Home NotizieMondo Medio Oriente, dopo 10 mesi è scaduta la moratoria sulle costruzioni

Medio Oriente, dopo 10 mesi è scaduta la moratoria sulle costruzioni

da Redazione

Il primo ministro israeliano Netanyahu ha invitato il presidente Abu Mazen a non abbandonare i colloqui. La controparte palestinese resta però ferma sulle sue posizioni: “Israele congeli gli insediamenti”.

E’ scaduta alla mezzanotte di ieri la moratoria durata dieci mesi sulle nuove costruzioni negli insediamenti in Cisgiordania, ma il leader Palestinese Mahmoud Abbas chiede che venga prolungata. Al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che lo ha prontamente invitato a non abbandonare le trattative appena riprese “per raggiungere uno storico accordo tra i nostri due popoli”, Abbas risponde che la conditio sine qua non per la ripresa dei colloqui è che Israele ‘congeli’ gli insediamenti, per cui riprendere le trattative prima sarebbe una “perdita di tempo”. Deciso più che mai a ritardare le decisioni sul proseguimento delle trattative, il leader palestinese annuncia inoltre che per una risposta ufficiale a riguardo, bisognerà aspettare la prossima settimana, quando la Lega Araba si riunirà al Cairo. “Solo allora – spiega il leader – potremmo essere in grado conoscere chiaramente quale sia l’opinione dei palestinesi e degli arabi”. Chi invece non perde tempo sono i coloni israeliani che nel frattempo hanno ripreso la febbrile attività di costruzione. I media israeliani riferiscono, infatti, di bulldozer al lavoro nell’insediamento di Adam, nella Cisgiordania settentrionale, a Oranit e ad Ariel. La moratoria parziale sulle nuove costruzioni che ha ottenuto il sì di Israele nel Novembre del 2009 anche grazie alle sollecitazioni di Washington, stabiliva il divieto di costruire nel West Bank, zona occupata da Israele dal 1967. Dal momento che tale divieto non è mai stato applicato negli insediamenti ad est di Gerusalemme, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha quindi richiamato Israele a estendere la moratoria poiché questa decisione “avrebbe fatto la differenza sul territorio e migliorato l’atmosfera per le trattative”. Attualmente, sono circa mezzo milione gli ebrei che vivono “illegalmente” negli oltre 100 insediamenti costruiti a partire dall’occupazione israeliana della West Bank e della parte est di Gerusalemme.

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