalla Segreteria di Stato al Lavoro e andato in scena lunedì 27 febbraio al Teatro Titano di San Marino.

Il Presidente Rondelli ha parlato a tutto campo delle necessità delle imprese per uscire dalla crisi, ma ha anche lanciato diverse proposte concrete. Non sono mancate le stoccate alla politica e un pungolo al sindacato per andare a stringere sui rinnovi contrattuali.

 

L’invito iniziale è stato comunque all’unità d’intenti, un prerequisito indispensabile per il Presidente degli Industriali: “Dobbiamo rimboccarci le maniche, tutti quanti, andando a cancellare una volta per tutte le troppe inefficienze con cui ci troviamo a fare i conti e, nel contempo, dobbiamo lavorare sugli asset competitivi sui quali dovrà poggiare saldamente lo sviluppo del nostro Paese, per conquistare un nuovo ruolo sugli scenari internazionali”.

 

Il punto di partenza, naturalmente, dev’essere la normalizzazione dei rapporti italo-sammarinesi. Per Rondelli “la recente lettera del Premier Monti è un segnale incoraggiante”.

Il numero uno degli Industriali ha anche spinto l’acceleratore sulla lotta all’illegalità, con la richiesta di un potenziamento degli strumenti e di una sempre più stretta collaborazione con gli organismi italiani e sovranazionali.

Quindi il filone della lotta al costo eccessivo della Pubblica Amministrazione e dell’ingiustificata burocrazia, temi che, va rimarcato, al convegno hanno dato vita ad un vero e proprio coro di richieste alla politica per una situazione ritenuta da molti insostenibile.

 

“Oggi – ha detto Rondelli alla platea – le nostre imprese operano in un contesto sistemico poco efficiente. Fra le cause anche un apparato pubblico che ha perso il passo rispetto alla modernizzazione dei servizi. Anziché essere i precursori dell’era digitale siamo il solito fanalino di coda. Siamo sommersi dalla carta e, quasi sempre, sorretti da una informatica vecchia che divide anziché unire. Spesso mancano le competenze e il processo decisionale è lento e difetta di determinazione e concretezza”. E ancora, sempre sul tema, “gli altri corrono noi passeggiamo e siamo anche in grande affanno”.

Le imprese, per Rondelli, “si sono ristrutturate, modernizzate, guardano al futuro. Invece noi, come sistema, offriamo loro regole vecchie ed inadatte alla sfida competitiva”.

 

Tra le accuse alla politica quello di aver spesso favorito gli sprechi come mezzo di consenso, un modo di fare che mortifica e, auspica Rondelli, “prima o poi diventerà finalmente anche penalmente sanzionabile”.

Ecco dunque le proposte dell’ANIS: “Occorre intervenire con una vera e propria riforma delle istituzioni, per ripristinare equilibrio e ordine nella vita pubblica del nostro Paese. Nuove regole e nuove attribuzioni di competenze fra Governo e organi di controllo per esaltare quelle autonomie tipiche delle democrazie, come ad esempio quella della giustizia, che però deve diventare davvero efficiente. Una Banca Centrale autorevole e meno costosa. Nuove regole per la gestione e il controllo del bilancio pubblico. Nuove regole per la trasparenza degli atti pubblici e sugli appalti. Nuovi compiti per il Consiglio dei Dodici e per le Giunte di Castello”.

ANIS boccia la recente riforma della PA e non a caso proprio in questa tornata del Consiglio Grande e Generale si discuterà un’Istanza d’Arengo nata dalla realtà degli industriali che chiede di intervenire per ridurre le spese e aumentare l’efficienza della macchina pubblica. Che oggi incide grandemente sulla spesa corrente, stabilmente sopra il 90%.

Paolo Rondelli ha ribadito il no dell’Associazione all’indebitamento dello Stato, “in ragione della sua dimensione economica e per gli strumenti di gestione del debito che non le consentirebbero in alcun modo di affrontare e gestire una rilevante esposizione debitoria”. E si pone una domanda, retorica: “Ma quello che pensano cittadini ed imprese non conta mai nulla?”

Il numero uno dell’associazione di via Gino Giacomini auspica il rapido varo di un’equa riforma fiscale. “Parallelamente, invochiamo da tempo la necessità del passaggio al sistema IVA, e nello stesso tempo “una cabina di regia ed un centro di spesa unico per le politiche di sviluppo”. “Apprendo con piacere che anche il Segretario Mussoni condivide queste idee che sosteniamo da tempo – ha detto Rondelli – e quindi gli chiediamo di convincere anche il resto del Governo su questo passaggio fondamentale”.

 

E poi c’è il capitolo riguardante il rilancio dell’economia di San Marino. “Mantenere una fiscalità leggera non può restare l’unico nostro punto di forza. Un mercato del lavoro meno ingessato è indispensabile, così come è indispensabile aumentare la competitività. Le nostre imprese alle istituzioni chiedono di lavorare in un ambiente favorevole fatto di regole chiare e certe, senza ostacoli ‘inutili’ sul loro cammino, per poter concentrare tutte le proprie energie nel loro mestiere”.

 

 

RONDELLI: IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO

 

 

Contratti. “Da tempo cerchiamo un nuovo modo di fare relazioni sindacali. Qualcosa si muove ma molto lentamente. Le Organizzazioni Sindacali potranno essere molto importanti solo se saranno capaci di accettare la sfida del cambiamento e dell’innovazione senza paura e senza quegli steccati ideologici che danneggiano tutti, imprese e lavoratori. “L’obiettivo da condividere è quello della flessibilità e della assoluta necessità di aumentare la produttività delle nostre imprese”. La fiducia è sopravanzata però dal timore che i tempi siano troppo lunghi rispetto alle attese delle imprese.

 

Infrastrutture. Anche qui le proposte non mancano. E il privato, ha ribadito Rondelli, è pronto a fare la sua parte affiancando il pubblico per “quegli interventi che si stabiliranno come prioritari per modernizzare il Paese”. In quali campi: “implementiamo, finalmente, le attività legate all’aeroporto internazionale Rimini San Marino. E ancora, la nostra Repubblica può diventare un punto di riferimento anche culturale, come terra dell’arte e degli artisti che condividono i valori fondanti del nostro Paese. È altrettanto importante rendere San Marino sempre più autonomo in alcuni ambiti, come lo smaltimento dei rifiuti e l’approvvigionamento delle risorse idriche. Abbiamo chiesto di predisporre un progetto speciale per contrastare la gravissima crisi che colpisce il settore delle costruzioni ed immobiliare. Le nostre proposte che mirano a regolamentare l’apertura del mercato ai non residenti potrebbero dare avvio al recupero di risorse finanziarie preziosissime, oggi immobilizzate, che contribuirebbero a rilanciare l’intera economia del Paese. E poi c’è il Parco Scientifico e Tecnologico, una grande opportunità per l’intera nostra Repubblica, che se non partirà subito rischia di restare un’altra opera incompiuta”.

 

In conclusione, per Paolo Rondelli e per gli Industriali sammarinesi, la parola d’ordine, oggi, dev’essere ‘riscatto’. E per il riscatto occorre “lavorare a testa bassa, con coesione e lucidità, per far fruttare tutte le nostra potenzialità. Dobbiamo fare leva sulle nostre eccellenze, liberando le idee da una sorta di statalismo sprecone, utile solo a quella vecchia politica che vuole conservare privilegi per distribuirli secondo le proprie convenienze. Un sistema che i cittadini non tollerano più”. “Siamo chiamati a compiere una vera e propria rivoluzione culturale prima ancora che economica. Ma con una consapevolezza: l’obiettivo, pur molto ambizioso, è alla nostra portata”.


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