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ANIS: “Subito riforme, spiragli su UE e IVA”

da Daniele Bartolucci

I ritardi sulle riforme e le ambiguità sulle politiche di sviluppo da una parte, la spinta che il settore industriale sta comunque dando al Paese in termini di numeri e di proposte dall’altra. L’Assemblea Generale dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, svoltasi il 30 giugno nella nuova sede di piazzetta Bramante, si è mossa su questo binario, a iniziare dalla relazione della Presidente Neni Rossini, dagli approfondimenti sui vari temi specifici da parte del Segretario Generale William Vagnini e della Responsabile per il  Lavoro Romina Menicucci, arricchiti dalle nuove analisi dell’Osservatorio ANIS (con un focus sui primi mesi del 2022) e dall’intervento sulle dinamiche a livello europeo e globale sulle politiche energetiche, a cura dell’ospite della giornata, l’Ing. Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno Leoni.

LE ATTIVITÀ SVOLTE E LE VITTORIE CONQUISTATE

Dopo aver soddisfatto gli obblighi statutari, con l’approvazione del bilancio 2021 e del preventivo 2022, la Presidente Neni Rossini ha illustrato tutte le attività svolte nell’anno appena trascorso, focalizzandosi su alcuni successi che ANIS ha raggiunto sia per i propri associati, ma anche per tutto il sistema. Il primo, che ha comportato un lungo lavoro di trattativa – come ha poi spiegato Vagnini nel dettaglio – è stato il rinnovo del contratto Industria siglato con tutte e tre le sigle sindacali.

Un passaggio delicatissimo, non solo per gli aumenti concessi (comunque inferiori all’inflazione stimata per l’anno in corso) e la flessibilità oraria garantita alle imprese, che ora permette di guardare con relativa tranquillità al percorso avviato con il Comitato Garante per addivenire al testo unico dell’Industria e quindi formalizzare – forse già entro l’anno – il primo contratto unico di settore con efficacia erga omnes secondo la nuova legge sulla rappresentatività. Il tutto mentre la maggior parte degli altri contratti è scaduto da anni. Anche su questi, però, ANIS è pronta a discutere con i sindacati per i settori di propria competenza (Servizi, Edilizia e Assicurazioni in particolare).

L’altro punto di valore dell’azione dell’ANIS è stato, già nel 2021, l’ottenimento di una sostanziale liberalizzazione delle assunzioni, superando di fatto quelle farraginose procedure che da anni tengono bloccate le imprese e il loro sviluppo. Il tema della mancanza di competenze nel mercato interno (ovvero le liste di collocamento) è diventato ancora più palese, ha fatto notare più volte ANIS, quando grazie alle assunzioni delle aziende industriali, tra le prime a intercettare la ripresa, la disoccupazione è scesa al 3%.

 Sul punto, ora, sta arrivando anche la riforma del mercato del lavoro e il 7 luglio ci sarà l’incontro sulla bozza del testo. ANIS, è stato annunciato, ha già convocato il proprio gruppo di lavoro ed è pronta a portare al tavolo tutte le sue proposte e indicazioni perché questa riforma rappresenti davvero un miglioramento per tutte le imprese sammarinesi.

UNIONE EUROPEA E IVA: PRIMI SPIRAGLI

Punto discusso in più passaggi, anche per la sua trasversalità, è stato l’Accordo di Associazione all’Unione Europea. Da una parte ci sono gli aspetti tecnici (e le carenze di informazioni, è stato fatto notare), ma dall’altra c’è una rinnovata volontà, da parte di una sempre più ampia fascia di popolazione, di integrarsi all’Europa. La pandemia e la guerra, del resto, hanno accelerato questo cambiamento. Ma il percorso non è ancora completato, anzi, anche se è vero che è stato annunciato il 2023 come limite temporale per concludere la trattativa.

Una trattativa, ha ricordato la Presidente Rossini, che non può prescindere anche dall’allinearsi al sistema IVA, cosa che San Marino non ha ancora fatto nonostante annunci, proclami e interi capitoli nei programmi di governo. Ma anche qui, come per l’Accordo con l’Unione Europea, sembra si stiano aprendo degli spiragli. “Il Governo – ha anticipato la Presidente agli associati ANIS – ci ha confermato l’intenzione di aprire un tavolo tecnico di lavoro per rivedere e completare la normativa dell’IVA sammarinese. E’ una buona notizia e siamo fiduciosi. Certamente non faremo mancare il nostro contributo di idee, esperienza e proposte, come abbiamo sempre fatto come ANIS”.

LE COSE NON FATTE E I RITARDI

Se è vero che c’è stata prima la pandemia (l’Assemblea tornerà a svolgersi finalmente in presenza e sarà in forma privata, quindi riservata ai soli associati, ndr) e poi la guerra in Ucraina, che stanno condizionando l’economia europea e globale, dall’altra c’è il percorso di ammodernamento, normativo e infrastrutturale, di San Marino, che non sta andando alla velocità sperata da parte degli Industriali. Più volte nella sua relazione la Presidente Rossini ha richiamato la classe politica a svolgere il proprio ruolo con determinazione e lungimiranza, spiegando come l’aspettare, il ritardare e il rimandare, aggravino solo i problemi. E San Marino ne ha tanti. Ma questa accelerazione sulle riforme non si è vista, hanno lamentato gli Industriali, che, proprio perché imprenditori, ha spiegato ai propri colleghi la Presidente ANIS, riescono a vedere meglio e prima certe dinamiche, perché operano quotidianamente sui mercati più competitivi, e capiscono quindi dove occorra intervenire. La politica, ovviamente, ragiona diversamente, ma anche per questo occorre che le parti sociali spingano tutte nella stessa direzione. Come è stato fatto per il contratto Industria, ha spiegato Neni Rossini, dove con senso di responsabilità sia la parte datoriale che quella sindacale non hanno alzato muro contro muro, ma hanno ricercato un virtuoso compromesso, erogando sì degli aumenti consistenti, ma anche mantenendo quella flessibilità che le imprese oggi hanno urgente necessità.

Per gli Industriali questa responsabilità e determinazione, propria degli imprenditori, dovrebbe guidare un po’ di più anche tutto il resto del Paese, in particolare sulle riforme che, per essere tali, comportano anche dei piccoli e grandi sacrifici. A iniziare da quella delle pensioni, su cui pare di capire che ci saranno interventi poco incisivi e non risolutori, mentre occorrerebbe, è stato ribadito, costruire un sistema solido e sostenibile nel tempo.

Di sostenibilità si è parlato anche in riferimento al nuovo Piano Regolatore Generale, su cui ANIS ha posto l’attenzione ad una serie di priorità, tra cui tutto ciò che riguarda le zone industriali, le infrastrutture e gli investimenti pubblici ormai non più rinviabili, a iniziare dalla viabilità.

OSSERVATORIO ANIS

“Il 2022 si sta dimostrando un anno di forte ripresa dei ricavi, prevalentemente con riferimento al primo semestre e con previsioni più caute per il secondo semestre”, ha spiegato il Dott. Simone Selva, che ha curato la nuova analisi dell’Osservatorio ANIS. “La pandemia, ancorché sembra sia stata superata la fase più acuta, unitamente allo scoppio del conflitto Russia-Ucraina sono fattori che stanno determinando un contesto di forte incertezza nonché di aspra competizione per l’effetto inflattivo che ne deriva nella maggioranza dei settori. L’effetto inflattivo, come evidenziato da molteplici intervistati ed in particolare nella sezione relativa alle principali difficoltà riscontrate, è dettato da una effettiva carenza di materie prime ed importanti difficoltà negli approvvigionamenti. L’incremento dei costi di approvvigionamento, per difficoltà produttive a monte, e dei costi dell’energia sta rendendo difficile la continuità produttiva per cui il rischio percepito è quello di una crisi non tanto legata alla domanda, bensì all’offerta, cioè alla capacità di onorare gli ordinativi per mancanza di materie prime, elevati costi di trasformazione e carenza di personale.

La nuova analisi dell’Osservatorio ANIS (disponibile sul sito www.anis.sm) è stata condotta al fine di presentare una situazione il più aggiornata possibile delle imprese associate (sono stati compilati 95 questionari, circa il 30% delle aziende ANIS), con riferimento ai principali effetti e alle azioni intraprese nel corso dell’anno 2022, mediante  raccolta di dati qualitativi e quantitativi circa l’andamento del I Semestre 2022 e di dati previsionali circa l’andamento del II Semestre 2022. Inoltre, l’analisi presenta una simulazione relativa al trend dei ricavi per settore realizzati nel I semestre 2022 oltre alle previsioni di vendita per il II semestre 2022.

Ricavi Il trend dei ricavi di vendita registrato nei primi due trimestri 2022 è considerevolmente superiore a quanto registrato nei primi due trimestri 2021”, mentre “le previsioni per il secondo semestre sono evidentemente più prudenziali”.

Incertezza “Con riferimento ai due fattori indicativi delle attese degli imprenditori, ossia le assunzioni e gli investimenti, si rileva infatti dagli intervistati una sostanziale stabilità del lavoro e ad una accurata selezione degli investimenti. Quest’ultimo è il segnale prevalente che descrive l’incertezza del momento storico.

Occupazione Le aziende ANIS hanno confermato la loro vocazione alla crescita, anche del proprio organico, che ha continuato a crescere, principalmente nel settore meccanico e nei servizi. “Il 36,84% degli intervistati ha effettuato un incremento nell’organico”, ma nei prossimi mesi “il 51,58% delle aziende non prevede di fare assunzioni o prevede una riduzione di personale”. Resta, comunque, quel 31,58% degli intervistati che ha in previsione un incremento dell’organico, prevalentemente nei settori Carta stampa grafica, Bio-Farma, Informatica e telefonia.

Investimenti Stessa prudenza sul capitolo investimenti: “L’assoluta maggioranza delle imprese intervistate, nel I semestre 2022, non ha effettuato investimenti o ha effettuato investimenti con importi simili al 2021” e “solo il 20% degli intervistati ha effettuato investimenti per importi superiori al 2021”. E nei prossimi mesi? “La maggior parte delle aziende del campione hanno dichiarato che non saranno effettuati investimenti nel secondo semestre 2022”, ad eccezione di quelle dei settori Bio-Farma, costruzione e riparazione impianti e Legno arredo, che invece effettueranno prevalentemente investimenti simili al 2021. “La percezione prevalente per le imprese del campione è quella del mantenimento. Solo la minoranza delle imprese ritiene che potrà avvenire un decremento del fenomeno inflattivo.

Principali difficoltà Come spiegato, l’indagine ha permesso di raccogliere dati finalizzati all’identificazione degli elementi di maggiore criticità rilevate nel primo semestre 2022. In tal senso “il 32,63% dei rispondenti ha identificato la principale difficoltà nel dare continuità alla produzione per blocchi delle catene di fornitura (supply chain). L’elemento della scarsità delle merci, che sta determinando l’inflazione attuale è uno degli elementi più critici che sta caratterizzando il 2022”. Gli altri due elementi di difficoltà percepiti come rilevanti sono il reperimento di personale adeguato a ricoprire le mansioni assegnate, unitamente alla difficoltà nell’individuare l’andamento dei mercati: “La difficoltà nel reperire fattori di produzione unitamente ad un mercato dall’andamento incerto sono certamente due fattori che frenano gli investimenti”.

Marginalità Conseguentemente alla difficoltà di reperimento delle materie si è assistito ad un importante incremento dei costi di acquisto con picchi fino al 50% di maggiorazione. Ma se “per contemperare i differenziali di prezzo le imprese hanno dovuto incrementare i prezzi di vendita”, “il 70,53% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver adeguato i prezzi al più fino al 10%. Il quadro generale”, ha avvertito quindi il dott. Selva, “presenta certamente delle difficoltà in termini di marginalità in quanto gli adeguamenti dei prezzi di vendita non sono quasi mai stati proporzionali agli incrementi di costo subiti”.

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