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Tariffe energetici, chiesti all’Autorità aumenti superiori al 100%

da Daniele Bartolucci

Da una parte gli aumenti delle tariffe, dall’altra il piano per aumentare la produzione di energia per diventare maggiormente autonomi rispetto a quelle dinamiche di mercato (e della geopolitica) che obbligano l’AASS a chiedere tali aumenti. Il tema degli energetici diventa sempre più una priorità per San Marino, un’emergenza che rischia di diventare insostenibile. Cosa di cui ne è consapevole il Governo e in particolare il Segretario competente, Teodoro Lonfernini: “Il primo punto è mettere in sicurezza il bilancio dell’Azienda, che è di tutti i sammarinesi ed è fondamentale per i servizi che eroga a cittadini e imprese. L’altro punto è quello di riprogettare le politiche energetiche del nostro Paese affinché si esca dalla totale dipendenza dall’esterno: il Governo ha nominato un gruppo di lavoro, affidandosi a degli esperti della transizione energetica, per sviluppare questo progetto. Si è partiti come detto dal fotovoltaico, con una mappatura di tutto il territorio, individuando aree e immobili su cui si possano installare i pannelli. Oggi viene prodotto solo il 5% del fabbisogno da questi impianti, abbiamo stimato che potremmo raggiungere in pochi mesi una quota del 18%. Un obiettivo importante, ma sia chiaro: non avremo mai da questa fonte rinnovabile il 100% di ciò che ci serve. Quindi occorre agire anche su altri campi ed è ciò che stiamo studiando in questo momento”. Nel frattempo, spiega Lonfernini, “occorre premunirsi a livello contrattuale, come abbiamo fatto per il gas con l’accordo per la copertura finanziaria, che è un buon accordo, ma che non ci assicura la fornitura. Su questo punto occorre però essere chiari”, ha sottolineato Lonfernini: “San Marino non ha alcun problema di approvvigionamento. E’ ovvio che dobbiamo rivolgerci al mercato, ma finché c’è gas disponibile, San Marino ha il gas. Se non dovesse esserci, il problema sarebbe di tutt’altra natura, perché a quel punto non ce ne sarebbe per nessun Paese dell’area europea, non solo per San Marino. Questo è ciò che tutti, a partire dalle grandi diplomazie internazionali, stiamo lavorando per evitare”.

LE NUOVE TARIFFE SARANNO VARIABILI

Come noto, la procedura per il cambio tariffario segue un iter previsto dalla normativa e che vede in prima battuta la richiesta dell’AASS all’Autorità, poi sarà l’Autorità a deliberare in merito alla richiesta, concedendo tutto o in parte l’aumento richiesto. “L’Azienda ha già inoltrato ufficialmente la richiesta all’Autorità”, spiega Lonfernini, “anticipandola tramite incontri tecnici durante i quali sono stati spiegati tutti i motivi e le dinamiche che hanno portato a tali richieste di aumenti per luce e gas. Motivazioni tali che ci fanno attendere con fiducia e nel breve tempo una deliberazione positiva”.

Nello specifico, gli aumenti tariffari che scatteranno dal 1° novembre (e che riguarderanno quindi i consumi solo a partire da tale data, quindi non retroattivamente, ndr) saranno del 104% per il gas a uso domestico e del 120% per quello a uso industriale; mentre per l’energia elettrica l’aumento medio sarà del 136%. “Si tratta di aumenti consistenti, non lo nascondiamo”, ha ammesso Lonfernini, “ma le nuove tariffe rimarranno comunque più competitive che in altri paesi, a partire dall’Italia, con un differenziale a nostro favore che si può stimare attorno al 22% per il gas naturale e del 30% per il gas a libero mercato, del 57% per l’energia elettrica e del 30% circa per l’energia elettrica a libero mercato”.

L’altra novità riguarderà poi la tariffazione stessa, che diventerà variabile: “L’avevamo già chiesto l’anno scorso”, spiega il Presidente Francesco Raffaeli, “e non ci è stato concesso. Di fronte a certe oscillazioni, crediamo sia arrivato il momento di creare un sistema di tariffe variabili mensilmente”. “Questo significa anche una maggiore rapidità nei possibili cambi”, aggiunge il Direttore Raoul Chiaruzzi, “sia in aumento che in diminuzione, perché non è detto che salgano ancora ma è possibile che i prezzi si regolarizzino in futuro e questa diminuzione dovrà e potrà essere corrisposta velocemente anche agli utenti”.

LA COPERTURA FINANZIARIA E I NUOVI ACQUISTI

Uno dei punti fermi resta però quel contratto di copertura finanziaria che è stato siglato a inizio anno, su cui molto si è parlato anche in questi giorni a livello di dibattito politico e cittadino. “Occorre fare chiarezza”, ha spiegato Raffaeli, “perché tale contratto non ci pone al sicuro sulle forniture per il futuro, come ha spiegato anche il Segretario. E’ un ottimo contratto, alla luce dei prezzi che il mercato ha presentato in questi ultimi mesi, ma poteva essere anche migliore, visto che l’avevamo già imbastito a fine dicembre 2021, ma poi non è stato possibile concluderlo perché le garanzie finanziarie che avevamo provveduto a formalizzare con Cassa di Risparmio non potevano essere gestite in quanto la banca non ha rating internazionale. Così abbiamo dovuto cercare un partner italiano, verso il quale Cassa di Risparmio fa comunque da intermediario, e lo abbiamo fatto proprio a febbraio, precisamente il 18 del mese: pochi giorni dopo, come abbiamo purtroppo visto, è iniziata la guerra e tutto è stato stravolto, a partire dai prezzi del gas e dell’energia, che comunque erano già in aumento costante da mesi”.

Ora, però, seppur “coperti” finanziariamente, occorre acquistarlo questo gas e i problemi sono altri e per certi versi nuovi: “Il mercato è completamente cambiato”, avverte Chiaruzzi, “perché se prima i pagamenti avvenivano normalmente, oggi ci vengono richieste garanzie molto alte e in anticipo, modificando tutto il sistema finanziario di queste procedure”.

Anche per questo, aggiunge Raffaeli, “vogliamo renderle più veloci, tanto che è nostra intenzione accreditarci, già dall’anno prossimo, direttamente sul mercato”.

TRANSIZIONE ENERGETICA: AL LAVORO PER UN PIANO

Come detto, l’aumento delle tariffe non è l’unico intervento ideato dall’AASS e dal Governo, consapevoli entrambi che una programmazione più efficace degli interventi di politica energetica sia ormai urgente a tutti i livelli. Anche per questo, come spiegato da Lonfernini, è stato nominato un gruppo di lavoro, composto da tre esperti di transizione energetica, affinché indichi quali strade seguire e perseguire, sia internamente che esternamente. Perché se il fotovoltaico (anche di grande portata, ha specificato Lonfernini) e l’idroelettrico (il riferimento è al doppio bacino a Gorgascura di cui si parla da mesi) si può ragionare di impianti in territorio, altri impianti potrebbero essere intercettati all’estero, in quei paesi che li stanno realizzando perché hanno già le normative che li permettono e soprattutto lo spazio necessario a costruirli. In tal senso anche il tabu del nucleare inizia a scricchiolare, tanto che il Segretario all’Industria, Fabio Righi, ne ha parlato apertamente in Consiglio Grande e Generale e anche in conferenza stampa. Il Governo per ora non ha preso una posizione in tal senso, ma una riflessione su investimenti all’estero appare quantomeno opportuna, vista la situazione in cui si trova San Marino e anche la sicurezza raggiunta dalla tecnologia, unita alla sua efficienza a livello di impatto ambientale. Inoltre, un ragionamento di questo tipo è già in corso, se non sul nucleare, su altre tecnologie sicuramente, a livello politico. Ed è stato aperto dai partiti che compongono l’attuale maggioranza, quindi una strategia di questo tipo è potenzialmente vicina dall’essere messa in campo. Gli altri temi potrebbero essere l’idrogeno, sia per la produzione industriale, sia per la mobilità. Ma anche i termovalorizzatori, che risolverebbero due problemi in uno: da una parte assorbirebbero il costo dello smaltimento dei rifiuti, che oggi viene pagato all’esterno, dall’altra produrrebbe energia. Energia sammarinese a tutti gli effetti. Temi che, tra le altre cose, sono stati oggetti anche della recente assemblea dell’UNECE svoltasi qui a San Marino e che sul futuro energetico e sostenibile di San Marino si è concentrata più volte. Lo stesso dicasi del FMI, che sulle politiche energetiche e gli investimenti in tal senso (anche in sinergia pubblico-privato) sembra aver chiesto delle risposte precise, essendo un problema – ormai è chiaro a tutti – anche economico. Lo sanno bene le imprese, preoccupate dagli aumenti e dal fatto che non hanno potuto programmare in anticipo questi costi ulteriori nei loro processi produttivi.

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