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Cartolarizzazioni, obiettivo chiusura entro l’anno

da Daniele Bartolucci

L’operazione “pulizia NPL” è ormai pronta a partire e dopo gli strumenti normativi, inizia formalmente a delinearsi il quadro d’azione, a partire dai protagonisti, che saranno come noto JP Morgan nel ruolo di arranger (scelto nella rosa di nomi individuati da ABS, di cui facevano parte anche Kpmg e Prometea) e Banca Guber per la gestione del recupero crediti, più altri “due veicoli pubblici” nei quali gli NPL sono già confluiti da banche finite in liquidazione. A questi si aggiunge come advisor, notizia confermata dal Segretario Gatti in questi giorni, anche lo Studio Mularoni, che ha accompagnato ABS in questa partita fin dall’inizio, ormai diversi anni, come spiegò in Commissione il Direttore, Federico Gianni: “Il progetto di cartolarizzazione nasce su spinta dell’associazione già dal 2016 per trovare una soluzione sistemica e sostenibile sul tema degli NPL. Ed è stata elaborata una proposta concreta, condivisa con gli stakeholder e portata all’attenzione di Banca d’Italia che ha dato riscontro positivo. L’associazione ha poi fornito attività di supporto, coordinamento e spinta per la messa a terra del progetto e ha collaborato anche al decreto delegato sulla nuova mission di BNS”. “Ora”, ha aggiornato la situazione il Segretario di Stato alle Finanze, Marco Gatti, “i player ci sono tutti e ci auguriamo si possa concretizzare entro la fine di quest’anno. Lo scopo finale è quello di permettere alle banche di ottenere liquidità in tempi celeri”. E non si tratta di volumi di poco conto, visto che la stima ufficiosa è tra gli 800 milioni e il miliardo di euro (divisi tra Banca di San Marino, Cassa di Risparmio e Banca Agricola Commerciale, oltre ai due veicoli pubblici), anche se “i dati definitivi non li abbiamo perché in questo momento l’arranger e anche Banca Gruber stanno verificando i valori patrimoniali, quindi si passerà solo successivamente alla fase più definitoria, quindi più chiara della situazione”.

Un passaggio fondamentale quindi per il sistema bancario, certamente, sempre più indirizzato ad un allineamento di Basilea 3, quindi, ma anche del sistema in generale, che punta ad una maggiore integrazione nel mercato unico europeo attraverso l’Accordo di Associazione che si sta negoziando e che, anch’esso, ha come traguardo temporale la fine del 2023.

GARANZIE DELLO STATO SUL MODELLO ITALIANO

Nella recente intervista a Milano Finanza, Gatti ha confermato anche la collaborazione anche del team di Orrick (sempre come advisor indicato da JP Morgan), che è sintomatico di quale sia il modello di cartolarizzazioni si vuole tendere e in particolare su quali garanzie lo Stato potrà mettere in gioco: ovvero quello italiano della Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze (GACS) – a cui proprio Orrick ha dato un contributo fondamentale – che uno Stato offre in caso di insolvenza dei crediti deteriorati che sono stati oggetto di operazioni di cartolarizzazione da parte degli istituti di credito (vedi box a lato).

In pratica, come aveva già spiegato in Commissione lo stesso Gatti, “il processo di cartolarizzazione è volontario e le banche dovranno decidere quali crediti cartolarizzare con emissione di un veicolo che emetterà delle obbligazioni (ABS) e i crediti ceduti dovranno essere valutati da un valutatore. Chi valuta i crediti prenderà il portafoglio delle banche e dirà quanto c’è in attivo e quanto rispetto ai crediti si potranno incassare dal processo di cartolarizzazione. Poi non è detto sarà quello che si incasserà – le banche hanno già svalutato il 65% dei crediti originari – è possibile si incassi anche di più. Lo Stato dovrà decidere a quel punto se e quanta garanzia prestare: fisserà l’importo e la remunerazione e quella somma che lo Stato garantirà produrrà emissione di ABS senior. Se invece lo Stato dice che il valutatore non lo convince, allora ci sarà emissione senza le senior, senza che lo Stato presti garanzie”. Insomma, “lo Stato ha mani libere per decidere se e quali garanzie prestare e questo non impedisce di fare cartolarizzazione”, ma solo che ci saranno titoli senior (più tutelati, perché garantiti dallo Stato) e altri non senior, come le ABS junior, quelle con bassa possibilità di recupero proprio perché per il valutatore ha stimato che la somma non è recuperabile. In pratica, questo strumento dà “la possibilità allo Stato di non fare l’operazione se non è conveniente”.

A scanso di equivoci, Gatti ha anche ribadito ai microfoni di RTV che “l’operazione di cartolarizzazione non è una operazione di cessione dei crediti così come hanno fatto loro (l’ex compagine di Governo, ndr) con i crediti Delta; è una operazione interna di gestione tecnica di quelli che sono dei crediti non performanti che non vengono ceduti a terzi ma verranno incassati e tutto l’incasso fatto andrà a giovamento del sistema bancario sammarinese”.

IL MODELLO ITALIANO

La Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze (GACS) è stata introdotta nel 2016 con la legge 49, con l’obiettivo di aiutare le banche italiane a vendere i loro portafogli di crediti in sofferenza, cancellandoli quindi dai propri bilanci ed in pratica è una garanzia che lo Stato italiano offre in caso di insolvenza dei crediti deteriorati che sono stati oggetto di operazioni di cartolarizzazione da parte degli istituti di credito. Il provvedimento, infatti, è stato assunto dal Governo italiano per fronteggiare il numeroso ammontare di NPL all’interno dei bilanci delle banche italiane.

Il primo istituto ad attivare la GACS è stato Banca Popolare di Bari, ottenendola nel marzo 2017, per la tranche senior da 126.5 milioni, su un totale di cartolarizzazione di 480 milioni di euro. A seguire, molti altri istituti l’hanno attivata e ottenuta, tra cui Banca Monte dei Paschi di Siena, per la tranche senior da 2.91 miliardi di euro, su un totale di cartolarizzazione di 24.1 miliardi; Unicredit, per la tranche senior da 617.5 milioni, su un totale di cartolarizzazione di 17.7 miliardi; Banco BPM, per la tranche senior da 1.65 miliardi, su un totale di cartolarizzazione di 5.1 miliardi; UBI Banca, per la tranche senior da 628.5 milioni, su un totale di cartolarizzazione di 2.74 miliardi; Creval, per la tranche senior da 509.5 milioni, su un totale di cartolarizzazione di 1.6 miliardi; Banco di Sardegna (BPER), per la tranche senior da 232 milioni di euro, su un totale di cartolarizzazione pari a 1.04 miliardi; Banco Desio, per la tranche senior da 288.5 milioni, su un totale di cartolarizzazione pari ad 1 miliardo; Carige, per una cartolarizzazione totale di 940 milioni di euro. Il Sole 24 Ore ha stimato che lo Stato, fino al 2018, abbia incassato circa 100 milioni di euro di commissioni assicurative versate dagli operatori che hanno optato per la GACS. La datazione è interessante, perché come noto, a novembre 2018, la Commissione europea ha autorizzato la proroga della GACS fino al 7 marzo 2019, ritenendolo compatibile con la normativa in tema di aiuti di Stato, in quanto, come visto, la GACS è offerta alle banche a condizioni di mercato. Questo è un elemento che potrebbe interessare anche San Marino, essendo in corso la trattativa per l’Accordo di Associazione. Altri elementi di similitudine con questa normativa, sono più tecnici, in particolare su quali obbligazioni (ABS, asset backed security) effettivamente lo Stato metterà garanzia. L’Italia ha scelto, come dovrebbe fare anche San Marino, di garantire solo le obbligazioni “senior”, quindi i crediti di migliore qualità, in cui è più probabile che avvenga il rimborso, con una contenuta probabilità di insolvenza.

La differenza potrebbe essere invece sul rating, visto che la GACS italiana copre solamente le note che hanno un rating superiore all’Investment Grade. Quando scatta questa garanzia? In caso di insolvenza, a partire dal 90º giorno di mancato pagamento ed entro il termine di 9 mesi successivi alla scadenza del titolo, gli investitori possono escutere la garanzia direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che poi procederà a rivalersi sulla SPV.

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