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Sfinge: nuove etichette per il nettare degli Dei

da Alessandro Carli

Un’edizione da incorniciare, una grande occasione di business e networking. Ospitato nei padiglioni della Fiera di Rimini dal 18 al 20 febbraio – Beer&Food Attraction – ha accolto 600 brand dislocati in 14 padiglioni. La manifestazione rivierasca si è conclusa con quasi 100 mila visitatori, +20% di visite professionali totali rispetto all’edizione del 2023.

Crescita che ha avuto ricadute positive – in termini di buyer – anche per l’azienda sammarinese Sfinge Etichette s.p.a, presente nell’area BBTech (pad. C7), quella dedicata alle tecnologie di processo e di Filling&Packaging per birre e bevande. “In tre giorni di fiera – esordisce Michele Riccardi, responsabile marketing dell’azienda – abbiamo registrato circa 100 contatti, 100 persone che sono venute nel nostro stand per richiedere una serie di informazioni sui nostri prodotti”.

Molti gli italiani (il mercato di riferimento della Sfinge) ma non solo.

“Esatto. La maggior parte dei contatti è arrivato da clienti italiani ma abbiamo registrato interesse anche da altri Paesi dell’Europa come ad esempio la Finlandia, la Svezia e la Spagna”.

Quale prodotto ha attirato maggiormente l’attenzione?

“Quest’anno abbiamo portato in Fiera anche una novità che riguarda il mondo delle birre. Il mercato si sta spostando dal vetro alle lattine, quindi all’alluminio: una soluzione che di fatto ‘protegge’ la bevanda dalla luce (il vetro permette il passaggio dei raggi ultravioletti, che possono degradare alcune delle componenti della birra, alterando il sapore della bevanda, ndr). La lattina permette di lavorare sulla superficie: per noi è senza dubbio un’opportunità per dare spazio alla creatività grafica attraverso materiali idonei che possono essere applicati lungo l’alluminio”.

Una creatività ben rappresentata dalla linea “La Bière Nuoveau”.  

“Le nostre etichette sono comunque tutte personalizzabili. Con la nostra proposta ‘La Bière Nuoveau’ – base Keller Pils – abbiamo presentato una ‘serie’ per le lattine da 33 cl. Ad una prima vista il particolare è rappresentato dai visi delle donne: al di là del fil rouge grafico – ci siamo ispirato agli Anni Venti, all’Art Nouveau – ogni etichetta e quindi ogni lattina ha un volto diverso. Io e Davide Gasperi, il responsabile grafico, ci abbiamo lavorato per poco meno di due mesi: abbiamo messo sul tavolo diverse idee e diverse grafiche per poi scegliere la migliore. Successivamente abbiamo fatto la prova di fattibilità per i materiali. La ‘linea’ è stata stampata digitalmente con una macchina professionale, la HP Indigo, e permette di ‘adattarsi’ anche alle esigenze del mercato: l’altezza può variare da un centimetro a 30, il che significa che piò essere applicata anche in formati diversi, come ad esempio le lattine da 0,50 o da un litro. La seconda caratteristica riguarda invece i materiali, anzi i ‘doppi’ materiali utilizzati, che danno un effetto di tridimensionalità visiva e al tatto. Il primo materiale è un film plastico idoneo per le lattine, il secondo – applicato successivamente e a registro sempre in un punto preciso del disegno – invece è una fibra di cotone al 100%. Il film PPL aderisce molto bene anche quando la lattina è umida. La decisione di cambiare gli ovali delle ragazze permette anche di riconvertire le lattine in oggetti di arredamento e di ottenere pezzi unici”. 

Visto il successo in Fiera, questa tecnologia può essere replicata?

“Ora cercheremo di portare questa lavorazione anche sulle etichette dei vini. Graficamente dovremo rimodulare i colori e lo stile: il vino vuole qualcosa di più elegante, di più raffinato”.  

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