SAN MARINO – Banca centrale e la richiesta, avanzata da parte dei consiglieri di minoranza, di un’audizione del neo presidente Raffaele Capuano, sono i temi emersi in apertura dei lavori della Commissione consiliare Finanze. In particolare, il consigliere Pdcs Francesco Mussoni, anticipa per la prossima settimana la presentazione, ai colleghi della Commissione, di un documento che contiene proposte per riformare Statuto e governance di via del Voltone, temi rispetto cui chiede di aprire un dialogo con tutte le forze politiche. Alla richiesta si associano poi gli altri consiglieri di minoranza. Anche Matteo Ciacci, C10, valuta positivamente la proposta di un’audizione del presidente di Bcsm che, sottolinea, “era già nelle corde della maggioranza, visto la disponibilità data nell’ufficio di presidenza”. Lo stesso presidente della Commissione, Tony Margiotta, Ssd, si impegna ad organizzare l’incontro.
Segue quindi al Comma 2, l’audizione del presidente dell’Autorità di Regolazione per i servizi pubblici, Paolo Tartarini, che illustra all’Aula le tracce del prossimo Piano energetico nazionale. In particolare, indica quali “priorità assolute” del Pen 3 1) incrementare le politiche di incentivazione ed efficientamento energetico degli edifici, convertendoli in esenzioni fiscali, 2)avviare un piano di efficentamento degli edifici pubblici che oggi, spiegano, arrivano anche “a una perdita energetica del 70%”. 3) Infine, Tartarini indica come prioritario compiere un censimento energetico, strumento che “consente un ulteriore passo avanti nel risparmio dei consumi”.
Oltre alle priorità, il Per 3 contiene anche dei suggerimenti rispetto al tema delle rinnovabili da incentivare e introduce a riguardo, per la prima volta, la possibilità di favorire la produzione di energia da Biomasse, “ad uso combustibile verde, con impianti di gassificazione di piccola taglia” che possono essere installati in aziende agricole e consorzi, per esempio. Altri capitoli del Per 3 riguardano il tema della mobilità sostenibile e l’autonomia energetica. Rispetto al primo punto il documento consiglia, tra l’altro, “l’implementazione di sistemi innovativi a base di idrogeno”, mentre al secondo si torna a parlare di una centrale di produzione elettrica -ridotta rispetto a quella proposta in passato da Mitsubishi-Hitachi- con un modulo di 55 kw per il fabbisogno interno. Dopo la presentazione del Per 3, interviene anche il segretario di Stato con delega all’Innovazione tecnologica, Marco Podeschi, per dare informazioni aggiuntive. In particolare, rispetto alla proposta, legata alla mobilità sostenibile, di implementare sistemi ad idrogeno, Podeschi rivela un progetto già avviato con Toyota, leader del settore. “Stiamo ragionando se realizzare un impianto di rifornimento ad idrogeno a San Marino- chiarisce- ma serve una normativa per la sicurezza”. L’intenzione del governo è quella di adottare normative secondo gli ultimi standard mondali e “iniziare con una stazione di rifornimento semplice, a gestione pubblica”, per poi procedere negli anni successivi alla riconversione di impianti di rifornimento tradizionali. Infine, Podeschi assicura che il Pen portato in Consiglio il prossimo novembre “avrà obiettivi più ambiziosi dei precedenti Piani energetici”, tra cui quello di adeguarsi a tutte le normative internazionali d’avanguardia e la mobilità sostenibile.
Di seguito un estratto degli interventi odierni.
Comma 1. Comunicazioni
Francesco Mussoni, Pdcs
Come Dc abbiamo votato contro la nomina del Direttore di Bcsm per il metodo nella gestione della sua nomina portato avanti dal governo. Oggi c’è un nuovo direttore e va gli dato credito di fiducia per poter svolgere al meglio il suo lavoro in un momento così delicato. Serve a maggior ragione conoscere le linee di gestione che questo nuovo direttore vuole dare anche per superare la conflittualità e fare della Commissione Finanze una sede di confronto costruttivo attraverso una sua audizione. Poi rispetto la governance di Bcsm, anticipo la presentazione ai commissari nella prossima settimana di un documento corposo e chiedo di aprire un dialogo sulla riforma dello Statuto di Banca centrale, tema di stringente attualità. In sintesi, ritengo rilevante un’audizione del direttore, affrontare il tema della governance di Bcsm su cui avanzerò proposte importanti.
Iro Belluzzi, Psd
Nel Consiglio dei XII di ieri sono emersi fatti che ci fanno ritenere impropria la gestione dei fondi della Fondazione di Bcsm da parte del Consiglio direttivo, gestione a favore della dirigenza di Bcsm. Mi unisco alla richiesta dell’audizione del direttore di Bcsm, è importante anche per cercare condivisione per il nuovo progetto sammarinese per il settore bancario e finanziario. Sarebbe poi necessario mettere i giusti paletti per un corretto utilizzo delle risorse pubbliche
Alessandro Mancini, Ps
La prima richiesta fatta, l’audizione del nuovo direttore di Bcsm, è quanto mai opportuna. Lei Presidente, nell’ultimo ufficio di presidenza, ricorderà che le forze di opposizione chiesero un’audizione preliminare al futuro direttore. Ma la scelta fu diversa e si preferì un incontro informale. Ci fu comunque una sorta di impegno rispetto a questa disponibilità, una volta che si fosse insediato il direttore. Sarebbe auspicabile e un messaggio importante per il delicato momento. Anch’io mi unisco alla proposta del consigliere Mussoni per un incontro in tempi celeri. Altra richiesta: si è parlato nell’ultimo Consiglio grande e generale di una revisione dello Statuto di Bcsm, anche io vorrei iniziare a trattare l’argomento in modo ufficiale. Belluzzi ha fatto un passaggio sul Consiglio dei XII, ieri si è affrontata una questione delicata, sta di fatto che quelle cose non devono più succedere. In ambito di revisione dello Statuto anche per la Fondazione serve una riorganizzazione diversa.
Matteo Ciacci, C10
Le richieste di alcuni commissari di opposizione sono di buon senso. Abbiamo già avuto modo di incontrare iò direttore Capuano informalmente, prima del gradimento, in questo incontro è stato apprezzato da tutti. Come maggioranza siamo disponibili audire Capuano in tempi celeri, accolgo con favore la proposta fatta ma che, onestamente, era già nelle corde della maggioranza, visto la disponibilità data già prima, nell’ufficio di presidenza. Altro aspetto, la modifica dello Statuto di Bcsm, anche da questo punto di vista si devono fare passi in avanti e si deve tentare la riorganizzazione dell’organismo attraverso modifiche dello Statuto. Noi abbiamo detto fin da subito che c’era necessità di riorganizzazione in termini di poteri degli incarichi, rivedere i mandati, etc.
Roberto Ciavatta, Rete
L’incontro con Capuano certamente è indispensabile per capire che impostazione voglia dare alla sua gestione di Banca centrale, anche alla luce del nuovo Consiglio di amministrazione. Quasi nuovo, perché poi il vicepresidente rimane lo stesso. Tra pochi giorni questa Aula dovrà ricercare un nuovo Presidente, mi sembra non si voglia procedere con un bando internazionale, ci auguriamo comunque il governo non voglia procedere con l’ennesimo blitz, all’oscuro di tutti, confidando che l’Aula non metta in discussione scelte dei segretari di Stato.
Una richiesta specifica al Segretario Podeschi qui presente relativamente alla linea wi-fi in centro storico. Ci risulta la connessione sia stata data completamente a Telecom e in questi giorni Telecom ravvisi difficoltà, tanto da chiedere aiuto all’Azienda. Perché si è giunti a questa decisione e quali sono i problemi emersi?
C’è giunta voce che il neo presidente di Cassa Zanotti abbia assunto per la tutela della banca i suoi consociati di Bologna, non sarebbe un buon segnale. Se così fosse, chiederei a governo e maggioranza che facessero le verifiche del caso. In questi giorni si parla poi della flotta navale di Restis, credo che il nostro tribunale abbia scritto parecchio su di lui, nel processo Mazzini, c’è stato poi un processo in Grecia, è inquisito in Polonia, e si propone come un investimento alla luce del sole per portare introiti a San Marino. Bene gli introiti, diciamo noi, ma non ad ogni condizione.
Marco Podeschi, segretario di Stato per l’Innovazione tecnologica e con delega ai Rapporti con l’Aass
Sul wi-fi: Telecom Italia ha in gestione da anni il servizio ‘Live in San Marino’ di wi fi pubblico, gratuito, in centro storico, servizio poi esteso anche all’ospedale. In questi mesi ha chiesto di estenderlo anche ad alcuni edifici pubblici, quindi anche a Palazzo Pubblico. Altro tema che potrebbe essere inerente è l’operatività del progetto 5G: c’è una cooperazione in corso con Telecom San Marino e Aass, per sperimentare nella nostra Repubblica il progetto 5G. Aass e Telecom stanno usando infrastrutture per sperimentarlo.
Sulla richiesta dell’audizione del direttore generale Bcsm: la trasferirò in Congresso, a e anche quella per l’avvio del dialogo sulla riforma di Bcsm. Un dettaglio tecnico sulla Fondazione di Banca centrale, le decisioni sulle nomine sono prese dall’assemblea dei soci Bcsm. Bcsm ha a norme di diritto societario e organismi per verificare come sono spese le somme interne e che tutto ciò sia fatto in base alle leggi.
Tony Margiotta Ssd, Presidente
Posso assicurare che mi attiverò per poter organizzare questi momenti di discussione e l’audizione.
Comma 2. Audizione Autorità di Regolazione per i servizi pubblici e per l’illustrazione del Piano energetico
Marco Podeschi, segretario di Stato per l’Innovazione tecnologica e con delega ai rapporti con l’Aass
Qualche mese fa è stata fatta una prima audizione con l’Autorità di regolazione per i servizi pubblici, ed era emersa l’idea di una ulteriore audizione, prima della stesura del Piano energetico nazionale. Quello che vedete oggi è una presentazione del lavoro su alcuni temi, alcuni già presenti nel Pen 1 e 2, ci sono poi elementi nuovi e una serie di considerazioni sugli obiettivi raggiunti attraverso il Pen 2. Il Piano energetico ha durata quadriennale, il Pen 2 si è concluso nel 2015, poi c’è stata la crisi di governo, quindi dobbiamo valutare se partire per il Pen 3 da 2016 o 2017-2018, è un elemento di natura tecnica. Il documento di lavoro che l’Autorità propone alla Commissione registra un metodo di lavoro in discontinuità con quelli precedenti, a me piacerebbe valorizzare il lavoro dell’Autorità, affinché possa prendere poi forma nel documento che verrà presentato in Consiglio grande e generale già a novembre. Siamo già in diversi anni di latenza rispetto al Piano energetico precedente.
Paolo Tartarini, Presidente Autorità di Regolazione per i servizi pubblici
Ci rivediamo dopo qualche mese, ritengo sia una splendida iniziativa l’avere rapporti diretti con la presentazione del lavoro dell’Authority, questa interazione consente l’aggiornamento per voi in tempo reale e la possibilità di rispondere a domande anche sotto il profilo tecnico, come nel caso del Pen che vado a presentarvi. La prima cosa da risolvere – come ha detto il Segretario- è questa strana situazione: il Pen che riterrete di approvare, riguarderebbe il quadriennio 2016-2019. Lo trovo un po’ fuori luogo, c’è stata infatti prima una proroga ufficiale nel 2015, poi con la conferenza di Parigi e tutto quello che stava succedendo a San Marino (il progetto della centrale turbogas che era stato sospeso), la proroga non ha avuto seguito, né si è avuta la formulazione del nuovo Pen in periodo di crisi di governo. Il mio suggerimento sarebbe quello di considerare il Pen precedente prorogato fino a fine 2017 e considerare il Pen 3 come da periodo 2018-2021.
Dai grafici sui consumi degli anni relativi ai Pen precedenti, è evidente che si è registrato negli anni che il consumo medio pro capite e totale è calato. Perché siamo stati virtuosi? Assolutamente no, perché c’è stato un periodo di crisi economica e finanziaria . Si sovrappone quindi un comportamento che può essere stato un po’ più virtuoso, grazie a politiche di incentivi, ma il grosso del trend di discesa dei consumi è legato a minor richiesta energia perché con le crisi le aziende tendono a risparmiare autonomamente, volenti o nolenti.
Se andiamo a vedere sul grafico quello che succede in Italia sui prezzi del consumo gas, si vede che le oscillazioni italiane sono molto frequenti perché sono trimestrali. I trimestri a San Marino contano poco o nulla, c’è una variazione tariffe a gradino, rimane piatta per molto tempo, poi appare il gradino. L’adeguamento delle tariffe può essere lasciato in totale autonomia alle richieste dell’Agenzia che importa gas ed energia e modificata solo sulla base di queste richieste sia per il pubblico che per le industrie? San Marino è una realtà ben diversa da quella Italiana per capacità di contrattazione su importi di energia, ma a nostro avviso qualcosina da rivedere sul sistema tariffario c’è. L’analisi fatta dal Pen 3 poi è quella delle immissioni: in questi scenari tendono inevitabilmente e paradossalmente ad aumentare, piuttosto che a diminuire. Perché i consumi tendono ad essere non virtuosi. Ci sono molti sprechi, le rinnovabili non hanno preso piede, la percentuale è estremamente ridotta. Se andiamo sul consumo reale rispetto al consumo che potrebbe essere a San Marino, abbiamo una dissipazione nell’ordine del 50-70% di energia e questo va a finire in emissioni. E’ un problema serio che richiede azioni molto serie. Fatta l’analisi della situazione attuale e del trend degli anni relativi ai Pen precedenti, l’altra parte del Piano energetico trae delle conseguenze che si traducono in consigli. Il Pen infatti è un documento programmatico e può dire ‘si auspica si faccia questo’, ma non può dire ‘deve essere emanato il decreto per fare tale incentivo a tale fonte energetica’. Non può tradurre gli auspici in azioni politiche.
La prima conseguenza dell’analisi dei consumi è che nella situazione attuale ci pare necessaria una sostanziale revisione della tariffa energetica: ciò porterebbe alla possibilità di aver risparmi nell’immediato quando ci sono cali repentini di fonti importante- gas naturale, elettrico- si dovrebbe avere una risposta più rapida di quella che dice un’agenzia dei servizi che ha la duplice posizione di dover fare un servizio per la Repubblica e di fare utili e un bilancio positivo. Secondo noi questo punto va rivisto: ci adeguiamo alle tariffe solo a seguito della richiesta dell’Aass, l’iter andrebbe un po’ rivisto.
Le priorità assolute del Pen 3: incrementare le politiche di incentivazione ed efficientamento energetico degli edifici. I vari decreti di incentivi che si sono susseguiti hanno portato buoni risultati ma non a quello che si sperava perché hanno avuto un focus sugli incentivi a fondo perduto. Il nostro suggerimento è di convertirli in esenzioni fiscali spalmate sugli anni. Ciò consente un sistema efficace per incentivare non solo il grande lavoro di ristrutturazione integrale, ma anche tanti piccoli lavori.
Quindi l’altra priorità è quella di avviare piano di efficientamento degli edifici pubblici. Si arriva oggi a una perdita energetica del 70%. La centrale termica produce 100 e negli edifici pubblici arriva meno di 30. Serve poi un censimento energetico, viste le dimensioni di San Marino, sarebbe possibile sapere quanto consumano i singoli edifici, i singoli quartieri. Il censimento consente un ulteriore passo avanti nel risparmio energetico.
Al di là priorità assolute, come quelle precedenti, c’è l’analisi delle rinnovabili. Nei Pen 1-2 gli esami sono stati disattesi. Oggi abbiamo diviso le rinnovabili tra applicabili e non a San Marino. L’eolico non è applicabile, è possibile installare pale eoliche localmente, ma per la configurazione orografica a San Marino, è necessaria l’analisi del sito e della ventosità che richiede come minino dai 6 a 9 mesi, possibilmente un anno e spese non banali. Il micro e mini eolico sono praticabili a livello di singoli casi che non rientrano a nostro avviso nel panorama di incentivi globali. Non parliamo neanche di energia geotermica: non ci sono risultati tali dalle analisi che prevedano un incremento geotermico a San Marino. Quindi il ‘solare termico’: è uno sforzo da poco già compreso nella ristrutturazione di edifici esistenti e nuovi. ‘Solare fotovoltaico’ è in grande crescita grazie al Conto energia ma non è ancora sostenibile, è mediamente incentivabile e conviene farlo non con un conto energia dedicato, ma con gli incentivi legati al decreto incentivi, equiparato a interventi di efficientamento energetico. Novità sono invece le biomasse: l’analisi del territorio sammarinese e circostante rivela enormi potenzialità in questo settore. Le biomasse non sono rifiuti organici urbani, sono residui prevalentemente boschivi e agricoli, questa è biomassa ad uso combustibile verde, con impianti di gassificazione di piccola taglia. In questo modo residui agricoli e boschivi da smaltire a pagamento, che costano, diventano combustibile utilissimo per questi impianti che producono energia elettrica con gas di sintesi, essenzialmente verde e non impattante. Quello che tende a rendere difficile l’implementazione di questi impianti in Paesi non abituati, è la dimensione di un impianto su grandi tagli perché è impattante a livello visivo. Ma un impianto di 20-100 kilowatt elettrici è grande 2 metri di larghezza per 3 di altezza e può essere installato in qualsiasi azienda agricola e consorzio. Richiede un conferimento di biomasse in buone quantità ma a km quasi zero e a impatto ambientale nullo a fronte di uno smaltimento di biomassa che non è più residuo ma combustibile.
Altro punto cruciale: la mobilità sostenibile. San Marino è al centro di interessi vari riguardo alla possibile implementazione di veicoli e infrastrutture per auto elettriche. San Marino è in punto strategico, è piccola e confina ad una zona turistica molto frequentata in diversi mesi dell’anno. La mobilità elettrica è quanto di più verde ci sia per i trasporti. Nel Pen 3 il punto incentivi per mobilità elettrica e per l’installazione di infrastrutture (colonnine) è considerata una occasione da non perdere e sottolinea la necessità di favorire con azioni opportune incentivi e azioni della politica, il tutto può essere realizzato in tempi rapidi. E’ invece per tempi medio-lunghi la previsione di implementazioni di sistemi innovativi a base di idrogeno. Con l’idrogeno è auspicabile iniziare a livello dimostrativo.
Discorso relativo all’autonomia elettrica e alla proposta di una centrale di produzione elettrica: crediamo che una centrale nell’ordine- non come quella proposta in passato- ma di un modulo da 55 per il fabbisogno interno potrebbe garantire una certa visibilità per San Marino, anche l’ipotesi di essere un paese esportatore di energia è da tenere in conto. L’indipendenza elettrica vorrebbe dire venire a capo della tariffazione, darebbe stimolo agli impianti elettrici, ci sarebbe un collegamento con la mobilità elettrica e la generazione di economie notevoli. Il Pen non può comunque prendere posizioni politiche. Bisognerebbe che la politica discutesse queste possibilità al di là di iniziative legate a un singolo personaggio come in passato.
Tony Margiotta, Ssd, presidente
Ci sono interventi per chiedere chiarimenti?
Iro Belluzzi, Psd
Sulle Biomasse, è interessante il discorso di inserire una piccola centrale al nostro interno, ma difficile invece realizzarla, dovrebbero trasferirsi molti residui agricoli e probabilmente San Marino non ce la farebbe ad alimentarne una più grande. Sulla centrale turbo gas sarebbe logico procedere, nel caso in cui la politica e il paese trovino grande condivisione. Ma ogni scelta di ubicazione purtroppo va a impattare in zone abitate e deve scegliere la collettività se permettere l’inserimento di questi impianti nel nostro territorio con tutti i vantaggi e svantaggi che conosciamo. Potrebbe diventare inoltre un cespite proporzionato, non quello di cui si parlava tempo fa per un modulo da 115.
Roberto Giorgetti, Rf
In ambito di autonomia elettrica, si propone anche la possibilità di esportazione o solo a uso interno?
Roberto Ciavatta, Rete
Rimango un po’ perplesso sulla dinamica che dovrebbe condurre alle mini centrali di biomasse. Pur trattandosi di impianti piccoli, i residui agricoli dovrebbero essere importati dal circondario perché gli impianti devono funzionare al 100%. In questo Paese abbiamo un problema grande di mancanza di controlli e temo che nelle condizioni attuali ci troveremmo centrali biomassa dove potrebbe finire di tutto. Si deve fare tantissimo prima di percorrere queste strade. Vediamo con favore invece la mobilità sostenibile, anche per questo è necessario ci sia un progetto che la politica dovrà confrontare con gli operatori del settore, i distributori di carburante, non c’è dubbio che l’interesse del Paese dovrà essere alto.
Importante poi agire sugli sprechi di energia, ridurrebbe il fabbisogno di energia e gas che abbiamo, a fronte di tutto questo. E che lo Stato possa portare avanti politiche del favorire produzione energetica ma in micro impianti residenziali che non accentrino il monopolio su grandi produttori.
Credo si debba tenere conto non solo del consumo pro-capite ma anche della qualità del consumo. Il 10% del consumo di tutto il Paese ci risulta venga fatto da una sola azienda e la politica dovrebbe interrogarsi su questa grande concentrazione. E chiedo se è vero poi che, per questa azienda, la cartiera, l’Autorità abbia chiesto una riduzione di costi.
Francesco Mussoni, Pdcs
Rispondendo all’osservazione iniziale del presidente, ritengo anche io che il Piano debba valere dal 2017 o 2018. Mi permetto di dire solo questo: il metodo di procedere è giusto nel momento in cui mantiene le diverse competenze. Nell’ultima scheda del Piano ci sono delle scelte tecniche- fonti rinnovabili, sostenibilità…- ci sta che ci siano in un piano pluriennale. Ma non vorrei che questo metodo non faccia fare alla politica scelte politiche e che passino poi come soluzioni tecniche. Il tema di una centrale a basso impatto è una valutazione che posso condividere, ma non la trovo compatibile inserirla nel Pec 3. Ci deve essere una valutazione di ordine politico a monte, ma anche bilaterale tra Stati. Metterlo in un piano tecnico lo ritengo sia una situazione di comodo per il governo perché ha un mandato per proseguire su questa scelta politica, ma qui la relazione esce dalla sua funzione.
Alessandro Mancini, Ps
La Centrale è un progetto importante per l’autonomia energetica, per indotto, lavoro…proprio per queste ragioni ritengo sia da inserire in un documento più politico, auspico questo argomento, se venisse fuori l’esigenza di approfondirla, sia oggetto di un confronto più politico, per capire se è compatibile con la realtà sammarinese e per impatto di tutti i tipi ambientali e nei rapporti tra Stati.
Sds Marco Podeschi
Parlare di produzione e di vendita all’estero di energia mi sembra fuori luogo, senza che nemmeno si abbia un progetto di impianto. Il progetto non c’è, si vuole solo confermare le proposte del Pen 2.
Idrogeno: è avviato il dialogo con Toyota, capofila nel mondo dell’idrogeno per la sua applicazione nel settore auto-moto, ed è uno dei pochi produttori al mondo che ha auto in vendita -Toyota e Hyundai. Il ragionamento nato con Toyota è per capire se a San Marino ci può essere un impianto di rifornimento di idrogeno e tecnicamente la risposta è sì. Stiamo ragionando con la società leader al mondo per realizzarlo, ma serve una normativa per la sicurezza degli impianti, c’è necessità adottare le ultime disposizioni di sicurezza in ambito internazionale, l’idea è di adottare gli ultimi standard mondali e iniziare con una stazione di rifornimento semplice, a gestione pubblica, poi procedere successivamente per far avere la riconversione a chi opera nel settore del rifornimento, di dare quindi la possibilità tra qualche anno di riconvertire le centrali di rifornimento tradizionali. Biomasse: il settore non è considerato nei Pen 1 e 2,. Va visto in ottica 2018-2021, quanto potrà accadere. San Marino deve concretamente essere attiva e dare seguito agli accordi di Parigi, lo possiamo fare in modo concreto e vi deve essere anche un’attività di natura culturale per far capire ai cittadini, anche con scelte di natura pratica, quando si parla di mobilità sostenibile, le emissioni possono essere ridotte dai cittadini con l’uso di mezzi pubblici per spostamenti interni o verso Rimini, oggi sottoutilizzati. Altro aspetto sono la produzione di fonti rinnovabili: nel fotovoltaico la differenza tra il costo di produzione e i costi degli impianti si stanno riducendo, nei prossimi 12-24 mesi si può cogliere questa opportunità all’interno del Parco scientifico e tecnologico o in altri settori, vorremmo portarlo avanti. Ringrazio il presidente dell’Autorità e il personale dello Sportello energia, il Pen che porteremo in Consiglio avrà obiettivi più ambiziosi dei precedenti, adeguarsi a tutte le normative e la mobilità sostenibile. L’anomalia della modifica delle tariffe da parte di Aass è stata sottolineata anche dalle aziende, sarà necessario un intervento normativo.
Paolo Tartarini, Presidente Autorità di Regolazione per i servizi pubblici. Replica:
Per l’idrogeno: siamo molto tranquilli sulla sicurezza degli impianti, quelli di nuovissima generazione hanno sicurezze ridondanti. E’ più sicuro un distributore ad idrogeno oggi che qualsiasi distributore di benzina. Per diventare più virtuosi nelle emissioni: San Marino ha emissioni meno della metà di quelle del comune d Carpi, è quindi virtuoso per dimensioni, ma nello specifico, non è virtuoso per consumi, dovrebbe ridurre del 30% le emissioni solo con la riduzione sprechi.
San Marino News Agency