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La “manovrina” è legge: arriva la tassa di soggiorno sugli affitti brevi

da Redazione

La “manovrina” è legge: via libera alla tassa di soggiorno e alla cedolare secca sugli affitti brevi. Il Governo ha avuto la fiducia del Senato sulla manovra correttiva dei conti pubblici con 144 sì, 104 no e un solo astenuto. Il provvedimento, già approvato alla Camera il 1 giugno scorso, diventa così definitivo.

Tra le novità, l’imposta di soggiorno sulle locazioni brevi introdotta dall’emendamento proposto dal deputato Pd romagnolo Tiziano Arlotti e riformulato dal relatore. “Il soggetto che incassa il canone di locazione o che interviene nel suo pagamento è ritenuto responsabile del pagamento dell’imposta di soggiorno e del contributo di soggiorno – spiega Arlotti -. Sin da quest’anno i Comuni potranno istituire o rimodulare con apposito regolamento l’imposta di soggiorno e il contributo di soggiorno fino a un massimo di 5 euro a carico di coloro che alloggiano sul proprio territorio. Il relativo gettito è destinato a interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive; interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali; relativi servizi pubblici locali”.

“E’ una soluzione che offre maggiori garanzie per il controllo dell’evasione – aggiunge il deputato – e che rispetta il principio di equità. I Comuni potranno modulare l’imposta di soggiorno ampliando la platea dei contribuenti. Siamo in una fase in cui c’è un aumento vertiginoso dell’attività di servizi come Airbnb e simili nelle città e in un territorio come il nostro. Ricordo che il solo Airbnb conta 300mila annunci in Italia e negli ultimi 12 mesi sono arrivati nel nostro paese grazie al sito 5 milioni e 856mila turisti, con una permanenza media alta, pari a 3,7 notti circa a soggiorno, per circa 20 milioni di presenze turistiche”.

L’articolo 4 della manovra regola inoltre il regime fiscale delle locazioni brevi intrducendo la cedolare secca al 21%. Riconoscendo che possono essere stipulate anche tramite soggetti che gestiscono portali telematici, affida a un regolamento ministeriale la possibilità di definire i criteri in base ai quali l’attività di locazione si presume svolta in forma imprenditoriale, anche tenendo conto del numero degli immobili affittati e della durata delle locazioni nell’anno solare.

“I soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, nonché quelli che gestiscono portali telematici come ad esempio Airbnb – spiega Arlotti – trasmetteranno i dati dei contratti di locazione e di sublocazione breve per effettuare la ritenuta d’acconto. La norma si applica ai soggetti residenti nel territorio dello Stato che esercitano attività di intermediazione immobiliare e quelli che gestiscono portali telematici, mentre gli intermediari non residenti in possesso di una stabile organizzazione in Italia adempiranno all’obbligo di ritenuta d’acconto tramite la stabile organizzazione. I soggetti non residenti privi di stabile organizzazione in Italia, in qualità di responsabili d’imposta, potranno nominare un rappresentante fiscale”.

Con la manovra arrivano anche il “Libretto famiglia” per i nuclei familiari che fanno uso di prestazioni di lavoro occasionali e il “Contratto di prestazione occasionale” per le imprese. Si prevede un tetto ai compensi unico di 5mila euro l’anno a singola impresa mentre ciascun lavoratore potrà ricevere fino a 2.500 euro l’anno dallo stesso datore di lavoro, per un massimo di 4 ore continuative al giorno per prestazione. Il compenso minimo orario è pari a 9 euro. Il contratto può essere utilizzato dalle imprese fino a 5 lavoratori. Il limite di durata per i privati è di 280 ore l’anno. Ogni buono del Libretto Famiglia è da 10 euro utilizzabile per prestazioni non superiori a un’ora.

“Dopo l’abolizione dello strumento dei voucher siamo entrati in una fase in cui soprattutto le famiglie e in parte anche le imprese non avrebbero avuto uno strumento (come invece accade in Francia con i Cesu o in Germania) per usufruire di forme di lavoro accessorio – conclude Arlotti -. La soluzione individuata garantisce trasparenza e evita il rischio di lavoro nero. Rimane ora la necessità di arrivare a una norma organica, che dovrà tenere conto degli strumenti che contrattualmente possono regolamentare al meglio il lavoro occasionale”.

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