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Editoriale: pensioni, i conti non tornano

da Daniele Bartolucci

Dal “prelievo di 30 milioni di euro dai Fondi pensione” ai “50 milioni che lo Stato destina alla copertura dei fondi pensioni” son passate solo poche ore, con un nulla di fatto a livello normativo, visto che poi l’intervento previsto nell’assestamento di bilancio è stato tolto. Per ora almeno. Perché comunque , al di là della “fake news”, i conti delle pensioni non sono buoni: il disavanzo tra entrate (contributi versati dai lavoratori) e uscite (pensioni erogate) è enorme ed è preoccupantemente in crescita.

Il motivo ormai lo conoscono tutti: il numero dei pensionati aumenta ogni anno – a inizio anno erano già oltre 12mila le pensioni erogate – mentre non cresce proporzionalmente il numero dei lavoratori contribuenti. È vero che nel corso di quest’anno sono aumentati gli occupati in maniera importante, ma il problema resta, anche perché a conti fatti, ci vorrebbero quasi tre lavoratori per ogni pensionato per andare in equilibrio e il rapporto è molto più vicino a 2 da tempo. Ed è proprio sul tempo che si gioca la partita: innanzitutto il ritardo, perché è da anni che il sistema pensionistico sammarinese palesa la sua insostenibilità ma ancora nessun intervento è stato apportato in maniera efficace (il Governo ha annunciato che il 2022 sarà l’anno delle riforme, e questa è una priorità, ma come ha specificato anche il Segretario Gatti, “avranno efficacia nel 2023”). Ma soprattutto è una questione di futuro, perché il peso della riforma e il disavanzo attuale non ricadano sempre e solo sulle spalle delle giovani generazioni. Nel mentre, sarebbe il caso di mettere ordine ai numeri, perché nemmeno quelli sono chiari.

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