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L’autunno delle scelte e dei conti

da Daniele Bartolucci

L’estate sta finendo… e i problemi non se ne vanno.  O almeno, non si risolvono da soli, questo è chiaro. Per San Marino è arrivato il tempo di affrontare una volta per tutte il tema delle riforme strutturali e l’autunno che si profila all’orizzonte potrebbe essere il momento decisivo. Rimandare ancora significherebbe complicare ancora di più la situazione dei conti pubblici e, soprattutto, potrebbe penalizzare il comparto imprenditoriale in un momento fondamentale per l’economia internazionale. Eccezion fatta per la crisi afghana – le cui conseguenze non sono ancora stimabili ma non saranno sicuramente positive – infatti, la pandemia da Covid-19 ha iniziato a regredire sotto l’effetto delle vaccinazioni di massa dei paesi occidentali e la “convivenza” con il virus sta diventando la normalità. C’è ancora il rebus Green Pass da risolvere entro il 15 ottobre, ma lo spettro di una nuova crisi da pandemia sembrerebbe allontanarsi ogni giorno che passa. E’ ciò che auspicano tutti, a partire dalle imprese, e che confermano anche i dati dell’area europea, che anticipano di fatto l’immissione nell’economia reale dei miliardi di euro del Recovery Fund. Soldi, in pratica, che dovranno trasformarsi in investimenti, occupazione e sviluppo. La ricetta che dovrebbe seguire anche San Marino, che questi soldi non li ha potuti avere, ma ne ha avuti comunque altri tramite l’emissione di titoli di stato. Un debito che, per sua natura, andrà ripagato. E qui la domanda sorge spontanea: senza le necessarie riforme, senza una reale revisione della spesa pubblica e senza investimenti fruttiferi, come sarà reso sostenibile tale debito?

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