Home Dal giornale Corpo diplomatico, si cambia: nuove sfide, nuovi “gradi”

Corpo diplomatico, si cambia: nuove sfide, nuovi “gradi”

da Alessandro Carli

Definizione dello status giuridico dei funzionari della carriera diplomatica e dei dirigenti del Dipartimento Affari Esteri, anche nel confronti dell’Amministrazione Pubblica; miglior definizione dei requisiti per l’ingresso nella carriera diplomatica; definizione della modalità di avanzamento nella carriera diplomatica, che tiene conto, oltre agli anni di servizio, anche della disponibilità di posizioni nella struttura del Dipartimento Affari Esteri, dell’attività svolta presso le sedi all’estero, della valutazione del servizio svolto e della professionalità acquisita; modifica dei gradi della carriera diplomatica, che da 4 diventano 5; previsione di attività di formazione per i funzionari della carriera diplomatica; introduzione della categoria delle sedi diplomatiche strategiche; più dettagliati criteri per la nomina e revoca di Agenti Diplomatici e Consolari non appartenenti alla carriera diplomatica; definizione di Ambasciatore a Disposizione e l’introduzione della fattispecie diplomatica dell’Inviato Straordinario; introduzione di disposizioni relative all’assegnazione di funzionari della carriera diplomatica presso una sede all’estero, che includono: la durata degli incarichi come residenti o non residenti, il calcolo della retribuzione di sede, le spese di alloggio, di trasloco, di viaggio, quelle sanitarie e scolastiche; ridefinizione dei gradi di accredito diplomatico e consolare; trattamento retributivo e le indennità diplomatiche; introduzione dell’aspettativa per i funzionari diplomatici in caso di incarico a tempo determinato presso organizzazioni o organi internazionali; norme transitorie che includono i criteri di entrata in carriera diplomatica dei funzionari attualmente in forza al Dipartimento Affari Esteri e alle sedi all’estero. Questi i principali elementi di novità introdotti dal Progetto di Legge sulla regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino che andrà in prima lettura nella prossima sessione del Consiglio Grande e Generale.

“L’esigenza di una regolamentazione del servizio diplomatico – si legge nella relazione della Segreteria di Stato per gli affari esteri, per la cooperazione economica internazionale e le telecomunicazioni – è emersa sempre più chiaramente negli ultimi anni, che hanno visto mutare le esigenze della politica estera sammarinese ed evidenziare il ruolo strategico che il settore diplomatico ha sempre svolto per la Repubblica.

La struttura diplomatica necessita di una migliore definizione in termini organizzativi e di funzione per affrontare le nuove sfide che l’attendono, sia a livello qualitativo sia quantitativo. Prima di descrivere il provvedimento legislativo che viene posto all’ attenzione del Consiglio Grande e Generale, è opportuno richiamare in premessa alcune riflessioni che costituiscono il presupposto fondamentale per la comprensione del progetto di legge e inquadrano le nuove esigenze cui il nostro Paese deve fare fronte nel mutato scenario internazionale, sia per quanto concerne i rapporti multilaterali sia bilaterali. Come è noto, ma giova ricordarlo, nella storia della nostra Repubblica la politica estera ha sempre esercitato un ruolo fondamentale, sia in tempi lontani, ove vi era necessità di difendere l’integrità del nostro piccolo territorio, sia nei tempi più recenti quando, prima attraverso il rapporto con l’Italia e poi attraverso l’entrata a far parte dei principali Organismi internazionali, sono state siglate intese la cui ricaduta economica ha giovato per decenni al benessere e alla crescita del nostro Paese. L’importanza di questo vitale settore si è accresciuta ancora maggiormente negli ultimi anni, nei quali la necessità di addivenire a una radicale trasformazione dell’intero sistema economico sammarinese ha imposto tutta una serie di nuove e stringenti priorità alla politica estera, che includono: una maggiore rappresentatività e incisività negli Organismi internazionali al fine di diffondere sempre più e meglio l’immagine statuale e le peculiarità storiche, culturali ed economiche del nostro Paese, l’intensificazione del rapporto con l’Unione Europea e la definizione del futuro assetto delle relazioni politiche ed economiche, il potenziamento delle relazioni bilaterali soprattutto con quei Paesi che possono essere definiti strategici per il nostro rilancio economico, oltre che, naturalmente, l’intensificazione delle relazioni con l’Italia per l’attuazione di un rinnovato rapporto di cooperazione.

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