La seduta pomeridiana è dedicata interamente al loro esame ma nessuna è stata accolta. Il report di San Marino News Agency.
SAN MARINO – La seduta pomeridiana è dedicata interamente all’esame delle tre istanze d’Arengo iscritte all’ordine del giorno, nessuna delle quali viene accolta dal Consiglio Grande e Generale.
Respinta l’istanza n. 17, presentata in mattinata, sul riconoscimento dello Stato Palestinese, approvato invece l’Odg sottoscritto da Ssd, Rf, C10 e Pdcs per impegnare il governo “a farsi promotore presso le sedi diplomatiche delle preoccupazioni espresse da da Israele sulla sicurezza e venga portato a compimento il percorso per il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano”.
Sull’istanza n. 21, che mira a vietare, per legge, le pratiche dell’utero in affitto e della fecondazione eterologa e a non riconoscere bambini nati da tali pratiche, si apre un lungo dibattito in cui la maggioranza e molti consiglieri di opposizione stigmatizzano duramente la seconda parte della richiesta, volta a escludere dal censimento bambini nati a seguito del ricorso alle pratiche indicate di fecondazione assistita. Al termine del dibattito, la maggioranza presenta un Ordine del giorno che dà mandato al congresso di Stato di “predisporre un progetto di legge entro l’anno 2018 che vieti esplicitamente la pratica della maternità surrogata nella Repubblica di San Marino” e in cui si “valuta necessario svolgere approfondimenti conoscitivi sulla fecondazione eterologa”, pratica non prevista dalla legislazione sammarinese. L’istanza viene bocciata, con 35 voti contrari, 8 favorevoli e 2 astenuti, mentre l’Odg è approvato.
Respinta infine anche l’ultima istanza discussa, la n. 23, “Per l’installazione di videotelecamere in tutti i luoghi di cura, scolastici ed educativi o dove minori e persone non autosufficienti trascorrano del tempo sotto la custodia di personale preposto”, con 32 voti contrari, 3 favorevoli 3 e un astenuto. Guerrino Zanotti, Segretario di Stato per gli Affari Interni, dando lettura dell’indicazione del governo, spiega la contrarietà verso le telecamere che rappresentano “una scorciatoia- spiega-è necessario piuttosto fare leva sulla selezione e formazione del personale”, sostiene, perchè il rischio delle videoinstallazioni è quello di “innescare terrorismo” e che “gli strumenti di controllo si sostituiscano all’educazione”, così come che “la paura si sostituisca alla formazione professionale di tutti gli operatori”.
Terminato l’esame delle istanze, si concludono i lavori odierni che riprenderanno domani dalla ratifica dei decreti.
Di seguito un estratto degli interventi della seduta pomeridiana.
Comma n. 4 Istanze d’Arengo.
Istanza n. 17. Perché il Consiglio Grande e Generale assuma in tempi rapidi la decisione di inviare, tramite i canali diplomatici, una nota all’Assemblea Generale dell’ONU in cui si dichiara la volontà della Repubblica di San Marino a far parte dei Paesi che hanno riconosciuto la Palestina e il diritto del popolo palestinese a vivere in pace sulla propria terra/ Istanza respinta e Odg approvato.
Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni, delega alla Pace
Per formulare l’accoglimento favorevole da parte del governo della presentazione dell’Odg che riteniamo superare le difficoltà di accoglimento dell’Istanza d’arengo. Voglio accogliere poi personalmente l’invito fatto come Segretario con delega alla pace sulla necessità di promuovere iniziative che possano acquistare un significato di aiuto comunque al dialogo, di fornire opportunità e occasione alle parti in conflitto di trovare momenti di dialogo. Faccio atto di autocritica, purtroppo non sempre si ha possibilità di promuovere aspetti di questi tipo, presi dagli impegni quotidiani. Quello che posso dire è che, per il tempo che ci rimarrà a disposizione, per ricreare condizioni di dialogo tra popolazioni in conflitto e per il riconoscimento reciproco, il nostro sforzo in futuro sarà di dare l’opportunità, rapportata alla capacità di un piccolo Stato, per dare una mano alla ripresa del dialogo e trovare soluzioni che al momento sono fondamentali.
Giuseppe Maria Morganti, Ssd
Abbiamo fatto vedere l’Odg ai gruppi, il capogruppo Pdcs ha proposto una integrazione che abbiamo accolto, abbiamo firme di 4 gruppi consiliari, aspettiamo gli altri si aggiungano. L’Odg è in mano in questo frangente al Ps, aspettiamo altri gruppi decidano in merito.
Istanza d’Arengo n.21 Per l’adozione di apposita normativa che sancisca il divieto al ricorso delle pratiche cosiddette “dell’utero in affitto” e della “fecondazione eterologa” e non renda possibile allo Stato Civile della Repubblica di San Marino di censire nei propri registri neonati o minori, concepiti con il ricorso a tali pratiche in località estere, nell’ambito dello stato di famiglia di genitori diversi da quelli naturali/ favorevoli 8, contrari 35, astenuti 2, Istanza respinta/ favorevoli 29, contrari 13, astenuti 3 , Odg approvato.
Roberto Giorgetti, Rf dà lettura dell’Odg dei gruppi di maggioranza
Il Consiglio Grande e Generale (…) conferma il mandato ai propri referenti in Consiglio d’Europa di esprimere palesemente la posizione della Repubblica di san Marino rispetto a questo argomento e a sostenere tutte le azioni politiche a vietare la pratica della maternità surrogata
da mandato al congresso di Stato di presidporre un progetto di legge entro l’anno 2018 che vieti esplicitamente la pratica della maternità surrogata nella Repubblica di San Marino,
valuta necessario svolgere approfondimenti conoscitivi sulla”fecondazione eterologa” che tocca profondamente i valori che attengono alla dignità della vita umana e che rimane pratica non prevista dalla nostra legislazione;
conferma la propria fiducia nei presidi rappresentati dalla nostra magistratura e dai nostri servizi sociali per quanto attiene alla tutela degli interessi dei minori che deve sempre rappresentare una priorità della nostra società in ogni condizione.
Istanza n.23.Per l’installazione di videotelecamere in tutti i luoghi di cura, scolastici ed educativi o dove minori e persone non autosufficienti trascorrano del tempo sotto la custodia di personale preposto/favorevoli 3, contrari 32, un astenuto/Respinta
Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni
La relazione del governo all’istanza: la videosorveglianza pur costituendo un supporto efficace per le forze di polizia pongono problemi di tipo giuridico e amministrativo. L’istanza risulta prossimativa e dettata dall’emotività legata a frequenti fatti di cronaca, peraltro non riferiti al nostro territorio, che mostrano maltrattamenti in luoghi di cura e di educazione. Gli utenti delle strutture sociosanitarie sono sicuri quando hanno buoni operatori che si occupano di loro. E’ necessario fare leva sulla selezione e formazione del personale, le tlc sono solo una scorciatoia. Il rischio è di innescare terrorismo ed è inquitetante la logica che sta sotto questa iniziativa dove strumenti di controllo si sostituiscono all’educazione e la paura si sostituisce alla formazione professionale di tutti gli operatori. Il maltrattamento si evita a monte, selezionando le persone giuste da mandare in classe e nelle strutture, non con le telecamere. L’istanza è irrealistica sotto tanti punti di vista, la videosorveglianza sarebbe dannosa per il sistema scolastico, sociosanitario e sanitario.
Michele Muratori, Ssd
Serve fiducia e riconoscomento della professisonalità, dietro un collaboratore sanitario e docente ci sono anni di formazione, esperienza, corsi di aggiornamento, colleghi e dirigenti con cui confrontarsi. San Marino ha un alto standard di professionisti, smettiamo di gettarci fango addosso. Quando lascio i miei figli all’asilo so di lasciarli a personale attente alla loro cura, a dei professionisti. La mia relazione si basa sulla fiducia, non sul sospetto, non mi serve la telecamera, lo vivo quotidianamente. Sottoporre un operatore agli occhi del grande fratello è una umiliazione. Il nostro piccolo Paese, la nostra comunità ha bisogno di ritrovare fiducia. Chi in passato ha compiuto errori è stato immediatamente allontanato. Dichiaro la mia astensione al voto in quanto operatore del settore.
Teodoro Lonfernini, Pdcs
Vorrei avere le certezze di chi mi ha preceduto. Evidenziare i difetti del rapporto fiduciario creando un vero e proprio grande fratello lo ritengo un errore, non c’è dubbio. Voglio mantenere il rapporto di fiducia, ma nel comprendere le ragioni dell’istanza, devo ringraziare gli istanti perchè hanno portato all’interno della nostra piccola realtà, che definiamo così sicura, un elemento di riflessione. Io sono a favore della tecnologia se è garantista sia per chi dobbiamo difendere, perchè magari ha subito un torno, sia garantista di colui verso cui ci possa essere sospetto di aver commesso quel torno o ingiustizia. Personalmente faccio fatica oggi a dire ‘no’ all’installazione di telecamere in settori così sensibili, quando abbiamo assistito in Italia a fatti di violenze inaudite nei confronti di bambini o anziani, o disabili. Abbiamo potuto assistere ad un abuso e quella difesa del rapporto fiduciario può interrompersi immediatamente. La tecnologia, se ben equilibrata, può essere utile, e se è così io sono a favore. Qualora ci sia bisogno di una difesa particolare dei più deboli, ci sia anche solo un sospetto, quella tecnologia nel nostro paese deve entrare regolata nel migliore dei modi . Vanno compresi i confini in caso in cui posizionare la telecamera, ma è un tema che va approfondito. Se vogliamo portare avanti un lavoro serio, accogliamo l’istanza, attiviamo parti sociali e le parti interessate delle strutture citate nell’istanza, e cerchiamo di creare l’equilibrio migliore.
Dalibor Riccardi, Gruppo Misto
Ringrazio gli istanti che pongono uno spunto di grande riflessione. Da un lato non si può non condividere la relazione del Segretario e gli interventi che pongono nella giusta attenzione le professionalità, dall’altro tocca anche me la riflessione fatta dal collega Lonfernini, sollevando molti episodi avvenuti in Italia, ma mi viene da dire anche episodi accaduti nel nostro contesto. In una visione equilibrata, gli operatori sanitari non si opporrebbero a una eventuale installazione di telecamere. Ritengo che gli operatori che lavorano nelle scuole e in ospedale siano altamente professionali e che siano i primi a voler sapere se all’interno di quelle strutture ci sia qualcuno che opera con senso del dovere diverso rispetto quello che utilizzano loro e sarebbero i primi a condannarlo. Io voterò favorevolmente all’istanza.
Marianna Bucci, Rete
Non abbiamo come gruppo una posizione univoca sull’argomento, nei nostri organismi interni si è ragionato che a nessuno piace vivere in uno stato di polizia e che il lavoro della politica dovrebbe essere quello di creare fiducia. Ma poi sono emerse declinazioni diverse. Chi ha espresso perplessità sull’istanza ha valutato che il lavoro di controllo delle professionalità spetti ai dirigenti. Altri input da chi si è detto favorevole hanno evidenziato come i filmati potrebbero essere utili a creare consapevolezza nella politica, chi ha proposto quindi l’attivazioni temporanea per dare sicurezza alla cittadinanza. Ieri ho parlato di un clima di sfiducia che pervade il paese in vari ambiti, dalle banche alla sanità e ho sottolineato come queste istanze manifestino questo clima. Non ho parlato di sconfitta del governo o di altro, ma ho detto che se i cittadini trovassero condizioni di fiducia, difficilmente chiederebbero telecamere nei luoghi più sensibili. Quell’intervento è stato poi travisato come attacco a maggioranza e governo. Non mi è piaciuta la relazione del Segretario che si limita a giudicare questa istanza come istanza che vuole fare terrorismo senza provare a capire le motivazioni. La politica dovrebbe lavorare sulla prevenzione, monitorare il personale, verificare i requisiti..e allo stesso tempo gestire le segnalazioni sulle vittime..non abbiamo posizioni comuni, ogni consigliere voterà in base a come si svilupperà il dibattito.
Mara Valentini, Rf
Episodi di maltrattamento individuati nelle scuole nell’ultimo decennio, casi sporadici, sono stati affrontati prontamente nei termini di legge. Ci si può interrogare sull’efficacia della norma, se capace di ridurre episodi di maltrattamento, da una parte ci sono i limiti della privacy, dall’altra la protezione dei più fragili. L’installazione di tlc nei supermercati, agli angoli della strada riduce i reati con effetto deterrente. Ma in una scuola, in un ospedale, in una casa di riposto un eccessivo controllo può avere un effetto controproducente. La diffidenza può favorire l’opportunismo. Il controllo troppo stretto rischia di creare sfiducia e intolleranza. Possiamo cercare modi più efficaci, trovare il modo che i disonesti non siano nei ruoli sensibili con controlli periodici delle competenze umane e motivazionali di coloro cui affidiamo i nostri cari. Non è giustificabile un provvedimento che squalifichi insegnanti o infermieri, le forze di polizia non devono sostituirsi ai professionisti. Non sarà la videosorveglianza poi a protteggere i deboli ma un gruppo di lavoro motivato e professionale.
Alessandro Cardelli, Pdcs
Alcune cose possono essere migliorate nel nostro ordinamento per andare incontro agli istanti su un tema sensibile. A titolo personale dirò che è un passo necessario, a tutela sia del soggetto danneggiato, ma soprattutto del soggetto cui viene contestata la condotta di reato. Prendiamo il caso di violenza in ambito scolastico: molti professori hanno difficoltà a concepire l’inserimento di tlc perché lo ritengono lesivo della propria privacy. Qualora debbano essere installate tlc, le registrazioni dovrebbero essere usate solo da giudici inquirenti e nessun altro. Se un insegnante non denuncia certi fatti che rappresentano reato, e di cui è a conoscenza, ora ha una sanzione di 500 euro, se un pubblico ufficiale omette di fare rapporto ha come conseguenza l’arresto. A prescindere dalla singola istanza, serve un ragionamento a tutto tondo del legislatore per normare maggiormente questo tema ed entrare ancora più a tutela delle vittime.
Mimma Zavoli, C10
E’ un tema sensibile che ci richiama su aspetti particolari. Ho una formazione in ambito educativo, per oltre 25 anni ho lavorato negli asili nido di San Marino. Da ex operatore, leggere questa istanza non mi ha dato grande gioia, un po’ mi sono avvilita. La nostra società ha bisogno continuamente di essere rassicurata. Con le telecamete, le figure educative vengono meno al loro compito, non perché si sentono osservate, ma per il fatto che c’è qualcuno che osserva il loro compito e si fermano per paura di sbagliare. Interroghiamoci se è più importante che riempiamo i nostri ambiti educatori – tutti, da 0 a 90 anni- di occhi che guardano e che non rassicurano. Chiediamo piuttosto di aumentare le occasiono di controllo e confronto, qui si gioca capacità di potersi fidare. Per le ragioni che ho detto, personali o professonali, sono contraria, il pericolo che si possa passare a qualcosa di ingestibile lo vedo. E’ solo l’inizio di questa proposta di monitoraggio, l’avvento dei social ha generato percezione realtà diversa.
Roberto Ciavatta, Rete
Non diamo indicazioni di gruppo. Dobbiamo fare in modo che nel Paese si sviluppi una cultura della denuncia, e abbiamo un’altra responsabilità: anche quando qualcuno prende coraggio e denuncia dovrebbe esserci chi fa i controli e invece cìè chi inquina le prove. E’ avvenuto poco tempo fa nel contesto scolastico. Si deve mettere mano alle norme di modo che invece di installare tlc, si punti a punire chi inquina le prove. Il problema è quindi la cultura della denuncia e di chi la denuncia la riceve, dei passi che devono essere fatti per il controllo. Non credo che introdurre le telecamere risolva il problema. Ma ognuno ha legittimanente tutta la libertà di interpretare come meglio crede l’istanza, non possiamo neanche dire che questa sia una interpellanza che scandalizza, anzi è attualissima.
Tony Margiotta, Ssd
I casi si violenza negli asili e casi di cura li abbiamo visti nella cronaca, qualcuno ha citato casi sul nostro territorio. E’ un fatto che preoccupa e crea insicurezza per i nostri cari che vivono in questi luoghi larga parte della giornata. Si evidenzia una esigenza di formazione e sostegno per chi lavora in queste strutture, non tanto di videosorveglianza. Consideriamo più efficace un costante controllo tra operatori, responsabile, dirigenti e familiari, segnalando casi sospetti alle autorità competenti piuttosto che un controllo delegato alle telecomere. L’unico antidoto alla disumanità verso i più deboli sta nell’etica della responsabilità e nell’etica di gruppo di educatori e di tutat la struttura che sostiene gli educatori. Voglio ricordare, visto che ho il piacere di lavorarci, che nelle strutture sociosanitarie c’è un’eccellenza che deve essere valorizzata in termini di formazione e professionalità. Con le telecamere si crea solo clima di terrorismo. Per noi è importantissimo valorizzare la persona, l’educatore e chi rappresenta il luogo protetto dove i nostri familiari vivono quotidianamenti. Il gruppo di Ssd esprimerà voto contrario.
Massimo Andrea Ugolini, Pdcs
Credo che vada rimarcata una completa fiducia in tutto quello che è il nostro corpo docente e sociosanitario. Mi ritrovo anche con la riflessione fatta dalla collega Zavoli, non possiamo pensare di portare i nostri figli tutti i giorni a scuola e all’asilo con incertezze e dubbi sulle persone che portano avanti il percorso scolastico o curativo dei nostri cari. Per quel che riguarda invece la sorveglianza attraverso tlc- lo dice uno che lavora in un soggetto vigilato dove le telecamere sono installate un po’ ovunque e quindi è abituato- ma se deve diventare un problema nella crescita e nell’aspetto formativo dei ragazzi, credo non si possa andare in questa direzione. Invece è opportuno incentivare la denuncia di una serie di comportamenti, e nel momento in cui si innestano segnalazioni all’autorità giudiziaria si installino tlc, come ultima istanza per fare l’accertamento. Dobbiamo fare uscire un messaggio di fiducia, sostegno e solidarietà a chi quotidianamente assiste i nostri bimbi e i nostri anziani.
Pier Luigi Zanotti, Rf
Con tutte queste telecamere si dovrebbero salvare i filmati in infrastrutture informatiche ad alta sicurezza e capacità di archiviazione. Dovremmo avere infrastrutture locali collegate via rete a infrastrutture centrali e al personale che gestisce la mole di video. Facendo un conto banale, ci sarebbero 750 mila ore di video all’anno salvate. Salveremmo migliaia di ore-video per andare a ritroso nel cercare il video incriminato. E’ un sistema di una dimensione talmente spropositata rispetto il problema. Attualmente, di fronte a denunce si aprono indagini per videosorveglianza segreta più efficati e meno costose. Chi avrebbe poi in caso acceso ai video? Più che le tlc, salvano l’educazione, l’attenzione e la capacità di sentirsi aiutati dalla scuola.
Giuseppe Maria Morganti, Ssd
Non disdegno l’ipotesi in cui una telecamera, nel momento in cui si sospetta l’evoluzione di un reato, che possa aiutare a capire se quel reato effettivamente è stato perpetrato. Non vuole essere usata come prevenzione ma come determinazione della prova, e in quel frangente reagiamo in modo molto duro. Diverso è l’uso della tecnologia in modo preventivo che sostituisca il rapporto fiduciario. Nella scuola è del tutto inopportuna, come negli altri servizi.