Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: “Tieste” di Seneca

Visto per voi a teatro: “Tieste” di Seneca

da Alessandro Carli

SARSINA (FC) – Già nel prologo emerge tutta la forza e l’importanza del “Tieste”, straordinaria (e purtroppo poco frequentata) tragedia portata in scena al Plautus Festival l’11 agosto 2021: il contrappasso dantesco della Divina Commedia trae ispirazione proprio dal testo di Seneca.

Il regista Giuseppe Argirò ha affidato a due ottimi attori, Giuseppe Pambieri e Paolo Graziosi, le redini sceniche (meglio il primo del secondo) del dramma, ben lavorato in fase di preparazione (il testo originale è innervato di lunghi monologhi che sul palco potrebbero risultate pesanti: Argirò, asciugandolo, gli ha dato ritmo) che ruota attorno a Tieste, al suo rapporto conflittuale con il fratello Atreo per il trono e al suo cannibalismo inconsapevole: nel finale difatti si trova a mangiare i propri figli, massacrati e serviti a un banchetto dallo stesso fratello.

Palco minimalista – il trono al centro, un baule a destra, due sgabelli ai lati del proscenio e un tavolo nel fondale – per non distrarre gli spettatori: l’importante, vuole far emergere il regista, è quello che avviene, quindi il testo, potente e drammatico, denso, in cui Seneca “spiega” le sue idee sul potere e sulla morte.

A parte qualche dubbio sui vestiti e su qualche oggetto – forse un po’ troppo moderni i “panni” degli attori; la scelta di “portare in scena” una pistola è coerente con tutto lo spettacolo ma forse non con il testo (che ha, in maniera del tutto spannomentrica, circa 2 mila anni) -, la storia ha avvolto, conquistato e ammaliato il pubblico presente.

Non vi è certezza, ovviamente, ma il dubbio che Shakespeare abbia incrociato la tragedia di Seneca balza alla mente più di una volta durante i 90 minuti di mise en scene: gli scontri fratricidi, il “Re Lear”, ma anche “Amleto” e “Otello”, sono presenti, almeno come protoidee incubate.    

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