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Debito e conti pubblici, “sostenuti” dalle riforme

da Daniele Bartolucci

Da una parte il pareggio di bilancio che ancora non è stato raggiunto, dall’altra l’esigenza di aumentare le entrate e ridurre le uscite tramite le riforme strutturali che si attendono da anni. La finanziaria per il 2022 si muove su questi binari, come annunciato dal Governo nelle scorse settimane e come ribadito dal Segretario alle Finanze Marco Gatti nella relazione accompagnatoria al progetto di legge depositato nei giorni scorsi in vista della prima lettura a dicembre (a cui seguirà subito la seconda, entro la fine dell’anno, dove ci saranno tutte le modifiche post confronti).

IL DISAVANZO PREVISTO NEI PROSSIMI ANNI

Nella seduta del 19 novembre il Congresso di Stato ha deliberato l’approvazione del progetto di Bilancio previsionale per l’esercizio finanziario 2022 che, si legge, “chiude in equilibrio di bilancio mediante previsione sul cap. 3-3-7813 ‘Poste compensative per copertura disavanzi e per esigenze di liquidità’ per euro 79.366.284,98”. Mentre “il progetto di Bilancio previsionale per l’esercizio finanziario 2023 che chiude in equilibrio mediante registrazione sul cap. 1220 ‘Accensione di mutuo a pareggio del bilancio’ per euro 71.199.727,84” e “il progetto di Bilancio previsionale per l’esercizio finanziario 2024 che chiude in equilibrio mediante registrazione sul cap. 1220 ‘Accensione di mutuo a pareggio del bilancio’ per euro 53.499.493,24”.

DA “PRESTITO PONTE” A TITOLI DI STATO

La gestione del debito pubblico è una questione prioritaria per il Governo, alla luce dell’apertura al mercato internazionale e l’obiettivo dichiarato è quello di “non aumentare il debito, semmai ridurlo nel tempo e rendere sostenibile la sua gestione”. In parole povere, rinnovarlo se necessario e pagare meno interessi. Questo sarà possibile solo se il rating di San Marino migliorerà e se gli investitori avranno sempre più fiducia nel Paese, quindi le riforme diventano uno strumento essenziale anche in tal senso. Nel frattempo, però, ci sono i debiti già contratti, che vanno gestiti al meglio. In tal senso, “altresì per mantenere adeguati ed idonei livelli e margini di liquidità”, spiega Gatti nella relazione, “inoltre in considera zione della chiusura del prestito cosiddetto ‘ponte’ della società Cargill che deve avvenire il mese di dicembre p.v., è prevista all’articolo 2 del presente progetto di legge la possibilità di un ricorso a finanziamenti interni o internazionali, nella misura massima di € 150.000.000. Si ritiene importante evidenziare al riguardo che tale previsione di finanziamento rappresenta comunque il limite massimo di ricorso a ulteriori finanziamenti che l’Esecutivo si pone per il 2022, e che si ipotizza esclusivamente in ragione della chiusura ed estinzione del prestito Cargill a dicembre p. v ., e quindi, in sostanza, con la volontà ed obiettivo di mantenere inalterato il livello complessivo del debito. L’Esecutivo sta valutando”, chiosa Gatti, “al fine di contenere al massimo gli oneri finanziari, misure che possano favorire la collocazione di titoli sul mercato interno, senza intaccare la liquidità del sistema”.

PENSIONI, IGR,  PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E IVA

Premesso che “il Fmi ha previsto per il nostro Paese una crescita economica del 5,5% per il 2021 seguita dal 3,7% l’anno prossimo, così da raggiungere il livello pre-pandemico del PIL nei prossimi mesi”, argomenta Gatti nel documento, “in questo contesto economico di sostanziale crescita e sviluppo, il Governo […] è chiamato a porre in essere quelle riforme sistemiche che sono condizione sine qua non per consolidare lo sviluppo economico, creare condizioni di sostenibilità del debito e perseguire un sostanziale equilibrio dei conti pubblici. Riforme che devono attuarsi con il contributo e gli sforzi di tutti”. Nello specifico si tratta “revisione organica e complessiva della normativa in materia di imposte dirette, già allo studio in questi ultimi mesi del 2021” che “verrà portata all’esame di tutte le categorie economiche e parti sociali nei primi mesi del 2022, con il successivo avvio dell’iter legislativo entro giugno” e che “dovrà prevedere un riequilibrio impositivo tra le diverse categorie di contribuenti ed altresì sulle diverse categorie di redditi, con un conseguente incremento complessivo del gettito, perseguito, altresì, con le seguenti leve ed interventi: semplificazione e revisione degli incentivi fiscali per le società e le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti e professioni; revisione delle disposizioni riguardanti la tassazione delle persone fisiche, con particolare riferimento all’analisi, rilevazione e rimodulazione delle passività deducibili e detrazioni, ridefinizione e correttivi dell’impianto sanzionatorio”. In parallelo, la Segreteria Finanze sarà impegnata nella “riforma dell’ordinamento contabile, che vedrà invece la sua esecuzione nel secondo semestre dell’anno” e “dovrà necessariamente accompagnarsi ad una riorganizzazione della P.A. e fornirà un migliore controllo delle finanze pubbliche attraverso una migliore contabilità, rendicontazione e trasparenza”.

Poi c’è la riforma delle pensioni “ormai improcrastinabile, che come indicato anche dagli organismi internazionali, se attuata senza ritardi e nelle modalità attualmente previste nel progetto elaborato ad oggi, assicurerà la sostenibilità finanziaria del sistema e coprirà parzialmente il necessario aggiustamento di bilancio nei prossimi anni. Su questo fronte la Segreteria di Stato alla Sanità ha già avviato nel corso del 2021 un percorso di illustrazione, analisi dei dati e condivisione con le parti sociali”. Insomma, “Il 2022 deve, e lo sarà, l’anno di attuazione della riforma stessa”.

Quindi il progetto per l’introduzione di un’imposta sul valore aggiunto (IVA), su cui “Governo e Segreteria di Stato alle Finanze hanno in programma di elaborare nel 2022 le preliminari proiezioni ed elaborazione dei dati afferenti un tale passaggio, analizzando l’impatto e conseguenze sul bilancio dello Stato e sulla nostra economia di una transizione da una imposta monofase ad una plurifase, eseguendo una valutazione di impatto su tutti i settori e comparti economici che caratterizzano il nostro sistema economico. Dalle risultanze di tali analisi si programmeranno i passi successivi”. Sempre sul fronte fiscale – in attesa dell’entrata in vigore dell’ICE (l’Isee sammarinese) che il Segretario agli Interni, Elena Tonnini, ha garantito arriverà a breve  – “un apposito Gruppo di lavoro sta già analizzando e studiando nel dettaglio la spesa sociale relativa ai benefici e sussidi statali esistenti, con il compito e l’obiettivo di portare a compimento, anche in maniera graduale, una loro riorganizzazione e revisione, nell’ottica e volontà di porli in riferimento ed in correlazione agli indicatori di reddito e patrimonio”.

“L’Esecutivo”, spiega quindi Gatti nella relazione, “ritiene pertanto che, l’attuazione delle riforme sopra indicate, in primis delle imposte dirette e della riforma pensionistica, unitamente ad una politica di contenimento e controllo della spesa di bilancio, soprattutto agendo sui principali centri di costo, ed un ritorno di redditività del sistema bancario, compresa Cassa di Risparmio, sono la chiave sinergica per gettare le basi e i presupposti per realizzare e declinare una fase discendente del debito. Altresì la prevista riforma del mercato del lavoro dovrebbe concentrarsi sull’ulteriore allentamento delle restrizioni sulle assunzioni, sulla formazione e sulla riqualificazione dei disoccupati per soddisfare le esigenze delle imprese”.

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