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La CSU ha incontrato l’ANIS sulla crisi del sistema bancario

da Redazione

SAN MARINO – Con l’incontro di questa mattina con l’Associazione Industriali, si è concluso un primo giro di incontri della CSU con il Governo, i partiti di maggioranza e di opposizione, le associazioni di categoria e gli Istituti di credito, sulla crisi del sistema bancario.

I Segretari Generali di CSdL e CDLS hanno ribadito la profonda preoccupazione del movimento sindacale per le sorti del sistema creditizio, mettendo luce le principali problematiche. Ad iniziare dalla difficile situazione patrimoniale, su cui pesa il macigno degli NPL. Su circa 6,5 miliardi di euro di raccolta bancaria, gli NPL ammontano intorno ai due miliardi, quindi incidono per circa un terzo. Un dato che da solo testimonia la difficile situazione in cui versa il sistema bancario.

In tal senso la richiesta comune è quella di sapere come l’Esecutivo intende affrontare questo problema, unitamente alla necessità di ricapitalizzazione delle banche, e se la strada sarà quella dell’emissione di titoli del debito pubblico, come paventato dal Governo; ipotesti che, se confermata, comporterebbe inevitabilmente un aumento del debito dello Stato.

Al contempo CSU e ANIS hanno espresso le proprie preoccupazioni comuni sulla situazione molto delicata dei fondi pensionistici, investiti nelle banche sammarinesi, per un ammontare di circa 415 milioni per il primo pilastro. La CSU ha chiesto al Congresso di Stato precise garanzie formali su queste risorse, ed in particolare sui circa 30 milioni investiti in Asset Banca, sottoposta a Commissariamento.

Queste garanzie da parte del Congresso di Stato finora sono state formulate attraverso una delibera approvata la scorsa settimana, nella quale il Governo si impegna a trovare idonei strumenti tecnici per fornire la garanzia dello Stato sugli investimenti effettuati dal fondo pensioni nel sistema finanziario sammarinese, impegnando altresì lo Stato ad intervenire a salvaguardia di tali fondi.

Siamo ancora in attesa di conoscere le soluzioni e gli strumenti tecnici che verranno effettivamente adottati per salvaguardare al meglio i 30 milioni di euro investiti in questa banca e le altre risorse dei fondi pensione allocati nel sistema bancario sammarinese. Il Segretario di Stato per le Finanze, che doveva fornire queste indicazioni lo scorso venerdì, ha preso altro tempo.

Rispetto alla Cassa di Risparmio, che di fatto è di proprietà pubblica, la CSU ha ribadito la richiesta, finora inascoltata, di consentire ad un rappresentante dei lavoratori e del mondo delle imprese di entrare a fare parte del Consiglio di Amministrazione. Lavoratori e imprese sono coloro che producono la vera ricchezza del paese, e quindi hanno il diritto di entrare a far parte della struttura gestionale di questo Istituto di credito che di fatto appartiene alla collettività.

Le preoccupazioni della CSU riguardano anche i dipendenti impiegati nel settore; in tal senso il sindacato ritiene necessario un progetto di tutela dei posti di lavoro, il quale va inserito nel piano complessivo di “salvataggio” del sistema bancario; ma questo piano complessivo non è dato sapere da parte del Governo, e ciò impedisce di avere il necessario quadro di riferimento per svolgere al meglio il proprio ruolo contrattuale e di rappresentanza dei lavoratori.

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