Home Notizie del Giorno Visto per voi al Petrella: “L’amica geniale a fumetti” di Cerri e Lagani

Visto per voi al Petrella: “L’amica geniale a fumetti” di Cerri e Lagani

da Alessandro Carli

Non sempre chi è sul palco ha la percezione di quello che sta facendo: pirandellianamente difatti “chi vive, quando vive, non si vede: vive”. Non ne è esente l’ottimissima Chiara Lagani – drammaturga e fondatrice della compagnia teatrale Fanny & Alexander – che alla fine dello spettacolo “L’amica geniale a fumetti”, andato in scena sulle assi del Teatro Petrella di Longiano il 2 dicembre, durante l’incontro con il pubblico (è stata presentata la graphic novel di Mara Cerri ispirata al primo volume dell’opera di Elena Ferrante), ha definito la mise en scene “un recital”. In realtà è molto di più: in prima battuta perché i recital e i reading hanno un’aria mortifera e spesso fanno scivolare nella noia il pubblico (e questo lavoro invece ti cattura), e poi perché l’interpretazione di Chiara lo ha fatto diventare uno spettacolo fatto e finito, completo. E soprattutto emozionante.   

L’allestimento minimalista – sul fondale un telo in cui vengono proiettati i disegni di Mara Cerri, sul lato destro del palco (rispetto alla platea) una scrivania e una sedia, qualche foglio – risulta una scelta indovinata: i colori dei personaggi ma soprattutto la voce di Chiara “tratteggiano” una scenografia evocativa che porta gli spettatori non solamente dove è ambientata la storia – quella Napoli del dopoguerra, quella Napoli neorealista – ma dentro e attraverso l’amicizia tra due bambine, Lila ed Elena, Lenù, diverse e a loro modo uniche. A unirle una sfida: il lancio delle amate bambole nelle grate di un palazzo che sembrano i denti di un orco. E un orco, si scopre, c’è davvero: è Don Achille, gigantesco e mascherato, che gira con una borsa in cui nasconde misteri e terrori. Lila ed Elena sono convinte che le due bambole le abbia prese lui, e le reclamano, affrontandolo con grande forza. “Quel gesto cambiò tutto tra di noi. Per sempre”.

Ma è nel capitolo dell’adolescenza che l’amicizia diventa una storia d’amore fELIce, certamente geniale come il titolo, ma impreziosita da nuove dimensioni sensoriali ed emotive: i disegni, le voci, le strade che si riavvicinano. Una, per dirla alla maniera apocrifa di Fabrizio De André, conosce e rivela all’amica la sua “verginità che si tingeva di rosso”, l’altra inizia a realizzare un sogno, una linea di scarpe comode ed eleganti, nuove, non capite dai genitori – abituati alla praticità – che la sgridano e si oppongono. Per essere geniali bisogna essere in due. Chiara e Mara, Lila ed Elena, una mano che incontra un’altra mano. Due cuori che battono lo stesso tempo. E che sia quello della durata dello spettacolo – poco meno di un’ora – poco importa: una volta che si parte, si deve solo camminare insieme.

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