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Commissione per le Pari Opportunità: molestie sessuali sul posto di lavoro

da Redazione

Ti fanno credere che sia “normale”, che non ci sia nulla di strano nel comportarsi così. In fin dei conti, anche se avvengono in ufficio, sono solo complimenti un po’ esagerati, battutine scherzose a sfondo sessuale, toccate affettuose. Se ti imbarazzi o ti senti a disagio, sei tu la bigotta, quella sbagliata, mica il tuo datore di lavoro, capo o collega che ci prova spudoratamente. O peggio, sei tu che tendi a minimizzare il comportamento perché è quello che hai imparato a fare fin da piccola.

Dietro ad alcuni gesti apparentemente inoffensivi o a giustificazioni di stampo machista (“Non puoi mica impedire ad un maschio di provarci!”), si nasconde la molestia sessuale, spesso accompagnata da mobbing, ricatti, vendette, che hanno tutte la stessa faccia, quella della violenza sul lavoro. In Italia, secondo l’Istat, oltre il 51% delle donne di 14-65 anni ha subito molestie o ricatti sessuali sul lavoro nel corso della propria vita. Non solo in fase di assunzione, ma anche per mantenere il posto o per una promozione. Anche se a San Marino dati precisi sul fenomeno non sono disponibili, il problema esiste ed è molto più sentito e taciuto di quanto si pensi perché parlare di molestie e violenza sul lavoro è ancora oggi un tabù. E se un fenomeno non viene nominato è difficile riconoscerlo e prevenirlo in tempo.

Cos’è la molestia sessuale? Per molestia sessuale si intende ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale, espresso in forma verbale, non verbale o fisica, avente lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una persona, in particolare con la creazione di un clima intimidatorio, degradante, umiliante o offensivo. In pratica sono gli apprezzamenti verbali offensivi sul corpo e sulla sessualità, richieste implicite o esplicite di rapporti sessuali non graditi, sguardi insistenti e fastidiosi, messaggi scritti provocatori ed allusivi, contatti fisici intenzionali indesiderati, promesse esplicite o implicite di carriera o di agevolazioni e privilegi sul posto di lavoro in cambio di prestazioni sessuali, intimidazioni, minacce e ricatti subiti per aver respinto comportamenti finalizzati al rapporto sessuale. E non riguarda solo le donne, in misura marginale ne sono coinvolti anche gli uomini.

Le denunce? Pochissime. Quali sono i motivi che portano le lavoratrici a tacere e a non denunciare? Vergogna, imbarazzo, paura di non essere credute poiché spesso mancano le prove. Non da ultimo, paura di perdere il proprio posto di lavoro. Quindi? Meglio minimizzare, sopportare in silenzio e tacere.

 

Commissione per le Pari Opportunità San Marino

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