Home Dal giornale Accordo di Associazione, tutti d’accordo sull’Europa

Accordo di Associazione, tutti d’accordo sull’Europa

da Daniele Bartolucci

L’Accordo di Associazione con l’Unione Europea è un obiettivo “unanime e trasversale” per le forze politiche, le categorie economiche e datoriali (ANIS, UNAS, OSLA, USC, USOT, ABS, ASI e ASPA), le organizzazioni sindacali (CDLS, CSdL e USL) e i rappresentanti delle istituzioni. Lo avevano espresso nell’ultima seduta della Commissione Mista, l’hanno ribadito nella conferenza “Ridisegnando San Marino, una rinnovata sovranità, sostenibile e sostenuta con l’apporto di tutti”, il momento di confronto e dibattito promosso dal PDCS lo scorso 2 dicembre. Se, però, questa maggiore integrazione è un punto d’arrivo (o di partenza), di certo occorre “ridisegnare” il Paese non solo in funzione dell’Accordo ma anche in funzione di quello sviluppo economico che anche internamente va riprogettato. Dal mondo imprenditoriale e in particolare da ANIS, tramite l’intervento del Segretario Generale, William Vagnini, le aspettative su riforme attese da anni e in particolare sulle “politiche industriali” sono molto alte. Sia verso il Governo attuale, che fino a prova contraria è in carica e nei pieni poteri per attivare tutti i cambiamenti previsti dai programmi, sia al prossimo Governo che si insedierà dopo le sempre più vicine elezioni del 2024.

LA POLITICA DICE “SÌ” ALL’EUROPA

“Un’opportunità non rinviabile che consentirà a San Marino di entrare nel mercato di riferimento europeo preservando la propria sovranità e salvaguardando le proprie caratteristiche identitarie”, sintetizzano dal PDCS rendicontando le dichiarazioni di tutti i rappresentanti della società, intervenuti alla conferenza. “Tutti i relatori che si sono alternati sul palco nel corso della giornata hanno concordato nel definire l’Accordo di Associazione, come l’unica possibile strada da percorrere per garantire un futuro di sviluppo e crescita a San Marino; un percorso facilitato dal fatto che la Repubblica è già da tempo parzialmente allineata agli adempimenti normativi che sono alla base dell’Associazione con l’Ue e dall’attenzione riservata alla disciplina di specifici ambiti”. Dopo i tre panel tematici, la conferenza è stata chiusa da una tavola rotonda con tutte le forze politiche, che ha visto la partecipazione di Luca Beccari (Segretario di Stato per gli Affari Esteri), Gian Carlo Venturini (Segretario Politico del PDCS), Lorenzo Forcellini Reffi (Domani Motus Liberi), Gerardo Giovagnoli (PSD), Erik Casali (PS), Roberto Ciavatta (Rete), Matteo Ciacci (Libera), Nicola Renzi (Repubblica Futura), Rossano Fabbri (Alleanza Riformista), Giovanna Cecchetti (Elego). “Tavola rotonda da cui emersa, in maniera netta”, sottolineano dal PDCS, “la consapevolezza da parte di tutte le forze politiche dell’importanza che riveste l’Accordo di Associazione con l’Ue e la necessità di portare avanti questo percorso nel segno della massima trasparenza rispetto alla cittadinanza, garantendo il massimo grado di coinvolgimento attraverso campagne di informazione e momenti pubblici; una volontà, quella legata all’Accordo, che dovrà essere centrale anche all’interno del programma del prossimo Governo, chiamato a dare attuazione ai contenuti dell’Accordo. Considerazioni puntuali, sono arrivate sul tema di un eventuale referendum, la domanda a tutti viene spontanea: che senso avrebbe celebrarlo vista la voce unanime di associarsi? Sarà compito delle forze politiche, sociali ed economiche far capire l’importanza e le opportunità dell’Accordo a tutti i cittadini”.

ANIS: “POLITICHE INDUSTRIALI CHIARE”

Anche per William Vagnini, Segretario Generale di ANIS, “l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea è un passaggio epocale che coinvolge rappresentanti di istituzioni, parti sociali, lavoratori, imprese e la società tutta e perciò non può che essere affrontato in maniera collettiva e partecipata. Per ANIS l’Europa è una destinazione irrinunciabile e un passaggio obbligato per un micro Stato come il nostro, che oggi sembra essere accettata come indiscutibile da tutti”, ha aggiunto riferendosi al consenso espresso proprio in quella conferenza. “Il dato ancor più significativo è che le aziende sammarinesi, operando prevalentemente sul mercato europeo, già ne rispettano le normative e sono compliant ai principi e alle regole previsti in Europa. Quindi di fatto ne subiscono gli oneri senza per contro poter beneficiare delle condizioni di contesto che sono invece ad appannaggio delle aziende europee in senso stretto”. Ma non sarà automatico, né tutto in una volta: “Quando viene detto che l’Accordo di Associazione porterà a una completa partecipazione delle imprese sammarinesi al mercato unico che conta circa 500 milioni di consumatori questo sarà vero solo nel momento anche San Marino si doterà di un sistema IVA, che non ammette più tentennamenti o rimandi, ricordando che lo stiamo attendendo dal 2014. Perché l’IVA è la lingua fiscale internazionale e soprattutto lo è nell’Unione Europea, perché non averla si traduce in un vero e proprio svantaggio competitivo, e perché le nostre imprese e i nostri cittadini meritano l’impegno del proprio Paese a diventare internazionale e riconosciuto come tale, come già lo sono molte delle nostre aziende. Cosa che ci libererà sia dagli oneri visibili e invisibili che oggi gravano il nostro interscambio commerciale con l’estero, sia dalla complicazione di dover spiegare la monofase, che ci fa apparire alieni e lontani anni luce dai nostri clienti e dal resto mondo. Finalmente”, ha spiegato Vagnini, “nel luglio scorso, il Congresso di Stato ha approvato una delibera con cui ha avviato questo progetto dando incarico al dott. Giampaolo Giuliani di coordinare l’esecuzione preliminare del lavoro di analisi su vari punti, compresi anche i testi normativi elaborati in precedenza, che dovrà essere concluso entro la fine di quest’anno per poi avviare la fase successiva che consisterà nella predisposizione del progetto di riforma contemplando i vari aspetti: normativo, informatico, procedurale, la gestione del periodo transitorio e quant’altro. Oggi il nostro auspicio”, ha esortato la platea, “è quello di rispettare le tempistiche che ci si è dati per evitare di perdere ulteriore tempo e quindi opportunità”.

Altro aspetto qualificante per il Segretario ANIS “è il fatto che tutto il sistema San Marino si troverà proiettato finalmente nella dimensione europea, determinando una riduzione del ruolo dello Stato nell’economia a favore di una maggiore facilità e libertà d’impresa, in linea con i principi fondanti del mercato unico. Un processo di liberalizzazione che contribuirà ad esempio a migliorare ancor più le regole del mercato del lavoro, magari abbandonando quelle logiche protezionistiche – di cui storicamente San Marino subisce il fascino – a tutto vantaggio invece del merito e della competenza”.

“Un altro tema a noi caro”, ha proseguito Vagnini, “è quello delle risorse – di come vengono gestite e di come aumentarle – è sempre fondamentale, e lo è ancor di più per San Marino da quando il debito estero è diventato un fattore cospicuo della nostra economia, e a cui deve necessariamente corrispondere un piano di interventi infrastrutturali e di modernizzazione. Le esigenze di liquidità per la spesa corrente e quelle di ripianamento dei debiti pregressi non possono assorbire tutto il prestito perché ciò significherebbe immobilizzare il Paese e anzi favorire spese improduttive, quindi altri sprechi.  Perciò rinnoviamo l’auspicio affinché tali risorse vengano impiegate nel finanziamento di riforme strategiche e opere pubbliche mirate ad accrescere i fattori di competitività del sistema Paese. Avere chiara la strategia per il Paese, che è il compito principale e il più nobile di ogni governo, serve proprio a questo: indirizzare concretamente le azioni, gli investimenti e tutte le scelte in una direzione coerente all’obiettivo di sviluppo del Paese, nei settori identificati che maggiormente garantiscano un futuro sostenibile, credibile e all’altezza del contesto più ampio a cui si è scelto di appartenere, nel nostro caso l’Unione Europea. L’economia reale è uno degli ambiti più meritevoli in assoluto su cui investire e sviluppare la strategia dello Stato e in particolare le imprese manifatturiere hanno già ampiamento dimostrato di essere una colonna portante del sistema economico sammarinese, dove l’imprenditore investe, crea posti di lavoro, genera indotto, e produce risorse che si riversano nell’economia e nel Paese stesso, con impegno, gioco di squadra e capacità. Per giunta stando sul libero mercato, in un contesto presidiato da norme, regole e requisiti stringenti, dove la differenza la fa il merito. Non ultimo poi l’economia reale è sicuramente quella che fornisce le migliori garanzie in termini di credibilità e reputazione per tutto il Paese. Una consapevolezza”, ha ammonito Vagnini riferendosi alla politica, “che non sembra essere così evidente quando purtroppo meritevoli investimenti e progetti di ampliamento proposti da importanti aziende anche già operative in territorio rischiano ingiustamente di essere bloccati e respinti dall’aula parlamentare”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento