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Editoriale: Meloni, quali ministri ci manderà?

da Daniele Bartolucci

Quali saranno i ministri del Premier in pectore Giorgia Meloni? Che la leader di Fratelli d’Italia sia la candidata a succedere a Mario Draghi è ormai solo questione di ore, perché il risultato raccolto nelle urne domenica scorsa non lascia dubbi. Soprattutto perché la questione era già stata chiara fin dall’inizio e ribadita anche dai suoi alleati: i ruoli saranno decisi dal risultato elettorale. E il risultato è chiaro: Fratelli d’Italia ha più che triplicato sia la Lega di Salvini che Forza Italia di Berlusconi. L’incarico del Presidente Mattarella, di fatto, sembra solo una formalità. Ma quale “squadra” indicherà la Meloni? Il toto-ministri è già iniziato, come è normale che sia.

Ma anche dal Monte Titano l’attenzione è massima, soprattutto per le due figure chiave con cui ci si dovrà relazionare in futuro: Economia ed Esteri. Nel primo caso sembrerebbe in discesa la quotazione di Giulio Tremonti, che è entrato in Parlamento dalla porta di servizio, visto che non aveva vinto la sfida dell’uninominale. Sono passati diversi anni dal suo famigerato “Decreto incentivi” e la black list, ma a San Marino non l’hanno dimenticato e in molti avranno tirato un sospiro di sollievo nel vedere che in pole position ora ci sarebbe Fabio Panetta, economista ed ex direttore generale della Banca d’Italia, oggi nel comitato esecutivo della BCE. Per gli Esteri, invece, in ascesa le quotazioni di Antonio Tajani che, al pari di altri vertici di Forza Italia, ha sempre avuto buone relazioni con San Marino. Meno forti e radicati quelli con Fratelli d’Italia, mentre con la Lega qualcosa – soprattutto in campagna elettorale – si è mosso. E i rapporti, si sa, sono fondamentali.

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