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Consorzio Bestack primo ad avere introdotto un marchio che certifica prestazioni e dimensioni

da Redazione

La logistica è un tema centrale nel comparto ortofrutticolo, un settore dove si commercializzano generi particolarmente deperibili, dove sono richiesti elevati standard di sicurezza alimentare e dove la sostenibilità – ambientale, produttiva ed energetica – diventa il requisito centrale per rendere efficienti processi e prodotti. Prendiamo come esempio un centro distributivo che movimenta 6 milioni di colli di ortofrutta all’anno. L’utilizzo di imballaggi con dimensioni di base standard e altezza personalizzata (a seconda del prodotto da contenere), certificati in quanto a prestazioni e resistenza, comporterebbe un risparmio annuo di quasi 2,5 milioni di euro.

Lo dimostra uno studio dell’Università di Bergamo i cui risultati sono veicolati da Bestack, consorzio nazionale che riunisce i produttori di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta: mercoledì 11 maggio partecipa a Cibus (Fiera di Parma, 9-12 maggio) portando l’esempio di questo materiale come veicolo di innovazione, ricerca, qualità e sostenibilità economica e ambientale nel comparto frutta e verdura.

Il direttore del consorzio Claudio Dall’Agata interviene al workshop organizzato dal Club Carta e Cartoni di Comieco (il consorzio nazionale per la raccolta e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica), dal titolo “Packaging sostenibile in carta e cartone attore dell’economia circolare”.

Oggi lo scenario del commercio ortofrutticolo presenta sfide crescenti. “Le distanze degli scambi si allungano e agli imballaggi è richiesto sempre di più. – sottolinea Claudio Dall’Agata – Serve una certezza di prestazione degli imballaggi, per ridurre contestazioni, rotture, scatastamenti. E noi siamo stati pionieri in questo. L’Italia è un esempio di eccellenza. È stata il primo Paese nell’Unione Europea a sviluppare prima un processo di armonizzazione dimensionale dei formati di confezionamento per ortofrutta, e poi di certificazione della resistenza degli imballaggi con il nostro marchio Bestack, ripreso poi in Europa e diventato CFQ. Bestack è stato poi anche pioniere nella definizione dell’impianto organizzativo per la gestione dei progetti di ricerca e innovazione, tanto che per le stesse finalità in Spagna è nato Uniq all’interno dell’associazione Afco e Carton Ondule De France in Francia”.

Oggi, questo standard italiano arriva in Europa. FEFCO, la Federazione europea dei produttori di imballaggi in cartone ondulato, ha infatti adottato lo standard CFQ: nel prossimo futuro, tutti gli imballaggi in cartone ondulato nell’UE avranno le stesse dimensioni e saranno tutti certificati.

Lo studio dell’Università di Bergamo su imballaggi e logistica

Riprendendo i dati dello studio condotto dall’Università di Bergamo, il risparmio annuo di circa 2,5 milioni di euro per un centro distributivo che movimenta 6 milioni di colli all’anno è dato da una riduzione dei costi nella logistica ESTERNA (dal produttore alla piattaforma) e in quella INTERNA (dalla piattaforma al punto vendita).

In un periodo di tre anni, lo studio dimostra che con imballaggi standardizzati il numero di colli (cassette per ortofrutta) per pallet è passato da 38 a 46 nella logistica esterna (+25%) e da 38 a 67 (+80%) in quella interna. Avere imballaggi con la stessa dimensione di base, con resistenze garantite e con altezze personalizzate a seconda del prodotto da contenere (es. alti 6 cm per i kiwi, 10 cm per le mele) significa infatti potere impilare più colli in uno stesso pallet, allo stesso tempo preservando il prodotto da schiacciamenti e altri danni da trasporto.

Tutto questo si traduce in un risparmio in termini di costi: lo studio parla di vantaggi per un milione di euro in tre anni nella logistica esterna, quindi a vantaggio dei produttori, che possono ridurre il numero di trasporti verso il centro distributivo, e di 1,5 milioni di euro in tre anni nella logistica interna (dal centro distributivo al punto vendita), grazie alla diminuzione del costo unitario per pallet.

“Se a ciò aggiungiamo che le cassette in cartone ondulato sono personabilizzabili in altezza, il vantaggio raddoppia – conclude Dall’Agata – e si arriva quindi a un risparmio totale di circa 5 milioni di euro in tre anni. Aggiungiamo infine il risparmio di ritorno (circa il 20%) nei costi di movimentazione e la valorizzazione del cartone avviato a riciclo. Da qui il dato stimato di un risparmio di circa 2,5 milioni di euro all’anno”.

Concludendo, si parla di risparmio anche in termini di riduzione delle emissioni (meno trasporti vuol dire meno CO2 in atmosfera), nonché di contenimento degli sprechi alimentari: i prodotti ortofrutticoli in cartone ondulato, infatti, sono protetti, sicuri e salubri, ed è dimostrato dagli studi della prof.ssa Lanciotti dell’Università di Bologna che la loro shelf life è fino a due giorni superiore rispetto a frutta e verdura contenute in altre tipologie di imballaggio.

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