Home Dal giornale “Accordo con Enel per la fornitura di gas: 6 anni ad meno di 50 euro per Mwh”

“Accordo con Enel per la fornitura di gas: 6 anni ad meno di 50 euro per Mwh”

da Daniele Bartolucci

Le politiche energetiche si stanno affermando ormai da tempo nelle agende di tutti i Governi, e San Marino non fa eccezione. Se la totale sudditanza dall’esterno (se si esclude la piccola percentuale di autoproduzione di energia da fotovoltaico, che vale circa il 5% del fabbisogno) è purtroppo uno dei risultati dell’assenza di queste politiche nelle agende degli anni passati, con la crisi determinata prima dalla pandemia e aggravatasi a livelli mai visti con il conflitto in Ucraina certi temi sono diventati di stretta attualità, con conseguente ricerca di soluzioni per l’immediato ma anche e soprattutto per il futuro. Da una parte, quindi, c’è la questione del caro tariffe, che San Marino ha affrontato proprio in questi mesi, riuscendo a ridurre le richieste iniziali dell’AASS, dall’altra c’è invece da pianificare al meglio una strategia che punti ad una maggiore autonomia, controbilanciata da una garanzia degli approvvigionamenti di ciò che non si può o non si riuscirà a produrre in territorio. A partire dal gas, su cui qualcosa si è mosso proprio in questi giorni, con la chiusura di un accordo con Enel per la fornitura per i prossimi 6 anni ad un prezzo inferiore ai 50 euro per Mwh.

“COPERTI SUL GAS ORA AVANTI COL RESTO”

“Siamo riusciti a garantirci una fornitura di lungo periodo con un prezzo decisamente adeguato rispetto all’andamento di un mercato impazzito”, così il segretario di Stato con delega ai Rapporti con Aass, Teodoro Lonfernini, ha commentato l’accordo siglato con Enel per il gas, “chiuso appena due giorni prima che scoppiasse la guerra”. “Il prezzo base è stato concordato a poco meno di 50 euro al Mwh per i prossimi 6 anni”, è entrato nel merito, “non poco sicuramente, ma se consideriamo che in questi giorni si sono raggiunte cifre superiori ai 300-350 euro, si comprende bene il valore di questo accordo, che comunque ci copre sulla fornitura di gas per un periodo importante. Ora dobbiamo farlo anche sugli altri energetici, su cui”, conferma Lonfernini, “c’è un discorso differente da fare, più ampio, perché oltre alla fornitura dall’esterno dobbiamo e vogliamo aumentare la produzione interna. C’è un margine importante per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, soprattutto con il fotovoltaico, ma non solo. Come per il circuito idrico”, ha avvertito Lonfernini, “servono infrastrutture, che non abbiamo ancora ma che andremo a individuare e realizzare in territorio, per diventare più autonomie  più efficienti”. Ma anche fuori territorio, come hanno ipotizzato diversi esponenti della maggioranza in questi mesi, siglando accordi di investimento con quei Paesi che li stanno realizzando, ad esempio. E qui entra in gioco ancora una volta la diplomazia: anche in questo caso l’aver preso una posizione “europea”, senza isolarsi, potrebbe agevolare anche questo tipo di dinamiche.

“IN ARRIVO AUMENTI: LI CALMIEREREMO”

Come noto, le delibere dell’Autorità hanno sì concesso degli aumenti, ma abbastanza contenuti: si va dal 25 al 35% per l’energia elettrica delle utenze domestiche e dal 25 al 40% per quelle aziendali, mentre per il gas si è deciso un aumento generalizzato del 30% per tutti gli scaglioni “domestici” e dal 36,1 al 45,7% per il “gas tecnologico primario” (il “secondario” invece ha subito un aumento del 30%). “Si tratta”, aveva spiegato al tempo il Segretario Lonfernini, “di un aumento medio stimato per ogni famiglia di circa 350-400 euro all’anno, quando in tanti Paesi anche dell’Unione Europea, tali aumenti potrebbero essere addirittura mensili. Crediamo che grazie agli interventi apportati siano aumenti sostenibili, ma non possiamo fermarci qui”. Lo stesso Lonfernini, insieme al collega Luca Beccari (Esteri), ha spiegato questa settimana che “il Congresso di Stato sta valutando attentamente come intervenire per calmierare ulteriormente le tariffe e non solo quelle, perché è indubbio aspettarsi ulteriori aumenti conseguenti alle tensioni sui mercati degli energetici e delle materie prime generate dal conflitto in Ucraina”. Tra questi è già sotto gli occhi di tutti quello della benzina e del diesel, che anche a San Marino sono stimabili in circa il 50% in poche settimane: “Ci sono diverse valutazioni in corso”, ha spiegato Beccari, “comprese quelle sulle proposte formulate da alcune associazioni di categoria (vedi articolo a pagina 8) e tradotte in proposte pervenute in Consiglio Grande e Generale riguardanti l’aumento della scontistica Smac ai distributori. C’è quindi un ampio ragionamento in corso sui carburanti, che potrebbe portare anche all’ipotesi di differenziare l’intervento tra cittadini e operatori economici”. Un’ipotesi che sta prendendo corpo, ad esempio, nella vicina Italia all’indomani della “tregua” siglata tra Governo e autotrasportatori, che per il momento ha scongiurato il blocco dei trasporti lungo lo stivale.

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