Home Dal giornale Un grande “Nomader” porta in viaggio il Titano  

Un grande “Nomader” porta in viaggio il Titano  

da Alessandro Carli

Con il progetto “Nomader”, Eddie Martinez rappresenterà la Repubblica di San Marino alla 60. Esposizione Internazionale dell’Arte – La biennale di Venezia. Ospitato presso La Fucina del Futuro, il Padiglione di San Marino è progettato e realizzato da FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.a., azienda sammarinese che fa capo a Roberto Felicetti, Vincenzo Rotondo e Alessandro Bianchini, con il supporto della Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura e la supervisione del commissario Paolo Rondelli e del vice commissario Riccardo Varini.

Il titolo “Nomader” sintetizza il rapporto di Martinez con le forme e le idee, passando dal disegno alla scultura e alla pittura, dalla figurazione all’astrazione e viceversa. Questo neologismo suggerisce sia il tema del nomadismo, fisico e culturale, sia un gioco fonetico sulla pronuncia americana che suona come “no matter” (non importa). Entrambi i significati risuonano con l’opera dell’artista e con il suo immaginario.

Nella sua mostra al Bronx Museum, “White Outs” (2018), Martinez ha invertito la rotta rispetto al suo lavoro tipicamente colorato concentrandosi su un processo di cancellazione in cui ha intenzionalmente cancellato forme di disegno serigrafate con diverse sfumature di bianco. Le opere risultanti, su larga scala, caratterizzate da forme spettrali, occasionali esplosioni di colori e trame ricche, suggerivano una tempesta di neve simulata (whiteout) mentre ammiccavano pezzi storici di Robert Ryman , Rauschenberg e Johns.

Le mostre al Museum of Contemporary Art di Detroit (“Fast Eddie”) e allo Yuz Museum di Shanghai (“Open Feast”) nel 2019 hanno presentato rispettivamente, tra le altre opere, nuovi dipinti galleggianti di “teste di blocco” rielaborando un antico motivo di teschi e una vivace variazione di 65 piedi sui suoi dipinti su tavola. 

Martinez ha tenuto tre mostre personali successive presso Mitchell-Innes & Nash: “Love Letters” e “Yard Work” (entrambe nel 2018) e “Homework” (2020). “Love Letters” presentava dipinti in gran parte astratti basati su immagini ingrandite disegnate su un piccolo blocco note personalizzato; forme identificabili disposte in modo vagamente associativo occasionalmente fanno capolino per creare un senso di realtà descritto come giocoso e sconcertante.

L’AUTORE

Martinez (77) è un artista con sede a New York noto soprattutto per i dipinti di grandi dimensioni caratterizzati da colori vivaci, linee e pennellate urgenti e forme e forme grafiche. Il suo stile combina pittura e disegno, astrazione e rappresentazione, un approccio casuale ai materiali con un’iconografia eclettica di elementi figurativi. Pur essendo contemporaneo nella scelta dei materiali e dei soggetti, collega una vasta gamma di influenze storiche, tra cui CoBrA, Action painting, neoespressionismo e Philip Guston, e convenzioni classiche di ritrattistica, natura morta e narrativa allegorica, filtrata attraverso la lente dell’esperienza quotidiana e della cultura popolare. 

Martinez ha esposto a livello internazionale, tra cui mostre personali al Bronx Museum of the Arts, The Drawing Center, Yuz Museum Shanghai, e Museum of Contemporary Art Detroit, e mostre collettive al Saatchi Gallery di Londra e Garage Museum of Contemporary Art di Mosca, tra gli altri. Il suo lavoro appartiene a istituzioni pubbliche tra cui il Bronx Museum, la Morgan Library & Museum, la Marciano Collection, la Saatchi Collection e la Colección Jumex. 

LE MOSTRE

La sua prima mostra personale in un museo ha avuto luogo al Davis Museum del Wellesley College nel 2017, seguita da mostre al Drawing Center, al Bronx Museum, al Museum of Contemporary Art Detroit e allo Yuz Museum.         

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento