SAN MARINO – Ieri il Segretario di Stato Simone Celli ha consegnato ai Capitani Reggenti la lettera di dimissioni. Non conosciamo il contenuto della lettera ma abbiamo ascoltato l’intervento fatto in Commissione col quale queste dimissioni erano state preannunciate, intervento “inaccettabile” sul piano istituzionale e “indegno” per essere stato pronunciato da un membro di governo alla presenza della Reggenza e che da solo motiverebbe abbondantemente la richiesta di dimissioni.
Ma l’aspetto ancora più sconcertante di questo passaggio politico ed istituzionale è stata la reazione dei restanti membri di governo e della maggioranza che, senza alcuna presa di distanza, non hanno esitato ad apprezzare nel gesto di Celli “il senso di responsabilità e il coraggio” e ad individuare nelle dimissioni un rafforzamento del progetto politico che stanno perseguendo, progetto che, a loro dire per la conflittualità in atto, rischiava “preoccupanti rallentamenti”.
Quello che non si vuole riconoscere e, contro ogni risultanza ormai, non si vuole ammettere è il fatto che è proprio questo progetto che il Paese non può più accettare e non lo può accettare perché, anche alla luce di quanto emerge dall’Ordinanza del Giudice Morsiani, tutto quello che riguarda l’AQR, il commissariamento e la chiusura di Asset Banca, l’acquisto titoli, il bilancio di Cassa di Risparmio, le svalutazioni e la proposta di vendita degli NPL, il prestito alla Leiton e tutte le consulenze connesse, è stato messo in atto sotto l’influenza perdurante e determinante, diretta o indiretta, di soggetti collegati a Confuorti e quindi legati ad interessi estranei a quelli della Repubblica.
Ma è accaduto un fatto nuovo!
Le dimissioni dell’ultima ora del Consigliere Tony Margiotta dal Gruppo Consigliare di SSD e le motivazioni che sostengono questa decisione rappresentano sicuramente un elemento di novità assoluta che va sottolineato senza incorrere in una facile strumentalizzazione. Può essere il segno evidente di come anche in alcuni membri della maggioranza stia maturando una maggior consapevolezza degli errori commessi e soprattutto di questa ingerenza esterna che ha prodotto una alterazione grave e pericolosa nelle valutazioni sullo stato di salute del nostro sistema bancario e ha generato conseguenze letali sul bilancio dello Stato. Sintomatico in tal senso che anche il Consigliere Margiotta abbia sentito prioritariamente il dovere di preannunciare la sua contrarietà alla vendita degli NPL di Cassa di Risparmio e che evidentemente non si sia sentito tranquillizzato dalla decisione del CdA di Cassa di attivare un’altra consulenza, che da notizie stampa, pare sia stata affidata alla società Price Waterhouse Coopers (PwC) citata nella recente ordinanza del Giudice Morsiani a pag. 17 e 27.
Sono atti come questo che possono riportare fiducia nella rappresentanza politica (significativo il fatto che Margiotta prima di prendere la sua decisione abbia sentito il bisogno di confrontarsi con i suoi sostenitori per non tradire il mandato elettorale) e creare le condizioni perché di fronte ai fatti si possa tornare a parlare la stessa lingua, senza nascondere nulla, ma disponibili a riconsiderare le esigenze reali del Paese, chiamando le cose con il loro nome e tenendo lontani dalla gestione della cosa pubblica tutti coloro che hanno dimostrato di avere interessi particolari da tutelare.
PDCS