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Intervento dei Capitani Reggenti all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa

da Redazione

L’intervento degli Eccellentissimi Capitani Reggenti Lorella Stefanelli e Nicola Renzi all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

 

“La Reggenza anzitutto desidera porgere il proprio saluto e formulare l’augurio di un buon lavoro al nuovo Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, eletto pochi giorni fa.

La Reggenza è particolarmente lieta ed onorata di trovarsi oggi in visita ufficiale all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, organismo che incarna la più antica Istituzione parlamentare europea e di poter prendere la parola avanti ad essa.

Di fatto, quasi tutta l’Europa è qui presente, con i suoi rappresentanti, le sue espressioni culturali e linguistiche, a testimonianza della variegata vivacità di questo nostro continente.

E’ nostro preciso desiderio poter render omaggio a questa importante Istituzione europea – cui aderiamo da oltre 27 anni – e poter direttamente riaffermare la piena condivisione e l’attiva partecipazione della Repubblica di San Marino ai percorsi decisionali che sottendono all’incessante azione di democratizzazione degli Stati europei.

La millenaria tradizione democratica, vanto della nostra Repubblica – che fonda le proprie radici nella storia e civiltà romana ed in quella delle autonomie dell’epoca comunale – ed ancor oggi incarnata dalla Istituzione che rappresentiamo -, ci consente di essere annoverati a pieno titolo nella grande famiglia europea, che si basa sui principi della legalità, dello Stato di diritto, della difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali dell’uomo, determinando un fattivo e appassionato contributo a questo autorevole consesso.

La Reggenza desidera altresì ribadire l’alto valore della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che rappresenta il più solido baluardo di promozione e difesa dei diritti e della libertà fondamentali. La Corte, unitamente alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, costituiscono un sistema di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali che non ha eguali in altri Continenti quanto ad efficacia e forza morale.

A tal riguardo è emblematico sottolineare come l’ordinamento sammarinese abbia recepito l’unicità dello strumento della Convenzione, elevandola a fonte gerarchicamente sovraordinata, facendo sì che, nel concreto, tutte le leggi, gli atti aventi forza di legge a contenuto normativo, nonché le norme consuetudinarie aventi forza di legge, debbano conformarsi ai principi in essa contenuti, pena la loro incostituzionalità.

In questa occasione desideriamo altresì confermare l’alto valore di tutti gli altri Organismi del Consiglio d’Europa, i cui rappresentanti periodicamente sono nella nostra Repubblica e, con le proprie raccomandazioni ed i propri suggerimenti, costituiscono uno stimolo prezioso al miglioramento e all’adeguamento della nostra normativa.

Tra questi ci preme, in particolare, ricordare il GRECO: il Suo Presidente, Marin Mrčela, che è stato Oratore Ufficiale in Repubblica lo scorso 1° ottobre in occasione del nostro insediamento quali Capi di Stato, ha, nel suo discorso, evidenziato gli enormi passi in avanti compiuti dalla nostra Repubblica per contrastare sempre più efficacemente la corruzione. Un riconoscimento autorevole che costituisce un ulteriore stimolo ed uno sprone a proseguire il nostro impegno in tale ambito e a tenere alta l’attenzione.

E’ inoltre motivo di grande onore essere qui oggi, in questa 1a sessione del 2016, in concomitanza con il deposito, da parte del nostro Stato, dello strumento di ratifica della Convenzione di Istanbul. Con il deposito di questo strumento, San Marino testimonia la scelta decisa ed effettiva di considerare la violenza sulle donne un’odiosa e incivile violazione dell’integrità personale e una profonda ferita per l’intera umanità, proponendosi di combatterla con tutte le armi del diritto e senza remora alcuna.

I recenti, tristi episodi di Colonia testimoniano come la guardia debba sempre essere alta di fronte a questa piaga sociale aberrante e come non debbano esserci riserve o omertà nella denuncia, anche quando fatti del genere avvengono in realtà statuali in cui vi sono, predominanti, soggetti politici paladini dell’integrazione di culture diverse.

Onorevoli Parlamentari,

i tempi odierni mettono a dura prova i diritti fondamentali dell’uomo e di conseguenza le nostre società democratiche si trovano a dover affrontare grandi ed impegnative sfide e riaffermazioni quali: il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti tra Stati, tramite l’arma del dialogo; il saper rispondere in maniera adeguata al fenomeno delle grandi migrazioni di massa; il saper rispondere con politiche adeguate al pericolo di sfiducia nelle istituzioni democratiche, derivante da una non piena capacità dei governi nazionali e sovranazionali nel dare risposte immediate ed efficaci al dramma delle nuove ed antiche povertà e della disoccupazione, soprattutto giovanile.

La crisi economica può portare infatti con sé la crisi delle democrazie.

L’attuale situazione che, direttamente o indirettamente, coinvolge l’intero Vecchio Continente, è caratterizzata oggi da turbamenti e criticità emergenti, che meritano considerazioni e riflessioni profonde sul piano politico, perché capaci di minare i valori, dati per acquisiti, delle nostre società.

Non è pleonastico poter affermare che oggi, dinnanzi alle importanti sfide che l’Europa sta affrontando in questo secolo, in questi edifici, che rappresentano le indubbie dimore della democrazia paneuropea, la Reggenza senta un vincolo di appartenenza forte e ancorato alle comuni radici identitarie, che nel dialogo democratico permanente promosso da questa Assemblea, trovano nuova linfa ed una fonte peculiare di dibattito, di riflessione e di condivisione.

A tal riguardo, con la preoccupazione dettata dall’escalation di aggressioni alle libertà, risulta imperativa una lotta senza precedenti contro l’estremismo e la radicalizzazione che portano al terrorismo: ciò, attualmente, rappresenta la massima priorità di questa Organizzazione, trattandosi di fenomeni in palese negazione dei valori fondamentali sui quali si fondano le società europee, dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto.

Ogni democrazia evoluta valuta la strumentalità con la quale oggi si invoca il pretesto della religione per combattere lotte insensate e per raggiungere obiettivi di natura prettamente politica; gli attentati terroristici che hanno minato di recente le regole della convivenza tra i popoli, alimentando un odio senza pari, non sono altro che un insulto a ogni forma di spiritualità e di umanità, e non trovano giustificazione alcuna nelle differenti religioni, ideologie o filosofie di vita.

Nel ricordare i barbari attentati che lo scorso anno hanno colpito le città di Parigi e Tunisi e recentemente anche il Pakistan, rinnoviamo il nostro cordoglio alle famiglie delle tante vittime innocenti ed agli Stati oggetto di tanta crudeltà.

Ci troviamo dinnanzi ad uno scenario agghiacciante e controverso, che oggi chiede con forza al Consiglio d’Europa di rilanciare, senza esitazioni e con fermezza, l’adozione di misure di lotta efficaci per lo sviluppo di una coscienza collettiva di effettivo recupero dei valori del diritto e del rispetto della persona umana.

Il monito forte e perentorio che la Reggenza, anche a Strasburgo, vuol esprimere dinnanzi ad un’emergenza senza precedenti – che non esclude alcuno Stato, piccolo o grande che sia – e che richiama ad un intervento corale e concertato per un’azione coordinata, è rivolto a propugnare la necessità di usare le nostre armi; la forza del diritto, l’educazione e la “cultura dei popoli”, le uniche e legittime armi a disposizione dei Paesi che si riconoscono nei valori propri del Consiglio d’Europa, in difesa dall’estremismo e dalla radicalizzazione.

Siamo altrettanto convinti che, soltanto attraverso la promozione e il perseguimento di una vera cultura di pace e di rispetto dell’ “altro”, si potrà fronteggiare efficacemente quella nefasta cultura di morte e di violenza, edificata sull’odio e sull’intolleranza fra i popoli. Un rispetto dell’altro che tuttavia, deve trovare le proprie radici profonde nella piena consapevolezza di sé e dei propri valori di tradizione e cultura.

Nel maggio 2015 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a Bruxelles ha adottato all’unanimità un piano d’azione contro l’estremismo e la radicalizzazione che inducono al terrorismo, coronando così gli sforzi a tal riguardo compiuti dall’Assemblea Parlamentare e dal Segretario Generale. Dalla pregnante decisione, adottata a seguito degli attentati di Parigi del gennaio 2015, sono scaturite concrete proposte, quali lo sviluppo in chiave anti-terroristica degli “Incontri annuali del Consiglio d’Europa sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale”, che, dal 2008, rappresentano il forum privilegiato di confronto e di dialogo sulle questioni legate alle fedi religiose in Europa.

A Sarajevo, luogo simbolo del dialogo interreligioso e interetnico e sede del più recente Ottavo Incontro, è stata, tra l’altro, rievocata la Raccomandazione 2080 adottata il 30 settembre 2015 da questa Assemblea Parlamentare, sul tema “Libertà di religione e vivere insieme in una società democratica”.

E questo è solo un esempio di come questa Assemblea, la nostra Assemblea, sia concretamente impegnata nella difesa del dialogo e di una pace duratura e sostenibile.

Non va dimenticato, bensì rievocato con forza, lo storico intervento che Sua Santità Papa Francesco ha pronunciato proprio in questo emiciclo, il 25 novembre 2014.

Il Santo Padre ha parlato di “Europa dialogante che fa sì che la trasversalità di opinioni e di riflessioni sia al servizio dei popoli armonicamente uniti”.

Questa Assemblea Parlamentare in più occasioni ha fermamente condannato la violenza terroristica e ha sottolineato la necessità di opporvisi, sempre nel rispetto dei diritti umani e dei valori democratici.

È indubbio che il Consiglio d’Europa sia tenuto a continuare a far fronte alla situazione attuale, nella quale il problema del terrorismo è tutt’altro che risolto, ed è altrettanto indubbio che tutte le forze democratiche abbiano il dovere di opporsi alla radicalizzazione e all’odio che alimentano il terrorismo e l’estremismo violento.

Nella convinzione che sia necessario rafforzare l’impegno in tal senso anche tramite iniziative sempre più efficaci di sensibilizzazione contro il razzismo, l’odio e l’intolleranza, la Reggenza, pertanto, si compiace e non ha esitato ad appoggiare e promuovere in Repubblica la campagna “No Hate” nata ad inizio dello scorso anno, da un’alleanza di parlamentari di tutti gli Stati del Consiglio d’Europa.

E’ pertanto necessario mettere mano alla costruzione di società inclusive, che attribuiscano ampio spazio al dialogo interculturale e interreligioso.

Il riferimento del Santo Padre ai “popoli che si affacciano sul continente” deve far riflettere anche sulla complessità dei fenomeni migratori e sulle necessarie considerazioni di carattere umanitario.

Le condizioni dei profughi e dei rifugiati testimoniano l’inscindibile interconnessione del nostro Continente con le realtà vicine, soprattutto nordafricane e orientali.

L’Europa si trova oggi a dover gestire fenomeni che portano con sé il dramma di una migrazione incontrollata, di un esodo massiccio, frutto di sconvolgimenti pesanti in aree già di per sé dominate da squilibri negli assetti politici e sociali e che ora sono costrette a subire devastazioni e lotte armate irragionevoli, promosse da sedicenti Stati del terrore autoproclamatisi.

La Repubblica di San Marino non vuol essere attore passivo dinnanzi a una tragedia umanitaria in crescita esponenziale, che fatica ad essere arginata, e con la forza del suo diritto e dell’adesione alle norme del diritto internazionale e umanitario, intende svolgere un ruolo di denuncia e di mediazione come anche già fatto attraverso l’adozione di propri atti di indirizzo e di dichiarazioni emanati dal Parlamento nazionale, che richiamano la necessità di una risposta coordinata e globale, che non lasci soli quei Paesi che, in prima linea, sono i destinatari immediati di coloro che fuggono dalla disperazione e dalla guerra.

E’ con orgoglio e fierezza che ricordiamo la nostra tradizionale ospitalità durante il secondo conflitto mondiale , allorquando il nostro Stato, nonostante le difficoltà e le esigue sue dimensioni, seppe offrire rifugio ad oltre centomila sfollati dai territori circostanti in guerra ed assicurare una sicura salvezza anche a numerosi ebrei che vi avevano cercato riparo.

La Repubblica di San Marino ha altresì tempestivamente accolto l’invito a versare un contributo volontario al Fondo per i Profughi e i Rifugiati, istituito in seno alla Banca del Consiglio d’Europa, dedicato al finanziamento dei numerosi progetti di assistenza in favore delle vittime.

Contemporaneamente ha lanciato diverse iniziative di solidarietà soprattutto verso i minori siriani.

La Reggenza, in questa sede e in questa solenne occasione, è orgogliosa di richiamare con viva e profonda soddisfazione, il percorso più recente che ha consentito alla Repubblica di San Marino di essere a pieno titolo Stato membro della Convenzione di Istanbul, nell’assunto che frapporsi e adottare ogni misura necessaria per combattere il triste fenomeno della violenza contro le donne, sia un forte indicatore di civiltà.

Ci piace rammentare che la campagna europea contro questa piaga sociale, compresa la violenza domestica, lanciata a Madrid il 27 novembre 2006 sotto la Presidenza sammarinese del Comitato dei Ministri, promosse un’applicazione concreta di una parte fondamentale del Piano d’Azione adottato dal terzo Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa, tenutosi a Varsavia nel maggio 2005.

Il lancio della campagna europea determinò un impegno sensibile da parte degli Stati membri, che aderirono con proprie iniziative di sensibilizzazione a livello nazionale.

San Marino lanciò la propria Campagna il 29 novembre 2006,per conferire ulteriore impulso al tradizionale impegno di promozione e protezione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

La “Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, aperta alla firma a Istanbul l’11 maggio 2011 ed entrata in vigore il 1° agosto 2014, è intervenuta a colmare vuoti normativi e armonizzare le misure giuridiche esistenti in Europa in materia, per abbattere un retaggio di discriminazioni di genere che ancora oggi impedisce l’affermazione di una cultura che attribuisce ad ogni essere umano il godimento pieno dei propri diritti fondamentali.

Il significato e il valore della “Convenzione di Istanbul” per San Marino sono evidenti, e per tali ragioni siamo particolarmente lieti di poter ufficialmente confermare oggi, all’interno della sua sede naturale, la più recente ratifica del testo convenzionale, avvenuta da parte della Repubblica proprio nella sessione parlamentare di questo mese, con profonda e motivata nostra soddisfazione, unita al personale coinvolgimento per questa battaglia di civiltà che non ha e non deve avere confini.

Del pari, anche le misure adottate e previste per la più ampia difesa dei diritti dell’infanzia ci trovano istituzionalmente e personalmente coinvolti, nella volontà di offrire all’ordinamento giuridico e alla società sammarinese, tutti gli strumenti più efficaci per potenziare la sfera dei diritti ad essi afferenti e per difendere gli interessi di una categoria vulnerabile, che va protetta senza riserve.

Il nostro Paese è stato uno dei primi a firmare e a consentire l’entrata in vigore della Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, un testo internazionale che cerca di combattere uno dei fenomeni più aberranti della nostra società, per il quale dobbiamo continuare a impegnarci a tutti i livelli, nell’obiettivo di dover estirpare una violazione inumana di diritti fondamentali.

Convinti che l’infanzia meriti sempre l’attenzione prioritaria dei Governi, delle Istituzioni sociali, delle famiglie, e in generale una mobilitazione globale, per fronteggiare tutte quelle condizioni che ne minano il pieno sviluppo, riteniamo che occorra, ora più che mai, difendere i bambini e proteggere la loro identità e integrità, qualora essa sia oltraggiata anche dalle attuali forme di migrazioni, in palese violazione dei loro diritti; come è avvenuto nel caso della morte di venti bambini nell’acque dell’Egeo, solo per citare l’esempio più recente.

Un’ulteriore menzione in questo nostro intervento vogliamo riservare all’importanza e al valore indiscutibile della cultura, di quella cultura che, come ebbe a dire Giovanni Paolo II, “rende l’uomo più uomo”; chiave fondamentale per favorire il dialogo interculturale e rinsaldare i rapporti dei popoli e tra i popoli.

In questo ambito, l’istruzione e tutte le istituzioni educative meritano un’attenzione particolare nel formare le nuove generazioni alla cultura della democrazia, del rispetto ed alla piena partecipazione alle istituzioni, alla vita politica e sociale del Paese nel senso più alto del termine.

Proprio la Scuola, può e deve essere il luogo privilegiato di formazione di una consapevolezza delle tradizioni e Istituzioni democratiche, del confronto con l’altro, del rispetto della dignità dell’uomo e delle sue opere; il propulsore, in definitiva, di una milizia civile che sappia formare al vero, al bene e al bello.

Riaffermiamo quindi l’importanza di riconoscere a tutti i bambini il diritto di accedere all’istruzione, inteso quale diritto intangibile della persona umana.

Signor Presidente, la Reggenza Le rinnova le proprie congratulazioni per la Sua recentissima nomina al vertice dell’Assemblea Parlamentare e Le esprime fervidi voti augurali per l’esercizio delle Sue alte funzioni; allo stesso tempo, la Reggenza è particolarmente lieta dell’odierna occasione di visita, per rinnovare l’auspicio di futuri successi in capo a questa storica e prestigiosa Istituzione Parlamentare.

Successi pieni, che siano a coronamento delle alte e strategiche funzioni che l’Assemblea espleta a nome e in rappresentanza degli 800 milioni di cittadini, dei nostri 47 Paesi membri, e che, in quest’assise trovano una degna ed autorevole rappresentanza, unita ad una profonda passione e ad un impegno politico di altissimo livello.

Al termine del nostro discorso vogliamo unirci al cordoglio per tutte le famiglie delle vittime dell’Olocausto e anche alle famiglie delle vittime di un altro eccidio che si è sviluppato in anni a noi più vicini: il massacro di Srebrenica, che è indubbiamente una delle pagine più oscure degli ultimi 20 anni di tutta l’Europa.

La memoria storica di questi tragici fatti deve aiutare a non dimenticare e ad impegnarci tutti per difendere e operare per la pace dei popoli e delle Nazioni.

Un saluto infine ed un ringraziamento alla Signora Anne Brasseur – fino a pochi giorni fa Presidente dell’Assemblea Parlamentare – con gli auguri della quale consentiamo a che il 2016 – dopo l’anno dell’indifferenza e quello della crisi – sia veramente l’anno della speranza e della solidarietà”.

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