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Alla Biennale del Disegno di Rimini, Geminiani e Giulianelli presentano il loro archivio

da Redazione

Ha aperto sabato 23 aprile 2016 alle ore 17,00, la seconda edizione della Biennale del Disegno di Rimini dal titolo “Profili del mondo”.

Prestiti prestigiosi e opere inedite con 27 mostre aperte fino al 10 luglio e 2.000 opere, un percorso tra grandi artisti che accosta classici e contemporanei, quest’ultimi noti e meno noti, vicini per affinità o per ispirazione. I preziosi disegni antichi di Guido Reni, Guercino, Tiepolo, Chini, Canaletto, dialogano con la modernità di Francis Bacon, Sironi, Pericoli, Andrea Pazienza, Mario Schifano, Kiki Smith, Giuseppe Penone.

Matite attive anche per Cantiere Disegno nell’Ala Nuova del Museo della Città, già ex ospedale cittadino che quest’anno cresce e si evolve aprendo le porte a 50 artisti contemporanei che autogestiscono gli spazi tra cui Toccafondo, Baricchi, Rivalta, Riva, Toffolini, Guastavino…

Ed è proprio all’interno della fucina del “Cantiere” che Gabriele Geminiani e Giovanni Giulianelli, presenteranno un lavoro a quattro mani giocato su memoria e fascinazione dei luoghi che mescola sapientemente disegno e fotografia dal titolo “Amnesie. Sguardi dal tempo sospeso” dove vi si possono scorgere anche i profili del monte Titano. Così parla di loro Annamaria Bernucci, critica e storica dell’arte, tra i curatori di Cantiere Disegno: “Scivolando sulla superficie della carta con la china e la matita Gabriele Geminiani e Giovanni Giulianelli hanno ripristinato a loro modo una originaria relazione tra figura e sfondo, verso un non-confine che apre al paesaggio, sorvolando su profili d’orizzonte e prospettive di paese, punteggiando il tracciato di piccole reliquie-oggetti, raccolti sulla sponda del fiume o restituite dal mare. Sono i residui di vita vissuta, piccole scorie della quotidianità, sedimentati negli interstizi dello spazio, lungo il tempo”. Per l’occasione Geminiani e Giulianelli hanno realizzato un quaderno documentario edito da Seven Seas, con foto di Laurent Bernardi e grafica di Monica Stolfi.

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