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Mascherine al chiuso e nuove sanzioni per fronteggiare il Covid

da Alessandro Carli

Il Decreto anti-Covid si aggiorna e imporrà ulteriori restrizioni per ridurre la possibilità di contagio nella Repubblica di San Marino.

Confermato, com’era facile aspettarsi, l’obbligo della mascherina negli ambienti chiusi, mentre vengono reintrodotte le sanzioni ai trasgressori (segno che molte persone forse non si erano comportati adeguatamente). In discussione fino all’ultimo (il giornale purtroppo è andato in stampa mercoledì sera, ndr) la questione Green Pass: se è vero che il Governo ha già chiarito di non volerlo rendere obbligatorio come in Italia, è altrettanto vero che su determinate fattispecie (vedi eventi pubblici, discoteche e altri luoghi in cui sia possibile l’assembramento di persone; per la partita di calcio tra la nazionale sammarinese e quella inglese, in programma la sera del 15 novembre nello stadio di Serravalle, l’accredito ai giornalisti è legato al Green Pass, certificato di avvenuta vaccinazione o di tampone con esito negativo entro la 48 ore precedenti) si potrebbe dare un bel giro di vite. 

Del resto anche il Gruppo coordinamento emergenze sanitarie di San Marino, ai microfoni di RTV, ha affermato nei giorni scorsi che “potrebbe essere utile anche a San Marino introdurre un Green Pass per limitare l’accesso a ristoranti o altre situazioni di persone che non hanno tutti i requisiti”.

Ed è ciò che ha chiesto, stando alle indiscrezioni raccolte dal nostro giornale, il Segretario di Stato Roberto Ciavatta alla Commissione Vaccini, sottoforma di parere. Il parere pare sia arrivato a destinazione ed è ovviamente favorevole, per cui con ragionevole certezza, ci saranno queste ulteriori restrizioni anti-Covid.

VIA LIBERA ALLA TERZA DOSE

La Commissione Vaccini di mercoledì pomeriggio ha dato il via libera alla terza dose, aprendo le prenotazioni agli over 50 anni, sia con Pfizer (per chi lo ha già fatto e anche per chi ha fatto Sputnik, quindi eterologa) sia con il “booster” Sputnik per quanti volessero continuare con tale vaccino. A tal proposito è già partito l’ordinativo, anche perché l’obiettivo è completare questa terza fase di vaccinazione entro i primi mesi del 2022. “La Commissione ha indicato anche l’opportunità di dotarsi di Sputnik Light, il richiamo del vaccino russo, per garantire la massima adesione alla campagna. Dovremo con le Autorità russe stabilire le modalità per l’approvvigionamento. Ci tengo a ribadire che la vaccinazione omologa garantisce una produzione anticorpale molto inferiore rispetto a una vaccinazione di tipo eterologo; e può andare incontro ad una serie di effetti collaterali più ampi, trattandosi dello stesso adenovirus e quindi conducendo l’organismo a produrre anticorpi non solo contro il virus ma contro lo stesso adenovirus. E questa è la ragione per cui a livello europeo tutti gli Stati, su tutti i vaccini adenovirali, stanno consigliando la somministrazione del vaccino a m-RNA” ha spiegato a inizio settimana lo stesso Ciavatta.

Potrebbe dunque risolversi per molte persone prima del 31 dicembre 2021 il nodo autorizzativo legato ai Green Pass sammarinesi: nei giorni scorsi difatti l’AIFA ha annunciato che “tutti coloro che hanno fatto i vaccini non riconosciuti dall’EMA, come Sputnik, Sinovac o Sinopharm, potranno fare una terza dose con un vaccino a Mrna messaggero dopo che sono passati almeno 28 giorni dalla seconda somministrazione”.

Il “booster” dovrebbe permettere (il condizionale è d’obbligo) agli abitanti del Monte Titano di essere parificati agli italiani.

“Daremo il Green Pass a chi ha completato un ciclo di vaccinazione non Ema e che entro sei mesi avrà un’inoculazione con Pfizer o Moderna (30 mcg in 0,3 mL per il primo; 50 mcg in 0,25 mL per il secondo, ndr)”, ha detto il Ministro alla Salute, Roberto Speranza.

GREEN PASS E DIVIETI: ALTRI PAESI VERSO LA STRETTA

Il Governo di San Marino conferma che è in atto una valutazione sul Green Pass, ma che non sarà reso obbligatorio, salvo che l’evoluzione epidemiologica non costringa ad utilizzare le cosiddette “maniere forti”.

Il tutto mentre oltreconfine si sta per riaffacciare un “fantasma”, quello dei “colori”: il governo difatti – che nel frattempo ha deciso di mettere un “paletto” alle proteste dei Novax (non sarà più possibile organizzare manifestazioni nei centri storici ma saranno ammessi solo sit-in e lontano da obiettivi sensibili come sedi di partiti, di sindacati, banche eluoghi istituzionali), non ha escluso che tra novembre e dicembre alcune Regioni potrebbero passare al “giallo”. Tra queste figurano, al momento, il Friuli-Venezia Giulia, le Marche e la Calabria.

Sempre il Ministro della Salute Roberto Speranza è poi intervenuto durante il question time alla Camera per fornire alcune nuove indicazioni sulla somministrazione della terza dose dei vaccini anti-Covid. “Dal 1° di dicembre – ha detto Speranza – nel nostro Paese saranno chiamati alla dose aggiuntiva anche le fasce generazionali tra i 40 e i 60 anni”.

Il Ministro ha inoltre parlato dell’ipotesi, valutata dal Governo, di modificare il Green pass delle persone guarite dal Covid: “La durata per i soggetti guariti è di 6 mesi e per i vaccinati di 12 mesi. Il governo intende avviare un percorso di approfondimento per acclarare se vi siano le condizioni per valutare diversamente il certificato verde rilasciato ai guariti”. Nello specifico, “le evidenze suggeriscono che il rischio di reinfezione è basso se l’esposizione a una variante si verifica entro 3-6 mesi dalla diagnosi iniziale”.

Certificato verde che sta tornando ad affacciarsi anche in Europa: due mesi dopo l’alleggerimento delle restrizioni anti-Covid, il governo danese ha deciso di reintrodurre il pass sanitario obbligatorio. In Danimarca, su una popolazione di 5,8 milioni, l’85,9% delle persone di età superiore ai 12 anni è stato completamente vaccinato. Il Green pass sarà reintrodotto in bar, ristoranti e locali notturni.

In Germania scatta l’allarme Covid con numeri da brivido: nelle ultime 24 ore si registrano 39.676 nuovi casi e 236 vittime, secondo i dati del Robert Koch Institut. E il virologo della Charitè di Berlino Christian Drosten avverte: agire subito o si rischiano 100mila morti. Berlino: “Non basta la quota dei nostri vaccinati, prendiamo esempio dall’Italia”.

Insomma, a quanto pare il sogno di un inverno “Covid free” ipotizzato  e desiderato circa un anno fa da buona parte del mondo è rimasto “congelato”.

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