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San Marino, Cassa Edile: azienda non paga i contributi dal 2011 ad oggi

da Redazione

Ammonta a 111mila euro per gli anni 2011 e 2012 e verosimilmente ad altri 35/40mila mila euro per gli anni 2013 e 2014 (l’importo esatto del secondo biennio deve essere ancora quantificato), il debito maturato dalla azienda “L’Edile Srl” nei confronti della Cassa Edile. Questo ingente ammontare di contributi non pagati doveva servire per erogare ai dipendenti della stessa azienda la tredicesima e il trattamento di fine rapporto (TFR).

Va sottolineato che nonostante i ripetuti solleciti per gli anni 2011 e 2012, l’azienda ha continuato a non pagare la Cassa Edile anche per quasi tutto il 2013 (ha versato solo i primi due mesi) e per gran parte del 2014 (versati solo i primi 4 mesi): la diretta conseguenza di tutto questo è che i lavoratori non percepiscono una importante parte della loro retribuzione – tredicesima e TFR – dal 2011 ad oggi.

I tentativi fatti dalla Cassa Edile per arrivare al recupero delle somme spettanti, avevano portato ad un piano di rientro concordato il 4 aprile 2013, il quale però è stato totalmente disatteso dall’azienda. Anche i successivi tentativi non hanno portato a nessun positivo risultato, e tutto ciò nonostante l’impegno comune della CSU e della Cassa Edile per agevolare i rientri senza pregiudicare l’operatività aziendale.

Di fronte ad una grave inadempienza come quella denunciata, la Cassa Edile è stata costretta ad intraprendere le vie legali. Il Tribunale, con sentenza del 14 marzo 2014, ha condannato l’azienda al pagamento delle somme dovute. La sentenza, non appellata, è diventata definitiva. Considerando gli interessi di mora, il debito relativo agli anni 2011 e 2012 è lievitato, come prima detto, ad oltre 111mila euro.

Il pignoramento immobiliare deciso dal Tribunale si è concluso senza alcun beneficio per gli operai creditori. Anche il pignoramento dei conti correnti dell’azienda non ha portato a nessun risultato; infatti sono risultati essere a debito e quindi senza disponibilità liquide. Pertanto, nonostante la vittoria legale, non è stato possibile recuperare neanche un centesimo a favore dei lavoratori e del FSS.

A tutt’oggi sappiamo che l’azienda lavora, e che lo scorso anno ha assunto anche due nuovi dipendenti (in totale al momento ci risultano essere 7). Allora ci sorge spontanea una domanda: perché questa azienda, incurante di quanto disposto dal Giudice, continua a non pagare i debiti che ha maturato verso la Cassa Edile e quindi verso i propri lavoratori?

Peraltro, non pagare una parte degli stipendi significa risparmiare sul costo della mano d’opera, e ciò può consentire all’azienda di offrire i propri servizi sottocosto. Questa è una vera e propria forma di concorrenza sleale nei confronti delle altre imprese edili che, invece, attraverso i regolari versamenti alla Cassa Edile, pagano correttamente e per intero le retribuzioni ai dipendenti.

Questo comportamento che ignora sentenze e contratti di lavoro, che è incurante delle leggi e nega un importate diritto ai lavoratori, rappresenta una evidente strumentalizzazione della crisi, per trarne i maggiori vantaggi economici possibili.

Questa denuncia da parte della CSU e della Cassa Edile, volta ad ottenere dalla ditta “L’Edile Srl” il pagamento di tutte le somme contrattualmente previste, rientra nella più ampia ed articolata azione del sindacato unitario finalizzata al contrasto del lavoro nero e irregolare e a qualsiasi forma di concorrenza sleale. Solamente perseguendo la strada della correttezza e del rispetto dei contratti, delle regole e dei lavoratori, si può rilanciare il sistema economico sammarinese.

Infine, va rilevato che la nuova Direttiva europea 2014/24/UE sugli appalti pubblici all’art. 18 comma 2 recita: “Gli stati membri adottano misure adeguate per garantire che gli operatori economici, nell’esecuzione di appalti pubblici, rispettino gli obblighi applicabili in materia di diritto ambientale, sociale e del lavoro stabiliti dal diritto dell’Unione, dal diritto nazionale, dai contratti collettivi o dalle disposizioni internazionali in materia di diritto ambientale, sociale e del lavoro…”.

Ci auguriamo, pertanto, che nell’ottica di adeguamento agli standard internazionali intrapresi da San Marino in vista dei negoziati di associazione con la UE, che partono proprio oggi, tali principi vengano resi effettivi ed efficaci al più presto con la legge sugli appalti di Lavori Servizi e Forniture (L. n. 10/2000). Per completezza di informazione va dato atto che il DDL 2015 n. 26 ratificato nella seduta Consiliare di febbraio, riguardante i contratti di fornitura e somministrazione della PA e degli Enti Pubblici, ha già recepito quanto disposto da tale direttiva all’art. 18.

 

Centrale Sindacale Unitaria – Cassa Edile

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