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Contratto Servizi: ok anche dai lavoratori

da Daniele Bartolucci

La stagione dei rinnova contrattuali prosegue, sulla scia di quelli già entrati in vigore, a cui si aggiunge anche quello dei Servizi, per il quale – annuncia il funzionario FUCS-CSdL Matteo Missiroli – è terminata la procedura referendaria, che ha avuto un ottimo riscontro. Il contratto prevede un aumento complessivo del 6% per il triennio che va dal 2022 al 2024. Hanno espresso il loro voto più di mille lavoratori. Ora la parola passa al Comitato Garante, che farà le necessarie verifiche per poi arrivare alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale, che darà al contratto il valore erga omnes e, di fatto, anche l’obbligo da parte di tutti i datori di lavoro delle imprese del settore a corrispondere gli aumenti e gli arretrati.

“È un passaggio molto atteso perché il contratto servizi a tutt’oggi non ha visto riconosciuti in busta paga gli aumenti per i lavoratori, a differenza degli altri rinnovi contrattuali. Siamo partiti proprio da questo contratto per svolgere il referendum per consentire ai lavoratori del settore di percepire quanto prima possibile gli aumenti retributivi in busta paga”.

BANCARI: SBLOCCATA LA TRATTATIVA

Dopo gli scioperi e le distanze importanti tra richieste e offerte delle controparti, sembra che la “proposta decisiva” presentata da ABS nei giorni scorsi abbia ricondotto la trattativa alla normalità (a partire dalle cifre in ballo). “La proposta condivisa dai quattro Istituti di Credito”, ha ribadito l’Associazione, “rappresenta oggettivamente quella più realistica e sostenibile sulla quale fin da oggi è pronta a mettere la firma, per poi guardare avanti ed affrontare le nuove sfide che attendono il mondo bancario”.

Non c’è stata una controproposta, è vero, ma il messaggio inviato dalla CSdL a inizio settimana, lascia intendere che la trattativa proseguirà ancora, ma su altri livelli e con altri toni. Il punto, infatti, ora sembra il riequilibrio verso, ad esempio, gli aumenti erogati agli altri settori a partire dalla Pubblica Amministrazione, che come i bancari, aveva il contratto scaduto da oltre dieci anni. Secondo il sindacato la proposta di ABS, “pur ricalcando come percentuale complessiva gli aumenti del contratto PA, non è ancora sufficiente: le organizzazioni sindacali chiedono una percentuale più alta per il 2025; il solo 1% non basta a coprire una inflazione che per il prossimo anno, secondo le previsioni più attendibili, sarà al-meno del 2%. I lavoratori del settore non sono disposti a perdere ulteriore potere d’acquisto, dopo aver visto le loro retribuzioni ferme per oltre 13 anni”. Ma “anche la percentuale una tantum di arretrati non è sufficiente”. Detto ciò, “al momento non sono stati fissati ulteriori incontri per la prosecuzione della trattativa. Per arrivare ad un accordo la proposta delle controparti deve essere aggiustata e migliorata”.

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