Il capolavoro di Lewis Carroll è il “tema”, il fil rouge che si srotola per un’ora e 45 minuti (compreso l’intervallo) dell’interessante, piacevole e “generazionale” (nel senso che è fruibile sia dai bambini che dai genitori) “Alice in Wonderland”, passato sulle assi del Teatro Storchi di Modena (una piccola bomboniera che merita di essere vista per la sua bellezza) domenica 20 marzo alle 17.
Il lavoro firmato dal Circus-Theatre Elysium di Kiev – che farà tappa, prossimamente, anche a Reggio Emilia, Ravenna e Cattolica – è un viaggio nel “nouveau cirque” (per essere chiari, quello che fa egregiamente il Cirque du Soleil): quadri apparentemente staccati – ogni “numero” potrebbe vivere di vita propria – che si “incollano” e si “cuciono” attraverso i personaggi della bimba di Oxford: i tessuti aerei, i ballerini, i dondoli sospesi in aria, Pinco Panco e Panco Pinco che deliziano il pubblico con le clave, l’uomo con il cerchio, i ballerini, gli acrobati, gli equilibristi, le “carte” umane, la forza e la leggerezza.
Come per la “Alice” di Lewis Carroll, il viaggio – iniziato dopo l’esecuzione dell’inno nazionale ucraino con il pubblico dello Storchi, gremitissimo, tutto in piedi – è solamente immaginato: nel fondale un megaschermo proietta video e immagini di grande impatto visivo che accompagnano la platea e l’esecuzione delle performance: il Bianconiglio sogna, fantastica, crea personaggi raffinati, e immerge gli spettatori in un mondo del secolo scorso, o forse ancora più in là: le potenzialità dei corpi allenati – pronti a compiere disegni colorati come stelle filanti e allo stesso tempo dolci e fanciulleschi, teneri come i racconti che i nonni fanno ai nipoti – in questo “Alice in Wonderland” del Circus-Theatre Elysium raggiungono vertici altissimi, senza pause né “buchi”.
La performance merita di essere vista e le repliche in Emilia-Romagna stanno per essere ufficializzate. Non si può mancare: la Regina di Cuori potrebbe arrabbiarsi…
