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Dopo il gas c’è lo “sconto” anche per l’energia elettrica

da Daniele Bartolucci

Costi energetici ridotti fino a marzo anche per l’energia elettrica: il Congresso di Stato ha finalmente scelto la modalità di intervento per calmierare l’aumento delle tariffe predisposto a novembre, applicando una scontistica che, in base all’utenza e agli scaglioni di consumo, si tradurrà in una riduzione tra il 17 e il 20%. Questo per il periodo che intercorre tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2023, lo stesso arco di tempo determinato per l’intervento sul gas. “Ovviamente”, spiega il Segretario di Stato che detiene la delega, Teodoro Lonfernini, “mentre per il gas abbiamo potuto gestire l’intervento sospendendo l’applicazione della nuova tariffa, per l’energia elettrica la procedura è stata più complessa, trattandosi come noto di una tariffa indicizzata: per questo si sono resi necessari maggiori approfondimenti sia con l’AASS che con l’Autorità e le parti sociali, che sono proseguiti nelle settimane successive al Decreto sul gas, il quale è già in ratifica in questa sessione del Consiglio Grande e Generale. Anche il nuovo Decreto riguardante l’energia elettrica, oltre a coprire lo stesso periodo temporale del precedente, riguarderà sia le utenze domestiche che quelle delle imprese, andando non solo a calmierare gli aumenti previsti, ma anche riallineando i costi alle nuove dinamiche dei mercati. Soprattutto dopo gli interventi a livello di UE e anche del Governo italiano, che hanno impostato diversi benefici per imprese e famiglie: così abbiamo deciso di fare anche noi, in maniera comunque sostenibile per il sistema e anche per l’Azienda dei Servizi”.

ANIS: “BENE, MA SERVONO AZIONI CON PIÙ PROSPETTIVA”

“Come per il gas nelle scorse settimane”, commentano da ANIS, “nella seduta di ieri del Congresso di Stato è stata presa una decisione anche per l’energia elettrica, con la quale dal 1 gennaio fino al 31 marzo viene riconosciuta una riduzione dell’indice di riferimento del PUN pari a 0,030 euro al Kilowattora. Per quanto riguarda il gas, ai primi di febbraio il Governo ha fatto la scelta di mantenere la tariffa in vigore precedentemente senza quindi applicare i nuovi aumenti previsti dall’Autorità, mentre sull’energia elettrica la decisione è stata più travagliata e ha dovuto tenere conto anche del raffronto con gli interventi messi in campo dall’Italia. Con questa manovra”, avvertono gli Industriali sammarinesi, “la tariffa dell’energia elettrica viene dunque temporaneamente “allineata” al prezzo di mercato in Italia, ma con il rischio che torni ad essere superiore – e dunque svantaggiosa per le aziende sammarinesi – qualora il PUN aumentasse nelle prossime settimane. L’intervento deciso dal Governo italiano con il riconoscimento di un credito di imposta del 45% sui costi energetici delle aziende, unito a quelli attuati a livello di Unione Europea, hanno infatti modificato le dinamiche degli energetici negli ultimi mesi, motivo per cui è indispensabile che il nostro sistema rimanga competitivo.  Come aziende sammarinesi dunque non possiamo che apprezzare l’iniziativa di calmierare i prezzi dell’energia elettrica, comprendendone peraltro la difficoltà e complessità, ma ciò non pone l’economia reale al riparo da rischi nell’immediato futuro, anche perché questo intervento scadrà tra poco più di un mese. Per questo servono azioni strutturali e più di prospettiva per dare alle imprese maggiori certezze”.

In questo senso, “il primo aspetto da evidenziare è che, ancora una volta e al contrario dell’Italia ad esempio, l’intervento garantisce un beneficio similare a tutti gli utenti indiscriminatamente, senza differenziare l’utilizzo domestico da quello industriale e senza tener conto che quest’ultimo rappresenta un fattore produttivo decisivo soprattutto per il settore manifatturiero che continua a trainare l’economia del Paese”.

L’altro aspetto “che genera preoccupazione”, ammoniscono da ANIS, “è il prezzo del gas: infatti proprio mentre i prezzi sammarinesi dell’energia elettrica vengono leggermente calmierati, il prezzo del gas sammarinese rimane alla tariffa fissa superiore a 70 euro al megawattora contro i 49,5 euro al megawattora toccati pochi giorni fa ad Amsterdam”. Insomma, “occorre trovare un meccanismo più veloce e strutturato per tenere monitorato il mercato e agganciarsi ai prezzi che cambiano così repentinamente. Ma soprattutto”, rimarcano gli Industriali sammarinesi, che da tempo propongono alla politica un cambio di prospettiva su questi temi, “è necessario adeguarsi a ciò che in Europa è già in vigore da anni, ossia la libertà di acquisto degli energetici (ovviamente alle condizioni e con le modalità previste) abbandonando definitivamente un monopolio che è completamente fuori contesto, limita le potenzialità dell’economia e in aggiunta, in momenti come questo, determina un vero e proprio svantaggio competitivo per le imprese. Si impone una seria riflessione sulla liberalizzazione dell’acquisto del gas e dell’energia elettrica. Parallelamente è necessario proseguire con determinazione nella progettazione e pianificazione di ulteriori e risolutivi interventi sull’energia: sul fronte dell’incremento delle energie rinnovabili stimolare gli investimenti nel fotovoltaico e per l’ottenimento del massimo rendimento energetico l’emanazione del Decreto sulla cogenerazione industriale”.

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