Home Dal giornale “Revisione dell’IGR, stimabili 16-20 milioni di gettito in più”

“Revisione dell’IGR, stimabili 16-20 milioni di gettito in più”

da Daniele Bartolucci

Da una parte le riforme, a partire dalla revisione dell’IGR che potrebbe arrivare già entro l’estate, dall’altra la messa in sicurezza del sistema bancario e il suo rilancio, che passano attraverso i nuovi strumenti normativi predisposti nell’ultimo anno (cartolarizzazioni e procedimenti civili) e che stanno per diventare pienamente operativi, dopo aver completato il lavoro sullo statuto dell’IGRC che dovrà gestire gli attivi bancari e il recupero crediti dubbi ceduti al cosiddetto Veicolo di Sistema. E’ questo il binario su cui si sta muovendo il Governo e in particolare la Segreteria di Stato alle Finanze, retta da Marco Gatti, che ha annunciato da tempo la road map degli interventi (IGR, pensioni e NPL nel 2022, anno in cui si dovranno metter mano anche al mercato del lavoro e completare le analisi sul passaggio dalla monofase all’IVA) e che ha formalizzato la tempistica concordata in Congresso di Stato sulla riforma dell’IGR, ovvero la seconda lettura entro l’estate, per produrre i suoi effetti a partire dal bilancio del 2023.

LA NUOVA IGR: COSA CAMBIERÀ

“L’Imposta Generale sui Redditi risale alla riforma fiscale introdotta da una legge del 2013”, ricorda il Segretario Marco Gatti, “per cui era opportuno analizzarne impatto, operatività e risultati, al fine di migliorare alcuni aspetti, tra cui anche quello di garantire un’imposizione più equa e un gettito più alto per lo Stato. Un obiettivo”, spiega, “che possiamo raggiungere senza innalzare le aliquote, ma aumentando la base imponibile. Questo si potrà ottenere intervenendo sulle deduzioni e detrazioni”. 

Senza entrare nel merito, Gatti lascia quindi intendere che le maglie oggi siano troppo larghe, basti pensare alla deducibilità tramite il circuito Smac, che è di fatto un regime forfettario, o a tutte le agevolazioni presenti ad ogni livello.

Già solo il riordino di queste ultime, si diceva qualche anno fa, avrebbe aumentato di qualche punto il gettito dello Stato, ma questa “revisione” pare ne porterà parecchi in più: “Il lavoro portato avanti in questi mesi ci ha permesso di fare anche delle stime, ovviamente prudenziali, su quello che potrà essere l’aumento del gettito e ci possiamo attendere che aumenti di circa 16 milioni di euro, con la possibilità di arrivare a circa 20 milioni intervenendo su quanti oggi, in alcuni casi, versano tasse all’estero invece che a San Marino. Si tratta di 16 milioni di euro sul prossimo bilancio e su quelli successivi”, avverte Gatti, spiegando che per arrivarci occorre completare l’iter legislativo in fretta e per questo con il Congresso di Stato è stata condivisa una tempistica puntuale: “Sono quasi pronte le linee guida del provvedimento, che verranno presentate in Commissione entro febbraio. Quindi ad aprile avvieremo i confronti necessari con parti sociali e categorie economiche, per arrivare ad un testo di legge da portare in I e poi in II lettura entro maggio o giugno”.

DEBITO PUBBLICO E NUOVI TITOLI DI STATO

Se il gettito è una componente fondamentale del Bilancio dello Stato, anche il debito pubblico ha assunto tale ruolo nel tempo, soprattutto oggi che ha raggiunto livelli importanti per San Marino con l’emissione dei 340 milioni di euro di Titoli di Stato sul mercato internazionale. “Titoli che scadranno nel 2024”, ricorda Gatti, “e su cui stiamo facendo un ragionamento complessivo anche in vista delle probabili tensioni che si prospettano all’orizzonte sui tassi di interesse”. Tradotto, si potrebbe decidere di ristrutturare tale debito prima della scadenza, sfruttando gli attuali tassi, prima che esplodano trainati dall’inflazione. Nel mentre, sicuramente qualche altra emissione verrà fatta: “Se è vero che la finanziaria ha concesso l’emissione fino a 150 milioni di euro di nuovi Titoli di Stato”, spiega Gatti, “abbiamo valutato di sfruttarne solo una parte, per 50 milioni euro, che verranno emessi sul mercato interno tra le altre cose. Tale cifra ci dovrebbe permettere di avviare diversi progetti attesi per l’ammodernamento sia delle infrastrutture sia delle stesse norme e ordinamenti. Anche le riforme”, avverte infatti il Segretario alle Finanze Marco Gatti, “possono comportare per lo Stato dei costi accessori, soprattutto nelle prime fasi. Basti pensare alla fatturazione elettronica che abbiamo attivato pochi mesi fa, ma soprattutto al futuro passaggio all’IVA, che si traduce ad esempio in strutture, software, formazione dei dipendenti”.

NPL, IN ARRIVO LO STATUTO DELL’IGRC

L’altro filone, come detto, riguarda il sistema bancario e la risoluzione degli NPL. “Siamo al lavoro sullo statuto dell’IGRC”, annuncia Gatti, “per completare il progetto che abbiamo avviato l’anno scorso con le cartolarizzazioni e le procedure civili”. Proprio dalla legge 30 agosto 2021 n.157 deriva questo nuovo passaggio, in quanto l’IGRC “indica il Servicer, costituito, regolato ed incaricato per la gestione degli Attivi Bancari incluso il recupero dei Crediti Dubbi ceduti dagli Originator al Veicolo di Sistema, ai sensi del Decreto Delegato 27 luglio 2020 n.126 e successive modifiche”. Ovvero, come specificato nell’art. 13, “IGRC è il Servicer incaricato dal Veicolo di Sistema per incassi, pagamenti, recupero crediti o gestione e smobilizzo degli Attivi Bancari ceduti dagli Originator e in seguito cartolarizzati”. Di fatto, potrebbe (e in taluni casi dovrà) gestire anche attivi che riguardano direttamente e indirettamente lo Stato, “ma proprio per questo l’obiettivo è che lo Stato mantenga tutte le garanzie di controllo, al di là della quota detenuta, che potrebbe essere anche di minoranza. Per esempio con la possibilità di veto su talune operazioni o di preventivo gradimento per altre”.

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