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Il Bioparco apistico in mostra alla Biennale

da Alessandro Carli

Vetrina d’eccezione – di fatto una “finestra sul mondo” – quella che si illuminerà il 28 ottobre all’interno del Padiglione San Marino, la “sede” del Titano alla 18esima Biennale di Architettura 2023: l’ultimo sabato del mese difatti ospiterà la presentazione del Bioparco Apistico San Marino, elaborato dall’architetto paesaggista Filippo Piva di Pampa Studio e che vede coinvolti in prima linea la Cooperativa Apicoltori Sammarinesi, il Consorzio Terra di San Marino, la Segreteria di Stato al Territorio e Ambiente, il Soroptimist San Marino, l’Ufficio Gestione Risorse Agricole e Ambientali e Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici. Dopo il “taglio del nastro” ufficiale (avvenuto il 3 giugno 2023) e in attesa della “chiusura” di alcuni dettagli ancora mancanti (la “Camera di volo” e la messa a dimora di specie mellifere), l’architetto Filippo Piva entra nelle pieghe del progetto che ha impegnato il suo studio – a partire dall’architetto Davide Raffaelli – per circa un anno e mezzo.

La Repubblica presenta diverse aree verdi di un certo interesse…

“L’UGRAA è stato incaricato di identificare il sito più adatto tra nove differenti aree con caratteristiche ben precise. La scelta è ricaduta sul Parco di Montecchio, su uno spazio pubblico di 3.000 metri quadri in prossimità del Villino Bonelli, della Casa Fabrica, sede del Consorzio Terra di San Marino e della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi e della scuola di Fonte dell’Ovo. Un luogo ‘strategico’ e ben esposto a meridione, con un buon livello di biodiversità, ma anche funzionale in quanto è ben collegato a Borgo e Murata attraverso la ciclabile e le gallerie, al centro storico e al resto del territorio con numerosi sentieri naturalistici, disponendo, anche in un’ottica di sviluppo turistico, di numerosi parcheggi. A questo va aggiunta la vicinanza con il punto di ristoro del centro sportivo e la presenza, nel parco, di servizi igienici aperti al pubblico. Si è trattato quindi di ‘adagiare’ il percorso didattico sul sito individuato senza dover realizzare servizi strutturali perché già presenti”.

Un parco nuovo ma anche antico…

“Il parco è dedicato alla biodiversità e alla sua tutela, un tema molto urgente e attuale. Dopo aver studiato la morfologia del sito si è deciso di lasciare inalterata la percorribilità esistente in quanto era funzionale al progetto. Si tratta, in estrema sintesi, di un parco didattico per la conservazione della biodiversità e per la salvaguardia dell’ape autoctona (Apis mellifera ‘Ligustica’) e degli insetti utili nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. È stato concepito come un percorso che esplora l’evoluzione del rapporto tra ape e uomo attraverso i secoli. La notevole varietà floristica e l’esposizione meridionale rendono particolarmente idoneo il sito alla collocazione delle arnie che costituiranno l’ossatura del Bioparco. Una camera di volo – che è in via di ultimazione – permetterà ai visitatori di comprendere le dinamiche di un’arnia in totale sicurezza. Il parco inoltre sarà dotato di alcune librerie per insetti che saranno a disposizione per laboratori didattici con gli studenti che potranno inserire al loro interno materiali adatti alla loro nidificazione”.

Come ha trovato il punto di equilibrio tra l’uomo e le api?

“Nel progetto abbiamo pensato sia all’uomo che alle esigenze delle api ma anche al paesaggio e al rapporto con la vegetazione. Le api, come sanno bene gli apicoltori, ‘difendono’ i propri alveari: si è scelto quindi di posizionare le arnie in modo che la fruizione da parte dei visitatori avvenisse in sicurezza. Inoltre ai due ingressi del percorso, su appositi pannelli descrittivi, sono indicate tutte le modalità di visita del parco didattico in piena sicurezza”.

Al plurale?

“Nel parco sono state posizionate diverse tipologie di alveari: Top Bar, Warrè, Dadant. A queste sono state aggiunti i bugni villici, le ceste in paglia e i tronchi cavi. Per la realizzazione delle strutture di supporto sono stati impiegati materiali durevoli e con un buon grado di trasparenza per poterle meglio integrare nel paesaggio. trasparenti che si potessero integrare con il paesaggio. La scelta è ricaduta sul ferro – che permette di realizzare telai anche molto sottili – e sul legno”.

Legno che è diffusamente presente il tutto il parco.

“Nel percorso i visitatori incontreranno anche alcune legnaie: sono realizzate con i tronchi ormai secchi dei pini piantati negli anni Sessanta e Settanta, che gradualmente si stanno diradando lasciando spazio alla vegetazione autoctona. Sono stati lasciati lì per nutrire gli insetti lignivori e per incrementare ulteriormente la biodiversità”.  

Un ruolo importante lo riveste anche la scuola: parte del progetto è dedicato agli studenti.

“Il parco presenta anche una serie di ‘librerie’ pensate per coinvolgere le scuole. Sono dei ‘bee hotel’ per gli impollinatori selvatici, strutture in metallo composta da una serie di scaffalature da riempirsi con materiali adatti ad attirare i differenti impollinatori selvatici quali e api solitarie. L’attività potrebbe essere svolta durante laboratori e workshop con le scuole per incrementare tra le nuove generazioni la coscienza dell’importanza della biodiversità per la sopravvivenza di tutte le specie. Le classi creeranno insieme agli insegnanti apposite ‘scatole’ che di anno in anno verranno sostituite, ottimizzate, corrette. Sempre alle scuole, ma non solo, sono dedicati i pannelli informativi che conterranno anche i QR code: permetteranno di accedere ai parametri vitali delle arnie e consultare tutti i dati storici”.

In attesa della camera di volo…

“Sarà una struttura in legno e metallo dotata di una porta e di una serie di cannocchiali che permetteranno ai visitatori di vedere quello che avviene all’interno quindi le pratiche dell’apicoltore ma anche le dinamiche della vita sociale delle api”.

A che fase è il Bioparco?

“Sono state portate sia l’acqua che l’approvvigionamento di energia elettrica. Un’ultima fase del progetto, che partirà a breve, prevede l’installazione di alcuni sensori all’interno delle arnie che serviranno per monitorare l’umidità e la temperatura e di bilance elettroniche per ‘pesare’ la produzione e paragonarla con quelle delle annate precedenti. Camera di volo e vegetazione dovrebbero essere completati entro la primavera del 2024. Intanto la biodiversità ha già preso ‘posto’ nel parco, sintomo di un corretto approccio progettuale agli aspetti ambientali”.

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