Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: in primo piano il settore bancario

Consiglio Grande e Generale: in primo piano il settore bancario

da Redazione

I dati sull’occupazione sono un altro “pomo della discordia” del dibattito. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Il Consiglio grande e generale riprende in mattinata dal dibattito in comma Comunicazioni. In primo piano sempre il settore bancario: Denise Bronzetti, Ps, critica la missione odierna del segretario di Stato per le Finanze a Roma, nella sede di Abi, insieme alla rappresentanza di Abs. “Non credo l’incontro di Abs e la sua omologa richieda la presenza del segretario di Stato per le Finanze”, osserva, sottolineando come l’iniziativa non rappresenti un vertice tra rappresentanti di governo. E allo stesso Segretario chiede piuttosto di dare lumi all’Aula su quello che sta succedendo in Bcsm. “E’ di questa notte- fa sapere- la notizia che ci sia all’interno una resa dei conti, cerchiamo di chiarire queste lotte intestine, pretendiamolo”.

I dati sull’occupazione sono un altro “pomo della discordia” del dibattito: Teodoro Lonfernini, Pdcs, punta il dito sull’aumento dei lavoratori frontalieri: “Dire che ci sono 700 occupati in più è una falsità enorme-accusa- sono effetto del 4 e mezzo percento sul lavoro frontaliero”. Nicola Selva, Rf, replica fornendo altri dati: “Gli occupati in più non possono essere tutti frontalieri- osserva- nel 2008 il tasso dei frontalieri era al 29%, quasi 30%, ad oggi nel 2018 è al 27,4%”. Resta sullo stesso tema, Mimma Zavoli, C10: “Negare l’aumento di 300 dipendenti, di cui 200 sammarinesi, e 99 frontalieri, significa dire una falsità- manda a dire- Significa tentare di negare un progresso, una miglioria”. E ancora: “Fornire dati falsi- stigmatizza- non fa bene al confronto”.

Terminato il dibattitto, seguono le risposte del governo a interpellanze e interrogazioni, per poi passare alle istanze d’Arengo. L’Aula affronta la n. 17 “Perché il Consiglio Grande e Generale assuma in tempi rapidi la decisione di inviare, tramite i canali diplomatici, una nota all’Assemblea Generale dell’ONU in cui si dichiara la volontà della Repubblica di San Marino a far parte dei Paesi che hanno riconosciuto la Palestina”. Nel presentarla, il Segretario di Stato con delega alla Pace, Guerrino Zanotti, osserva che la richiesta presenta un vizio formale, infatti”per il riconoscimento- spiega- si dovrebbe intraprendere un percorso bilaterale”, senza quindi il coinvolgimento dell’Onu. In chiusura della seduta, il capogruppo di Ssd, Giuseppe Maria Morganti, presenta un Odg, in cui si ribadisce l’impegno di San Marino ad “attivarsi in tutte le sedi multilaterli e bilaterali affinché l’Autorità nazionale Palestinese e il Governo dello Stato di Israele riaprano i negoziati per sviluppare colloqui di pace” e in cui si invita l’esecutivo “ad attivare le procedure affinchè l’Autorità palestinese possa avere una propria rappresentanza presso la Repubblica di San Marino”. Il dibattito proseguirà nel pomeriggio.

Di seguito un estratto degli interventi della mattina.

Comma n.1. Comunicazioni

Denise Bronzetti, Ps

Non posso negare ancora una volta la preoccupazione che aleggia rispetto a come viene trattata la situazione all’interno del sistema bancario e finanziario. Questa mattina sembra esserci una missione in corso del Segretario per le Finanze, insieme Abs, per incontrare Abi, gli omologhi di Abs in Italia, e per aprire canali con la vicina Italia. Crediamo che i rapporti con l’Italia debbano essere ripresi e rinvigoriti. E non ci risulta, al di là di dichiarazioni in pompa magna -tra l’altro pochissime- che lo stato dei rapporti sia così roseo da poterci mettere al riparo da vicende note. Il rapporto con l’Ue non può prescindere da normali rapporti con l’Italia. Invece queste trasferte romane non si sa a cosa occorrano, anche se non è quello il livello del dialogo richiesto. Non credo l’incontro di Abs e i suoi omologhi richieda la presenza del segretario di Stato per le Finanze, quanto piuttosto lo sia un incontro con l’omologo italiano.

Ci spieghino piuttosto cosa sta succedendo ancora una volta in Bcsm. E’ di questa notte la notizia che ci sia all’interno una resa dei conti. Finisca la notte dei lunghi coltelli. E se pensiamo che sia frutto di dinamiche interne ci sbagliamo di grosso. Cerchiamo di chiarire queste lotte intestine, pretendiamolo. Come si può pensare di sistemare quanto di peggio adesso ci sia adesso, all’interno di questi 61 kmq, diversamente. E chi sta parlando pensava di avere già visto il peggio, ma non aveva visto ancora questi due anni di legislatura.

Teodoro Lonfernini, Pdcs

Forse non si vuole davvero aprire gli occhi in una situazione del Paese difficile, forse tra le più difficili di quelle che il paese nella sua storia recente sta vivendo. Dicevate di voler cambiare tutto ma non avete cambiato niente.

Dire che ci sono 700 occupati in più è una falsità enorme, sono effetto del 4 e mezzo percento sul lavoro frontaliero e ha una certa differenza se sono occupati italiani o sammarinesi. Vicenda Crediti Delta sanitari: la scorsa settimana il segretario di Stato per le Finanze viene in Commissione con una relazione del Direttore di Cassa di risparmio che dice sostanzialmente il contrario di quello che era avvenuto in Commissione il 4 aprile scorso, e per fortuna. Perché con quella nuova relazione scopriamo che il recupero di tali crediti ha una potezialità pari al 95%: il buon senso direbbe che ci si dovrebbe fermare e rimettere attorno a un tavolo, ma l’Odg dell’opposizione- che lo proponeva- è stato rigettato dalla maggioranza. Diteci se è normale.

Jader Tosi, C10

Viviamo da 21 mesi questa contrapposizione e l’essere additati dal primo minuto come quelli che non hanno avuto il riconoscimento del risultato elettorale. Quando parlate di fare il bene del paese, non dovreste solo sparare a zero, ma arrivare in Aula con proposte, ma non l’avete mai fatto. Se vogliamo dialogare, la maggioranza potrà anche essere disponibile, ma non ci si chieda la testa di qualcuno, senza fare proposte per il Paese. Ieri sono state dette inesattezze, alcuni consiglieri di opposizione hanno detto che io avrei sostenuto che l’anno prossimo ci sarà un’altra patrimoniale. Se non si arriverà con il bilancio in pareggio, non si possono escludere interventi straordinari e non lo nego perché diversamente si sarebbe bugiardi. Se non si trova il punto di pareggio delle risorse, le patrimoniali ci saranno, ma la colpa non è di questo governo quanto dell’inettitudine dei politici che dicono che non ci sono problemi e le cose si risolvono all’acqua di rose, ma non è così. E bisogna dire la verità ai cittadini.

Nicola Selva, Rf

Lo sviluppo certamente è difficile e sta riprendendo a rilento, ma la crescita incomincia ad esserci. I dati sono positivi, se cresce l’occupazione è un bene per tutto il settore. E gli occupati in più non possono essere tutti frontalieri. Nel 2008 il tasso dei frontalieri era al 29%, quasi 30%, ad oggi nel 2018 è al 27,4%. Detto questo non voglio dare colpe, ho ascoltato il ‘bisogna fre sistema’ e sono d’accordo. Bisogna riportare il dibattito in Aula, alle vere esigenze del Paese. Dobbiamo smettere di strumentalizzare le situazioni in determinati settori. E’ facile quando si chiedono riforme difficili e dolorose urlare per accattivasi amicizie e simpatie, è facile urlare contro un Segretario o il governo. Il Paese ha bisogno di vero cambiamento ma non si riesce ad andare avanti perchè ci ritroviamo di fronte alla solita guerra politica che non consente passi avanti. Ma il governo purtroppo le riforme le deve fare: ci sono meno entrate economiche, mentre le uscite sono sempre le stesse, capite bene che così il sistema non si sorregge. Sono provvedimenti che avremo preferito non fare. Ma non si può dire che ogni settore è intoccabile, la politica deve fare la sua parte. L’opposizione con il suo ruolo di verifica non deve solo fare ostruzionismo o mettersi al fianco di proteste solo per convenienza. Poi è giusto che devono essere date risposte eque per risolvere i problemi, è compito della maggioranza. Ma i giochi di distruttività non fanno bene al Paese.

Mimma Zavoli, C10

Il leit motiv di fine estate è la parola equità: nel lavoro è condizione da costruire fino in fondo, ma per poterlo fare occorre si abbia piena coscienza della differenza che c’è fra privato e pubblico. Non facciamo un buon servizio quando non vogliamo riconoscere questo aspetto. Nel 2018, in fase di grande criticità a tutti i livelli, viviamo su due ritmi diversi. Qualcuno può ancora contenere il diverso stile di vita, altri no. Se non lavoriamo su questo come politici manchiamo l’obiettivo: le due parti si devono avvicinare e deve esserci sostenibilità per le casse dello Stato. Se questo aspetto lo neghiamo, allora siamo su una strada sbagliata. Negare che ci sono stati risultati nel mondo del lavoro e delle imprese significa dire una falsità. Negare l’aumento di 300 dipendenti, di cui 200 sammarinesi, e 99 frontalieri, significa dire una falsità. Significa tentare di negare un progresso, una miglioria. Il non riconoscimento è il filo rosso che attraversa l’Aula da quando si è insediata questa maggioranza. Fornire dati falsi non fa bene al confronto. Se si difendesse veramente il bene del Paese sarebbero forniti dati reali, ma ciò equivarrebbe al ‘dare la stura’ alla maggioranza, e allora il gioco dell’opposizione finisce laddove inizia il riconoscimento della maggioranza. C’è stato un aumento anche del flusso turistico, minimo ma superiore al 2017 di oltre 4 mila unità, c’è riconsolidamento del settore edile. E’ vero, c’è stato un abbassamento sul settore commerciale, dovuto anche alla congiuntura economica difficile che determina su quel settore contrazioni di acquisto.

Cerchiamo di essere in ua situazione di confronto reale e concreto, con proposta e controproposta, la protesta ci sta, ma che abbia alle sue spalle la volontà di proporre qualcosa di diverso.

Lorenzo Lonfernini, Rf

Sul discorso del trend economico, non voglio accendere la polemica, solo dire che noi quando sottolineamo che comunque dei segnali di ripresa ci sono, non lo vogliamo fare dando enfesi o facendo trionfalismo. Tra l’altro, ho letto con attenzione anche posizioni pubbliche espresse da Csu e Anis che riconoscono questo trend di crescita, seppur moderato, e fanno presente una serie di problematiche, in particolare Anis, problematiche che anche io mi sento di condividere. A queste problematiche va data risposta e vanno coinvolte parti importanti di società in quelle che chiamano ‘sorta di cabina di regia’ per gli interventi che si devono fare. Nel 2018 a luglio, a testimonianza della crescita, abbiamo toccato il massimo storico degli occupati residenti, 15.660 rispetto a settembre 2017, 366 occupati residenti in più, ci sono stati anche 541 frontalieri in più. A fronte dell’aumento di frontalieri è anche diminuita la disoccupazione interna, è un dato di fatto. Che non significa che va tutto bene, ma registrare che segnali positivi ci sono, consentitecelo. Poi guardando dati storici, si vede che l’occupazione residente cresce con i frontalieri, sono dati che si muovono insieme quando c’è crescita. Il tasso dei frontalieri nel 2008 era al 29%, oggi è il 27%, non c’è tutto questo allarmismo, ci sono numeri che vanno seguiti con attenzione e valutati in un contesto di un paese che delle diffoltà ce le ha.

Accenni sul sistema bancario: è evidente che sulla questione banche ci giochiamo tutto, non il governo, ma tutto il paese. Nel corso degli anni abbiamo legato il destino del bilancio dello stato all’andamento dei nostri istituti di credito, abbiamo attivato operazioni di sistema che hanno innescato questo. Potevamo fare diversamente? Potevamo permetterci di far saltare delle banche? No, quindi intervento è stato giusto, ma il bilancio dello Stato ora è interconnesso a quello degli istituti bancari, quindi sulla questione- pur nella dialettica politica che ci deve essere- muoviamoci tutti con il massimo della prudenza e della sensibilità, qui non è in gioco una maggioranza o un governo, ma tutto il Paese.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Giusto sottolineare, al di là degli interventi fuori dalle righe in cui si dipinge un quadro fosco sul Paese, che all’interno del dibattito ci sono stati interventi dell’opposizone da tenere in considerazione, quali quelli di Mussoni, Riccardi e anche altri che nella giusta considerazione critica hanno sottolineato l’esigenza di apertura al dialogo e al confronto sulla vita del Paese. In questa dimensione, sarebbe opportuno ricucire i passaggi che con grande difficoltà si sono messi a frutto. Se fosse possibile noi vorremmo dichiarare la nostra disponibilità.

Comma n. 4 Istanze d’Arengo.

Istanza n. 17. Perché il Consiglio Grande e Generale assuma in tempi rapidi la decisione di inviare, tramite i canali diplomatici, una nota all’Assemblea Generale dell’ONU in cui si dichiara la volontà della Repubblica di San Marino a far parte dei Paesi che hanno riconosciuto la Palestina e il diritto del popolo palestinese a vivere in pace sulla propria terra.

Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni

Il tema non è nuovo nel dibattito sammarinese. Il riconoscimento dello Stato della Palestina sono ad oggi 137 gli Stati ad averlo fatto, tra questi, in Europa, Albania, Repubblica Ceca, Bosnia, Cipro, Santa Sede..etc. Altri Paesi, come l’Italia, prevedono forme di riconoscimento speciali, attribuendo status speciali alle rappresentanze diplomatiche palestinesi. Nel 1996 risulta lo scambio di note con San Marino che non ha ufficilmente riconosciuto lo stato palestinese.

Pur riconoscendo l’importanza del tema, si rileva che l’Istanza è viziata nella forma. Per il riconoscimento si dovrebbe infatti intraprendere un percorso bilaterale, attraverso richiesta nei canali diplomatici, ed è un percorso che non coinvolge l’Onu.

Marina Lazzarini, Ssd

L’istanza chiede di procedere all’invio di richiesta di riconsocimento dello Staot palestinese all’Onu.

La questione palestinese è ad oggi irrisolta, la pace agognata deve stimolare tutta la comunità internazionale, San Marino inclusa, a dar prova di un percorso concreto.

Niente di quanto previsto dall’accordo di Oslo, di 5 anni fa, è stato realizzato, il percorso risulta inclinato, siamo di fronte a una guerra più o meno dichiarata degli Stati uniti contro l’autorità palestinese. E’ in atto un programma di delegittimazione dell’Autorità palestinese, per delegittimare il percorso di pace e annettere Cisgiordania a Israele. Di qui l’importanza dell’impegno di San Marino a riconoscere il diritto del popolo palestinese a vivere in pace. E’ importante inoltre prevedere, nel rispetto delle procedure, un percorso preciso che porti all’apertura di un canale diplomatico con l’Autorità palestinese e infine al riconoscimento della Palestina Stato libero.

Pasquale Valentini, Pdcs

L’istanza ripropone una problematica sempre attuale.

San Marino, sulla base del diritto, deve tenere fede al principio ‘due popoli-due Stati’ e lavorare, tramite le proprie relazioni diplomatiche e partecipazioni internazionali, a fare tutto il possibile perché quel negoziato riprenda, a sostenere che si deve arrivare a una decisione condivisa che faccia cessare lo stato di guerra permanente. Non condivido San Marino faccia una dichiarazione unilaterale di riconoscimento perché non farebbe che generare disequilibrio nella situazione attuale. San Marino non farebbe altro che schierarsi e non saremmo più un soggetto accreditato alla costruzione del dialogo. Da parte nostra, non è accoglibile la richiesta dell’istanza mentre è accoglibile lo spirito, un’accentuazione dell’azione diplomatica che si può fare, non tanto per il riconoscimento dello Stato palestinese ma per lavorare all’interno degli organismi di cui facciamo parte perché prevalga la logica del ‘due popoli-due Stati’ e si partecipi nel possibile a questa azione.

Davide Forcellini, Rete

L’argomento è delicato, abbiamo sentito campane diverse anche tra governo e maggioranza, io e il movimento Rete siamo per pricipio di diritto internazionale all’autodeterminazione dei popoli. Quello che è successo nel novembre 2012, quando 137 paesi si sono espressi in modo favorevole, credo sia stato un riconosciento coraggioso prima di tutto e storico. Purtroppo San Marino in quell’occasione non ha voluto inserirsi e siamo stati tra i 5-6 paesi che si sono astenuti. Eppure San Marino, negli anni, ha sempre avuto e dimostrato coraggio in questi consessi internazionali, anche schierandosi dalla parte dei più deboli e contro potentati economici. Gli Stati fanno appello a questo coraggio sempre dimostrato dal nostro Paese. Probabilmente nell’istanza un vizio di forma c’è, ma l’istanza deve dare un indirizzo e le linea guida, e questa è molto chiara, sarà poi la politica e il governo ad attivarsi con gli strumenti necessari.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Due popoli-due Stati: è la deliberazione che l’Ue condivide all’unanimità e su cui hanno cercato tutte le mediazioni possibili sul medioriente. L’Istanza ha il grande merito di sollevare in questo parlamento un tema caldissimo, abbiamo ricevuto anche da parte di partiti fratelli -Olp- un’accalorato richiamo ad affrontare questo tema con consapevolezza. La situazione in Palestina si sta inasprendo, oggi è impossibile dialogare. La Svezia ha riconoscito lo Stato della Palestina, ma oggi la situazione è degenerata e l’approvazione verso il riconoscimento potrebbe generare l’effetto non voluto di dare più potere alle forze più estremiste.

Abbiamo analizzato attentamente l’istanza che ha la difficoltà oggettiva di dire che il riconosciento avviene nelle Nazioni unite, ma non è così, avviene nel rapporto bilaterali tra Stati. L’Istanza così come proposta è difficile accoglierla, ma è importante che il Consiglio si esprima su questa situazione. Pensiamo di proporrre al Consiglio una posizione molto forte che prevede tre passaggi fondamentali. Il primo che è quello di promuovere in tutte le sedi multilaterali in cui siamo presenti questo problema, in modo che possa riemergere e che possano essere adottate deliberazione per la riapertura del dialogo. Anche bilateralmente dobbiamo aver coraggio, con l’Autorità palestinese da un lato, ma anche con lo Stato di Israele, dobbiamo aprire il dialogo facedo capire che vogliamo intervenire per delle soluzioni. Chiediamo di avviare un percorso ragionato, ponderato, nell’ottica di tutela degli interessi legittimi dei due Stati e della sicurezza. Quindi ultimo step, attivare procedure perché la Palestina possa avere anche a San Marino la sua rappresentanza.

Respingeremmo l’istanza ma proponendo il seguente Odg.

“Il Consiglio Grande e Generale, valutando positivamente la proposta del parlamento UE che prevede la coesistenza dei due Stati per i due Popoli (…), auspica che i due Stati possano ritrovare, nello spirito degli accordi di Oslo, un percorso per vivere fianco a fianco in condizioni di pace e sicurezza sulla base del diritto di autodeterminazione e nel pieno nel rispetto del diritto internazionale,

Chiede al governo della Repubblica di attivarsi in tutte le sedi multilaterli e bilaterali affinché l’Autorità nazionale Palestinese e il Governo dello Stato di Israele riaprano i negoziati per sviluppare colloqui di pace, col fine di giungere ad un accordo capace di garantire la sicurezza come parte essenziale del trtatato e che porti al recipropco riconoscimento, in tal senso

Il Consiglio Grande e Generale invita il governo a promuovere direttamente e indirettamente momenti di confronto, affinché venga avviato un percorso per il riconoscimento della Palestina, quale Stato democratico e sovrano, nell’ottica di tutela degli interessi legittimi dei due Stati e delle preoccupazioni espresse dallo Stato di Israele sulla sicurezza,

invita il governo ad attivare le procedure affinchè l’Autorità palestinese possa avere una propria rappresentanza presso la Repubblica di San Marino.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento