Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: “La stanza di Agnese” con Sara Bevilacqua

Visto per voi a teatro: “La stanza di Agnese” con Sara Bevilacqua

da Redazione

Verticale forte subito! Un fondo rosso su cui si staglia Agnese signora Borsellino seduta accanto a consolle e telefono, l’ambasciatore che come un coro greco porta solo funeste parole. Il fondo è fortemente rosso, come il sangue, come l’agenda di Paolo Borsellino, che al momento dei ‘fatti’ mancava all’appello il 19 luglio del ‘92.

Si è aperto così “La stanza di Agnese”, lo spettacolo con Sara Bevilacqua (Meridiani Perduti Teatro) andato in scena venerdì 17 novembre sulle assi del Teatro della Regina di Cattolica.

Lontano dalla platea, seduta con discrezione, Agnese racconta la storia sua e del marito nominato magistrato all’età di 23 anni, il più giovane della storia d’Italia.

Lo schema narrativo è più o meno lo stesso di “Stoc ddò”, lo spettacolo, vincitore di Voci dell’Anima nello scorso anno, che raccontava una storia, più o meno analoga, di mafia e morte. Anche venerdì 17 novembre i protagonisti, oltre al testo di Osvaldo Capraro e all’interprete Sara Bevilacqua, impeccabili entrambi, sono la musica e la luce o meglio il buio che interviene improvvisamente a cambiare i toni. La musica entra due sole volte: la prima insistente come la descrizione a sostenere la descrizione della Kalsa il quartiere ancora marcato da arabi e bizantini, insistente come la giornata del loro primo vero incontro; la seconda a sancirne la fine.

Il buio ritorna a sancire le date dal 1977 in poi e i nomi dei morti ammazzati, ammassati come scarpe davanti alla gente.

Lei è la moglie del magistrato, è la moglie di Paolo, e la madre dei suoi figli e di questo racconta; un testo che è un racconto più incalzante di un’indagine. Non c’è un’esitazione, nessuna pausa, e il racconto si chiude con la proiezione di immagini di famiglia, un finale che sembra uno schiaffo, che poi è una carezza.

Sara è bravissima, tutti sono bravi. È la costruzione di un momento da guardare e leggere ed un momento da ricordare per sapere chi siamo e che il teatro è anche questa azione. Specie per i giovani a cui dai mediaweb non è dato pensare ma che nello stesso girono al matiné hanno avuto sala e spettacolo per loro.

Teresio Massimo Troll

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