Home Dal giornale Dal “conto Mazzini” a nuove regole per i politici eletti

Dal “conto Mazzini” a nuove regole per i politici eletti

da Alessandro Carli

Se il maxi processo denominato “Conto Mazzini” si è concluso con la sentenza di secondo grado il 4 marzo (per sfogliare e scaricare il testo basta inquadrare il Qr-Code in fondo al seguente articolo), è certo che le assoluzioni e le (poche) condanne decise dal Tribunale abbiano esaurito i temi di discussione. La prova è nelle critiche e nelle polemiche che si sono subito innescate al termine del processo più importante della storia sammarinese, iniziato il 19 ottobre del 2015 e che in tutti questi anni ha coinvolto a vario titolo quasi 150 persone, ma, soprattutto, che ha visto s banco degli imputati 21 persone fra cui ben 8 ex Segretari di Stato e 5 ex Capitani Reggenti.

Il fatto che proprio i politici siano stati tutti assolti ha per certi versi fatto più clamore delle stesse accuse che gli erano state rivolte, soprattutto alla luce delle condanne in primo grado e al fatto che la Procura Fiscale e l’Eccellentissima Camera, rappresentata in aula dall’Avvocatura dello Stato, ne avevano chiesto  la conferma. “Ma questa”, come ha ricordato il Segretario alla Giustizia Massimo Andrea Ugolini, “è la fase processuale, che si è conclusa con la sentenza di secondo grado e su cui la politica e il Governo non c’entrano nulla, nemmeno nella decisione del Collegio Garante, che, sia chiaro, ha avuto un impatto sul processo  – ha chiarito subito, smentendo una presunta ingerenza che da più parti è stata invece paventata – mentre credo che la politica, tutta, possa e debba riflettere su certi comportamenti, opportunità e dinamiche che riguardano quel passato e da cui tutte le forze politiche hanno preso le distanze”.

TRASPARENZA: LE NUOVE REGOLE PER I CONSIGLIERI

Ci sono dunque due livelli di lettura, uno inerente i reati contestati, che si sono sciolti come neve al sole nell’ultima fase del processo, e uno più politico, che invece può condannare quel periodo storico e i suoi protagonisti, creando anche quegli anticorpi necessari ad evitare gli stessi errori e problemi in futuro. Ed è ciò che San Marino vuole fare. Anzi, in parte ha già fatto – con norme sempre più stringenti dal 2008 in poi soprattutto a livello finanziario e fiscale – e che ora, anche su indicazione del GRECO, vuole continuare a fare: “Con il pacchetto di norme sull’ordinamento giudiziario appena approvate”, ha spiegato il Segretario Ugolini, “abbiamo soddisfatto la prima parte, ora dobbiamo esaurire anche la seconda parte di osservazioni, che riguardano invece la politica e in particolare il nostro Parlamento, ovvero per i Consiglieri eletti in Consiglio Grande e Generale, ma anche per i Segretari di Stato, che sono prima Consiglieri. Si tratta di una serie di provvedimenti che aumenteranno il grado di trasparenza nei confronti della cittadinanza, in particolare sulla situazione reddituale e patrimoniale, che oltre ad essere obbligatoria come presentazione, dovrà essere aggiornata di anno in anno. Allo stesso modo si sta valutando come individuare gli eventuali conflitti di interesse”.

In pratica un “Codice di Condotta per i membri del Consiglio Grande e Generale”, il cui testo è stato approvato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Grande e Generale ai sensi dell’articolo 55, comma 2, della Legge Qualificata 3 agosto 2018 n.3 e sue successive modifiche, in discussione proprio in questa sessione del Consiglio Grande e Generale. “A livello finanziario e fiscale”, spiega il collega Marco Gatti, Segretario di Stato alle Finanze, “esiste già la possibilità di controllo sulle persone politicamente esposte, con questo Codice di Condotta andremo a rendere ancora più trasparente la posizione dei singoli Consiglieri. Una garanzia ulteriore, in pratica, per la cittadinanza, che si aggiunge alla riduzione operata nel tempo della discrezionalità in capo ai politici, spostandola sempre più sull’Amministrazione. Non del tutto, ovviamente, perché ci sarà sempre un livello di discrezione nelle valutazioni che la politica deve compiere e per questo vanno individuati al meglio anche i criteri oggettivi a cui riferirsi. Semmai è sul carattere concessorio di certi provvedimenti che si è focalizzata l’attenzione nel recente passato, togliendo molto potere discrezionale in queste dinamiche”.

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