Home AttualitàCultura Visto per voi a teatro: “Made in Romagna” di Cavina e Bonetti

Visto per voi a teatro: “Made in Romagna” di Cavina e Bonetti

da Alessandro Carli

Il titolo dello spettacolo – “Made in Romagna”, portato all’Arena Verdi di Forlimpopoli dal poderoso Giancarlo Dini il 20 luglio – è la conferma di quella che si respira, si vede e si ascolta sul palco: due romagnoli DOC, Cristiano Cavina e Vittorio Bonetti, che dialogano con la loro “matria”, la patria madre, il terrigno territorio che nasce poco dopo Bologna e si spinge verso Oriente (del resto, ci sarà un perché le persone dicono “orientarsi”…).

Lo spettacolo, che si sviluppa sotto forma di reading e che non ha un copione definito – Cavina dal palco ammette che partono da un canovaccio e poi si improvvisa – alterna canzoni emiliano-romagnole eseguite in stile pianobar da Vittorio Bonetti (oltre a una manciata di pezzi in dialetto, emergono “Diamante” di Zucchero / Francesco De Gregori, “Futura” di Lucio Dalla e, in chiusura, il capolavoro di Pierangelo Bertoli, “A muso duro”, cantata da entrambi) e letture di libri di autori che Cristiano ritiene importanti: parole – questa è la sensazione nitida che si avverte in platea, attenta e numericamente piuttosto presente – che raccontano di lui, della sua vita. Parole che gli si sono attaccate addosso, che lo hanno colpito. Il tutto, da buon oratore – e Cavina lo è: presenza, voce e ritmo – mescolato a tanti aneddoti della sua vita di scrittore e uomo.

Dall’incontro con Bonetti – avvenuto quando Cristiano aveva 17 anni e non prima perché Vittorio suonava alle Feste dell’Unità e il ragazzo era “sorvegliato” da una nonna molto cattolica che vedeva di cattivo occhio i comunisti – alla genesi di “Nel Paese di Tolintesac” (il primo titolo doveva essere “In te cul” ma non glielo hanno passato), e poi via verso gli autori che gli stanno a cuore, Mariangela Gualtieri, Curzio Malaparte (“La pelle”), Nino Pedretti (la poesia “E’ mi ba”), Natalia Ginzburg, “L’amore ai tempi del colera”, capolavoro di Gabriel Garcia Marquez, uno scrittore che Cavina definisce “romagnolo” per il suo realismo magico, “It” di Stephen King. Libri ma anche vita vissuta: l’incontro con l’attore Kabir Bedi avvenuto davanti a un piatto di olive all’ascolana, i giorni trascorsi con Libero De Rienzo a scrivere, il gruppo musicale di punk cattolico fondato a Casola Valsenio. Un lavoro che scivola veloce – dura un’ora e quaranta, non te ne accorgi – ma che non si asciuga, anzi, ti rimane sulla pelle, lasciandoti una giusta dose di freschezza, di risate e di malinconia. Come prevede tutto quello che viene fatto, vissuto e creato in Romagna.     

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