Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: “Agosto a Osage County” diretto da Dini 

Visto per voi a teatro: “Agosto a Osage County” diretto da Dini 

da Alessandro Carli

Finalmente un testo e un allestimento che riconciliano il pubblico con il Teatro, quello con la consonante maiuscola. È un tuffo, piacevolissimo e meraviglioso, nel passato lo spettacolo che ha inaugurato il 14 novembre la stagione di San Marino. “Agosto a Osage County”, passato sulle assi del Nuovo di Dogana, difatti racchiude in sé tutti gli elementi necessari per strappare gli applausi della platea: durata (poco meno di tre ore compreso intervallo), scenografia (la macchina scenica con le pareti basculanti – quindi mobili – è strepitosa e funzionale) e soprattutto capacità attoriali della numerosa compagnia (dodici personae) che riesce a “restituire” all’auditorium tutta la forza del testo drammaturgico scritto da Tracy Letts.

Il centro dell’analisi dell’autore – ottimamente resa visibile e fruibile dal regista Filippo Dini – è l’equilibrio (precario e costruito su bugie e apparenze) delle relazioni familiari dei Weston, un nucleo statunitense – esattamente dell’Oklahoma – non così diverso da tanti altri: fantasmi nel cassetto, mezze parole accennate, comunicazioni tra le persone solo convenzionali. La mise en scene è una macchina potente che riempie gli spazi e gli occhi: ai cambi di ambientazione repentini e indovinati – le pareti vengono spostate per portare il pubblico in altri “interni” del vecchio casolare di Osage County – si alternano i continui spostamenti dal basso verso l’alto (i dialoghi si “compiono” anche in un salotto ricreato al primo piano). In questi “piani” si muove con superbo talento Anna Bonaiuto, convincente Violet e “regista sul palco” dello spettacolo: è lei che fa “ruotare” gli altri personaggi, li chiama a sé, li fa interagire per poi “spogliarli” delle loro apparenti certezze.  

Questo “Parenti e serpenti” in salsa USA – i riferimenti al film di Mario Monicelli sono piuttosto evidenti, tanti piccoli quadri singoli che poi si incontrano a tavola – è una lama che taglia e che fa riflettere: sul palco il pubblico – pirandellianamente – si vede vivere.

Sipario (color caffelatte).

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