Home Dal giornale Nella stalla di Domenico Carlini per conoscere la linea “vacca-vitello”

Nella stalla di Domenico Carlini per conoscere la linea “vacca-vitello”

da Alessandro Carli

Nel “recinto” dei giorni attorno alla celebrazione di Sant’Antonio Abate (per la Chiesa Cattolica la ricorrenza “cade” il 17 gennaio quando vengono benedette le stalle e i suoi “abitanti” e vengono posti sotto la protezione del santo; per la Chiesa ortodossa copta invece il 31 gennaio), è “spontaneo” andare tra la paglia e i bovini. L’azienda agricola di Domenico Carlini è “appoggiata” a Casole, sul declivio che “unisce” la Repubblica di San Marino alla Carpegna. Con lui, 23 fattrici e due tori. “Sono tutte di razza Limousine, che oltre ad avere una carne pregiata, secondo me sono la migliore tipologia per ottenere femmine fattrici da inserire nella linea vacca – vitello” esordisce Domenico mentre sistema il fieno. “Ho sempre fatto questo lavoro, anzi questo mestiere. Ho iniziato quando avevo 10 anni: ero ancora alle elementari e la mattina andavo in stalla con mio babbo e mio nonno a mungere. Quello che ho imparato lo devo a loro. È un’eredità familiare, una ‘storia’ dei Carlini. Oggi lavoro da solo, però ogni tanto mio figlio viene a darmi una mano quando esce dalla fabbrica”.

Un mestiere non facile, quello dell’allevatore. “Ci vuole molta passione. Molta. Anche perché si lavora 365 giorni all’anno e quindi devi sacrificarti e si devono sacrificare anche i propri familiari”. Le mucche, dice ridendo, “non vanno in ferie e non vanno a farsi l’aperitivo”. 

Gli orari seguono le stagioni. “In estate inizio verso le 5 o le 6 del mattino e vado avanti sino a notte, più o meno alle 22. In inverno ‘entro’ in stalla attorno alle 7 ed esco alle 19, se non ci sono particolari problemi”.

“Mi piacerebbe che mio figlio continuasse l’attività di famiglia” confida Domenico, “anche se è faticosa e, come detto, non ha orari né giorni di riposo”. A questo si aggiungono tante incertezze e altrettanti problemi. “Il prezzo del gasolio agricolo è lievitato e i trattori consumano parecchio. Poi c’è l’incognita del prezzo del grano: le oscillazioni, anche da un anno all’altro, sono vistose”.

Nonostante questo, Domenico non molla. Parla e lavora. “L’alimentazione è importante. I miei bovini vengono nutriti con soia, granoturco, orzo e favino. Tutti ingredienti naturali che macino io stesso. L’orzo proviene dal mio campo, per il granoturco mi affido alla CAPA mentre per il favino ‘busso’ ai colleghi allevatori di San Marino”.

Dopo 15/18 mesi i vitelli sono pronti per essere macellati. “Più o meno quando raggiungono un peso di tre quintali o tre quintali e mezzo. Per i primi 5 o 6 mesi i vitellini vengono nutriti dalla mamma attraverso il latte. Successivamente vengono portati all’ingrasso. La resa della limousine è buona: dipende dall’animale, ma la percentuale oscilla tra il 60 e il 64%, con cime sino al 70%”.  

Tra gli “intoppi” che possono capitare, anche quello del parto. “La Limousine è una razza forte: generalmente nel 90% dei casi figliano da sole, senza problemi. Nel 2023 sono dovuto intervenire due volte, ho dovuto aiutare due fattrici perché avevano i vitelli ‘girati di dietro’ e quindi c’era il rischio che potessero morire”. Per i due vitellini c’è comunque stato il lieto fine. Del resto, come ha scritto Thomas de Quincey, “le mucche sono tra le più gentili tra le creature viventi; nessuna mostra più appassionata tenerezza verso i propri piccoli quando è privata di loro; e, in breve, io non mi vergogno di professare un profondo amore per queste tranquille creature”.

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