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Contratti: Servizi in referendum. Si sblocca anche quello Pubblico

da Daniele Bartolucci

La “stagione dei rinnovi contrattuali” accelera sul finire dell’anno: dopo i rinnovi di Industria (2022-2023), Artigianato (2022-2023), Assicurazioni (2022-2024) ed Edilizia (2022-2024), Commercio (2022-2024) anche il settore dei Servizi si avvia alla fase referendaria per l’approvazione finale dell’accordo siglato tra datori di lavoro (ANIS e OSLA) e sindacati. Il 16 novembre sono iniziate infatti le assemblee referendarie per i datori di lavoro delle imprese del settore, chiamati anche loro in questo caso ad approvare il testo dell’accordo: il 21 novembre dalle 8:30 alle 18:30 e il 22 novembre dalle 8:30 alle 12:30, sempre alla Sala Montelupo di Domagnano, si svolgeranno le altre due giornate di votazioni: di voto i legali rappresentanti delle aziende con almeno un dipendente, i quali dovranno presentarsi – in una qualsiasi delle date sopra elencate presso la sala Montelupo – con un documento identificativo, all’interno degli orari indicati. “Questo contratto di lavoro”, ricordano ANIS e OSLA, “attendeva il suo rinnovo da 5 anni, essendo scaduto il 31 dicembre 2017, e riguarda 741 datori di lavoro che occupano 2621 lavoratori”. A tal proposito si ricorda che l’intesa raggiunta rivede principalmente l’aspetto economico e prevede i seguenti aumenti su tutte le voci economiche contrattuali: 1° gennaio 2022 = 0,50%; 1° gennaio 2023 = 2,5%; 1° gennaio 2024 = 1,5%; 1° luglio 2024 = 1,5%.  “Complessivamente”, spiegano quindi le due associazioni datoriali, “l’aumento delle retribuzioni ammonta al 6% e copre l’arco temporale 2018-2024”.

Il testo integrale del contratto è consultabile e scaricabile sui siti istituzionali delle due associazioni: www.anis.sm e www.osla.sm.

PUBBLICO IMPIEGO E BANCHE

Sulla stessa base economica del 6% complessivo nel triennio, ma spalmato in maniera differente (l’1,5% sul 2022 è infatti stato già erogato, a cui si sommerà un 2,5% per il 2023 e un 2% per il 2024), è stato trovato formalmente l’accordo tra sindacati e Governo proprio in questi giorni. “Riguardo ai contratti della Pubblica Amministrazione e dei Salariati AASLP”, ha annunciato la CDLS, “dopo circa un anno di intensa trattativa e confronto con la delegazione di Governo, ci si è avvicinati ad un dignitoso punto di equilibrio che prevede la rivalutazione delle basi tabellari ed alcuni interventi normativi. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto l’ultima stesura della bozza di accordo che è stata valutata dai Direttivi unitari della P.A. e che sarà oggetto di un ulteriore valutazione e discussione nell’attivo dei quadri del settore che è già stato convocato per il 14 Novembre”. L’attivo dei quadri di tutte e tre le sigle sindacali ha dato il via libera e l’accordo dovrebbe quindi venire firmato e regolarizzato a breve.

Discorso diverso, invece, per l’altro contratto scaduto da oltre dieci anni, ovvero quello dei lavoratori delle banche: “Il contratto di lavoro del settore bancario sammarinese, scaduto da oltre 13 anni”, spiega sempre una nota della CDLS, “vede l’invio, effettuato ad inizio ottobre scorso, della piattaforma di rinnovo contrattuale alle controparti. Nei giorni scorsi è stato inviato un sollecito ad ABS ed ANIS per richiedere un celere avvio della trattativa”. Nel frattempo “le Rappresentanze Sindacali del settore, unitamente ai tre Sindacati, hanno stigmatizzato la mancanza di adeguamenti alle tabelle economiche che risalgono a fine 2009 e la incapacità delle controparti di addivenire – in oltre 13 anni – ad un rinnovo contrattuale dignitoso che riconosca la perdita del potere di acquisto degli stipendi, in un settore che è strategico per il Paese e di fondamentale importanza in previsione dell’accordo con l’Unione Europea”.

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