Home NotizieSan Marino Finanziaria 2015; una legge “elettoralistica” che non dà nessun futuro al paese

Finanziaria 2015; una legge “elettoralistica” che non dà nessun futuro al paese

da Redazione

Molto duro il giudizio del Direttivo CSdL: aumento ulteriore del debito consolidato, nessun impulso allo sviluppo, nessuna previsione di nuove entrate. 

 

SAN MARINO – Il nuovo Consiglio Direttivo CSdL, riunitosi nella mattinata di oggi, nel dare un giudizio molto positivo sul 18° Congresso della Confederazione, ha in primo luogo approvato all’unanimità la proposta di struttura organizzativa avanzata dal Segretario Generale Giuliano Tamagnini.

Alla carica di Vice Segretario è stato confermato Gilberto Piermattei; quali Segretari Confederali sono stati confermati a loro volta Donatella Olga Zanotti e Ivan Toni.

La Segreteria politica esecutiva della CSdL risulta quindi composta, oltre che dal Segretario Generale Giuliano Tamagnini, dal Vice Segretario e dai Segretari Confederali, dai Segretari delle quattro Federazioni CSdL: Enzo Merlini (FULI), Alessio Muccioli (FUPI), Alfredo Zonzini (FULEA/FULSAC), Elio Pozzi (FUPS).

Circa i funzionari, sono confermati: per la CSdL Emanuel Santolini: per la FULI (industria) Agostino D’Antonio e William Santi; per la FULEA/FULSAC (edilizia e servizi) Stéphane Colombari e Diego Moretti; per la FUPI (pubblico impiego) Antonio Bacciocchi e Anna Nasi.

Il dibattito del Direttivo si è poi concentrato sull’analisi del progetto di legge finanziaria 2015. È una legge che aumenta il debito pubblico, ha denunciato il Direttivo CSdL, e che non dà nessun impulso alla ripresa del paese, né individua nessuna nuova fonte di entrata per ridurre il debito e per fornire incentivi alla creazione di nuovi posti di lavoro. Il Direttivo ritiene che questa finanziaria sia un atto di irresponsabilità verso il paese: mentre lo Stato è sull’orlo del crollo, il Governo predispone una legge prettamente “elettoralistica”che è un semplice rendiconto della spesa dello Stato, e per di più va ad aumentare il debito pubblico.

La spesa dello Stato per l’anno 2015 passa a 518 milioni, rispetto ai 503 milioni del 2014, con un aumento in percentuale del 3% circa. Per far fronte al deficit 2015, lo Stato è costretto all’accensione di un mutuo di 15 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai trecento milioni di disavanzo consolidato. È quindi un bilancio che appesantisce ulteriormente la già gravissima situazione economica dello Stato, oltre a non delineare nessuna prospettiva positiva per il paese.

Sono del tutto assenti misure in grado di ridurre il debito pubblico, che va ridimensionato mettendo in atto economie di scala, riducendo i costi nella PA attraverso la razionalizzazione delle risorse e la lotta agli sprechi e inefficienze, e con la revisione della legge sugli appalti, che determinano per lo stato pesanti esborsi.

Al contempo vanno sen’altro sviluppate e implementate nuove forme di entrata, in primo luogo mediante la piena applicazione della riforma tributaria, che deve portare all’accertamento dei ricavi di tutti gli operatori economici il più vicino possibile alla realtà.

E a proposito di entrate, il Direttivo CSdL ha posto l’accento su una proposta già in passato avanzata dal Sindacato, ovvero l’istituzione di una tassa patrimoniale (non la tassa sulla casa varata dal Governo alcuni anni fa), che colpisca i grandi capitati e le grandi concentrazioni immobiliari, verificando anche le proprietà e i capitali detenuti in Italia, fatto questo peraltro possibile grazie agli accordi sullo scambio di informazioni.

Anche per il 2015 viene riproposta la misura dei prepensionamenti, obbligatori per i soli dipendenti pubblici con 59 anni di età e 40 anni di versamenti. Anche questa volta si va a scaricare sul fondo pensioni lavoratori dipendenti un costo che è dello Stato, aggravando ulteriormente la già difficilissima situazione dello stesso fondo pensioni.

Sempre a questo proposito, per il secondo anno consecutivo viene ridotto del 50% il contributo dello Stato al fondo pensioni lavoratori dipendenti, portandolo dal 10% previsto per legge al solo 5%. Si tratta di una misura di particolare gravità e che desta grande preoccupazione; come previsto dai calcoli attuariali recentemente diffusi, l’intervento dello Stato verso il fondo pensioni in prospettiva dovrà essere sempre di più aumentato per far fronte allo squilibrio sempre crescente tra entrate e uscite.

Il Direttivo CSdL esprime la sua forte contrarietà a questa misura; anzi chiede che vengano assunti impegni precisi e vincolanti per la restituzione di tutte le risorse non versate dallo Stato al fondo pensioni lavoratori dipendenti.

Viene diminuito di 2,5 milioni il versamento dello Stato alla spesa per la sanità e il sistema socio-sanitario. Negli ultimi anni il versamento dello stato complessivamente è stato ridotto del 15%, mentre aumentano le difficoltà per i cittadini e cresce la necessità di servizi a supporto delle fasce sociali più deboli, a partire dagli anziani, il cui numero è in continua crescita. La CSdL è fortemente contraria a questa politica di ridimensionamento dello stato sociale, che va invece consolidato e potenziato.

Viene previsto un piano pluriennale di investimenti relativi in particolare alla riqualificazione, recupero e riconversione di opere di proprietà dello Stato, ma si tratta prevalentemente di interventi “ordinari”, che nulla hanno a che fare con la necessità di creare quelle opere infrastrutture necessarie, anche nel campo delle telecomunicazioni, per attirare nuovi investimenti e affermare un nuovo modello economico.

La CSdL ribadisce la necessità di realizzare una politica del credito impegnando le banche a fornire la liquidità necessaria all’avvio di nuove aziende o al sostegno a quelle in difficoltà, riversando sul territorio, ai cittadini e al tessuto economico, le risorse indispensabili per far ripartire il paese.

Viene prevista la possibilità di vendere fabbricati che non “rivestano alcun carattere di interesse pubblico e storico” e di porzioni di terreni dello Stato; è chiaramente una misura per fare cassa, che lascia ampissimi margini di discrezionalità e arbitrarietà. Non siamo d’accordo che si vada a svendere una parte del patrimonio dello Stato, senza che ciò sia legato ad un progetto preciso, solo per racimolare un po’ di liquidità.

 

CSdL

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