Nella relazione, il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni, illustra i dati salienti del provvedimento portato in Aula in prima lettura, tra cui il disavanzo di bilancio che è previsto pari a 16 milioni e 453 mila euro. Il report di San Marino News Agency.
SAN MARINO – La presentazione del Bilancio previsionale 2016 è stata al centro del dibattito e dei lavori consiliari odierni. Nella relazione, il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni, illustra i dati salienti del provvedimento portato in Aula in prima lettura, tra cui il disavanzo di bilancio che è previsto pari a 16 milioni e 453 mila euro. Ma “l’obiettivo del governo per il 2016- assicura il segretario di Stato- è il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio da perseguirsi nel corso della gestione e con la prossima variazione di bilancio”. Si apre quindi il dibattito consiliare: il provvedimento viene liquidato da Marco Podeschi, Upr, come un “brodino caldo, somministrato per curare mali leggeri”. Andrea Zafferani, C10, osserva come il bilancio presentato sia “una legge di fine legislatura, di amministrazione, minimale”, perché “a parte una serie di stanziamenti tecnici, di scelte politiche e strutturali ce ne sono zero”. Tony Margiotta, Su punta il dito contro l’aumento della tassa sui servizi: “Da una parte viene evasa- lamenta- d’altra parte questi aumenti vanno a pesare non su chi eroga il servizio, ma su chi lo richiede. E’ sempre la cittadinanza che paga”. Paride Andreoli, Ps, è fiducioso sui risultati di bilancio: “Possiamo ipotizzare che questi 16,5 mln di disavanzo in assestamento verranno ridotti, addirittura già in seconda lettura con emendamenti di governo e maggioranza, ma anche di minoranza”. Andrea Belluzzi, Psd, difende l’operato del segretario Capicchioni che “ha sempre caratterizzato le sue leggi di bilancio come provvedimenti contabili- motiva- e mi auguro come tale resti anche il presente e che non si snaturi. Le scelte politiche le dobbiamo fare con altre leggi”. Elena Tonnini di Rete osserva come all’interno del testo, nel titolo dedicato allo sviluppo, sia stato inserito l’articolo relativo all’aumento della tassa dei servizi: “Probabilmente- ironizza- aumentare le tasse per il governo serve allo sviluppo”. Matteo Fiorini, Ap mette in guardia su possibili interventi “oggi non più prevedibili” di sostegno al sistema finanziario. “E’ una variabile che va considerata e consiglio- aggiunge- un atteggiamento prudente”. Per Federico Pedini Amati, indipendente, le mancanze sono troppe: “Non c’è un rilancio del Paese dentro questo bilancio”. Luca Beccari, Pdcs, fa notare che “il bilancio non può risolvere tutti i problemi”. Al contrario, “c’è ancora parecchia strada da fare- osserva- noi siamo proiettati verso il pareggio, la partita è aperta e poi si discuterà emendamento per emendamento”. In chiusura del dibattito Capicchioni, replica alla battuta iniziale sul ‘brodino caldo’ di Podeschi: “Forse i consiglieri non hanno guardato bene- risponde- in quel brodino ci sono anche dei buoni cappelletti e su questo dovremo confrontarci”. I cappelletti, chiarisce, sono “quelle cose che ci consentono di dire che i conti pubblici hanno raggiunto una stabilità”.
In apertura dei lavori consiliari, in mattinata, l’Aula ha ripreso il comma 10, lasciato sospeso ieri, e concluso quindi il dibattito sul progetto di legge in prima lettura relativo alla Convenzione di Instanbul, per poi passare al dibattito sul Bilancio 2016. Terminato questo, si è passati al Comma 12. Progetto di legge di iniziativa legislativa popolare “Integrazioni alla Legge 30 novembre 2000 n.114, Legge sulla Cittadinanza”, presentato da Otello Pedini e altri firmatari, (I lettura) cui è seguito un breve dibattito. Infine, la seduta si è conclusa al Comma 13. con il Progetto di legge “Della libertà e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero” (I lettura), presentato dal segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi. Lunedì mattina il Consiglio Grande e Generale riprenderà dal relativo dibattito.
Di seguito un estratto dei lavori odierni.
Comma 10. Progetto di legge “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica” (Convenzione di Istanbul) (I lettura)
Mariella Mularoni, Pdcs: “Esprimo il mio apprezzamento sull’opera di sensibilizzazione portata avanti sulla tematica della violenza contro le donne dalle donne che compongono quest’Aula. Grande soddisfazione per questo progetto di legge portato all’esame del Consiglio Grande e Generale oggi. La lotta contro la violenza di genere farà un passo decisivo in avanti quando diventerà un impegno corale e diffuso e non soltanto delle donne. Insisto nuovamente sul coinvolgimento delle agenzie educative e della società civile”.
Marco Podeschi, Upr: “Siamo molto favorevoli al progetto di legge. C’è stato l’impegno corale di tutto il Consiglio Grande e Generale senza distinzione di sessi. Con questa legge diciamo a tutti che a San Marino discriminazioni e violenze di genere non devono esserci. Upr sostiene questo progetto di legge che speriamo diventi il prima possibile legge”.
Francesca Michelotti, Su: “Il contratto sociale si basa su una profonda consapevolezza delle persone attraverso l’educazione. Diamo sostegno incondizionato a questa norma. Voglio chiedere al Segretario un chiarimento perché nella relazione non è stato ben esplicitato. All’articolo 1, dove c’è la dichiarazione di principio, si parla anche di un impegno ad adottare una prospettiva di genere non solo nella progettazione delle misure ma altresì nella valutazione del loro impatto. Affermazione a mio avviso pleonastica”.
Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato alla Cultura: “La nostra è una legislazione all’avanguardia per approcciarsi a una problematica di questo genere. Vogliamo creare la possibilità per cui chi subisce il fenomeno della violenza possa mettersi in contatto con le istituzioni preposte e possa poi trovare una risposta organica ed adeguata. E noi di risposte organiche ne abbiamo previste. Dalle Forze di Polizia, che devono essere appositamente istruite, alla formazione del personale sanitario, sociale, legale. Cerchiamo poi di rendere sempre più autonoma e forte l’approccio dell’Authority a queste problematiche”.
Matteo Zeppa, Rete: “L’Authority delle Pari Opportunità deve essere il punto cardine dell’organizzazione a cui devono partecipare Iss, avvocati e strutture di assistenza. Io credo che ci saranno dei problemi sostanziali di recepimento della legge. Va benissimo il recepimento di principi giustissimi, ma dobbiamo farlo con i mezzi che abbiamo a San Marino. E a mio parere a San Marino c’è un po’ di disorganizzazione sulla questione. Dobbiamo guardare cosa abbiamo in casa”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Vedo che anche in un’occasione che potrebbe vederci tutti soddisfatti per il recepimento di indicazioni internazionali si continua a fare la battaglia politica spicciola. Ma il sottoscritto e il suo gruppo sono soddisfatti perché in un anno e mezzo siamo riusciti a chiudere il percorso di valutazione delle nostre normative e ad apportare dei correttivi. Credo che una volta all’anno la politica, tramite l’audizione dell’Authority, dovrebbe esprimersi e dire all’Aula qual è lo stato di fatto e quali sono nell’ordinamento sammarinese le criticità. Insomma cosa manca per rendere più effettiva questa lotta”.
Paride Andreoli, Ps: “Sono trascorsi anni prima che il progetto di legge giungesse in quest’Aula. Ma oggi finalmente siamo qui a dare un forte segnale di attenzione nei confronti di episodi di violenza contro le donne”.
Federico Pedini Amati, Indipendente: “La violenza contro le donne non è solo di tipo fisico ma anche psicologica. In questo senso bisogna porre particolare attenzione a questo genere di violenza che non provoca una lacerazione fisica ed evidente. Un tipo di violenza che rimane nascosta. Ma è un tipo di violenza che esiste anche a San Marino. Il più delle volte si fa finta di non vedere. Bisogna creare una normativa efficace per contrastare questo tipo di reati subdoli. E poi non applicarla nei fatti. Nel contrastare questo genere di violenze, che non sono solo fisiche, occorre uno sforzo sinergico e il più possibile collaborativo”.
Denise Bronzetti, Indipendente: “Finalmente questo progetto di legge giunge in Aula. Sottolineo il ruolo dell’Authority delle Pari Opportunità che ha più volte chiesto e spinto affinché si arrivasse a questo risultato. Ovviamente le mie sono considerazioni di carattere generale. Poi appena si potrà andremo a verificare nel merito quali sono le norme che consentiranno di adeguare il nostro ordinamento agli interventi richiesti nella convenzione di Istanbul. Bisogna sempre tradurre in atti concreti quello che la convenzione stabilisce e determina. Dobbiamo dare all’Authority strumenti sempre più efficaci per prevenire e combattere fenomeni di violenza contro le donne e di violenza domestica. Serve una legislazione per reprimere coraggiosamente e senza sbavature una piaga mondiale che deve essere arginata”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Mi unisco agli interventi che ci sono stati. Li condivido pienamente. Auspico che il lavoro svolto in Commissione possa migliorare l’articolato. Ci sono alcuni passaggi perfettibili. Io credo che una norma, oltre a punire le manifestazioni, debba preoccuparsi dei profili di accertamento e delle modalità con cui si manifestano le violenze. Si lavori su prevenzione e formazione soprattutto con i giovani”.
Grazie Zafferani, Rete: “Quello che manca è un’opera di sensibilizzazione efficace sul territorio. Ci vuole un coordinamento migliore tra scuole, Iss, Forze di Polizia e Tribunale. La prevenzione è fondamentale per prevenire la spirale della violenza. Concludo augurandomi che si riesca sempre più a contrastare la violenza sulle donne”.
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato, replica: “Ribadisco la soddisfazione del Governo per portare a compimento l’attuazione di una convenzione che, con la ratifica di San Marino, giunge a 20 ratifiche dei 47 Paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa. Tra quelli che non hanno né sottoscritto né ratificato la convenzione ci sono tanti paesi più grandi di San Marino”.
Comma n. 11. Provvedimenti in esecuzione della Legge 18 febbraio 1998 n.30 “Norme Generali sull’Ordinamento Contabile dello Stato”: a) Relazione Economico – Statistica e Relazione Tecnico Contabile, ai sensi dell’articolo 38 della Legge 18 febbraio 1998 n.30; b) Rendiconto Generale dello Stato e Relazioni della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, previste dagli articoli 106 e 108 della Legge 18 febbraio 1998 n.30, nonché Bilanci Consuntivi degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2014 (I^ lettura) c) Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2016 e Bilanci Pluriennali 2016/2018 (I^ lettura)
Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato alle Finanze: “L’economia sammarinese mostra qualche segnale di stabilizzazione. Il totale delle imprese presenti in Repubblica è pari a 5.204 unità e registrano rispetto al 2014 un incremento di 10 aziende. Il tasso disoccupazione in senso stretto è rimasto stabile al 7,34%. Sul fronte bilaterale con l’Italia le relazioni si sono consolidate in positivo con l’uscita dalla black list e l’ingresso nella white list anti-riciclaggio. Con l’Italia rimane ancora aperto il tema del Memorandum of Understanding tra le Banche Centrali dei due Stati che si auspica si possa concludere a breve. Un altro importante accordo nell’ottica della trasparenza fiscale si è concluso con accordo Facta con gli Usa. Si è chiuso inoltre l’accordo con Unione europea sulla tassazione sul reddito da risparmio. Con la predisposizione della normativa sulla cooperazione fiscale internazionale si dà atto degli impegni assunti dalla Repubblica di San Marino in materia di cooperazione internazionale e di trasparenza. Il settore bancario sta affrontando un periodo di grandi mutamenti. In questo contesto il tema delle prospettive assume un rilievo prioritario. La ripresa dell’economia passa attraverso un nuovo modello di fare finanza: più partecipato e con maggiore attenzione alle problematiche di carattere sociale. Resta di fondamentale importanza concludere il Memorandum con Banca d’Italia. In prospettiva per il settore bancario-finanziario occorre continuità sul piano di consolidamento del sistema contemporaneamente ad un rinnovato sviluppo con caratteristiche compatibili col ri-posizionamento internazionale del Paese e le sue dimensione in un’ottica di maggiore integrazione con i mercati esteri. Banca Centrale ha ruolo strategico nel percorso di internazionalizzazione del sistema bancario-finanziario. Un ruolo che dovrà essere giocato sia in sede di negoziato per un accordo di associazione con l’Unione Europea sia attraverso una politica organizzata di relazioni finalizzata ad accordi con le Banche centrali di altri Paesi. Nel frattempo, nel breve periodo, il sistema bancario sammarinese deve affrontare gli effetti della Volontary Disclosure italiana che farà registrare un outflow di liquidità dal sistema finanziario sammarinese. Ma l’impatto sistemico sarà molto inferiore rispetto a quello dello scudo fiscale del 2010. Il rendiconto generale ha registrato un avanzo pari a 3 milioni e 895 mila euro a fronte di un disavanzo 2014 preventivato in sede di variazione di bilancio di 14 milioni e 932 mila euro. La variazione di bilancio per l’esercizio in corso ha consentito il ridimensionamento del disavanzo previsionale 2015 stimato in 13 milioni e 798 mila euro ad 7 milioni e 710 mila euro (-44,12%). La diminuzione del disavanzo è stata possibile nonostante l’aumento dei trasferimenti a carico dello Stato per il settore previdenziale che comporterà per il bilancio statale una maggiore spesa preventivata per il 2015 di 5 milioni e 952 mila euro sul capitolo “Oneri a carico dello Stato per la gestione Fondo lavoratori dipendenti”. Nel 2016 si darà attuazione al piano pluriennale di investimenti di complessivi 30 milioni nel triennio allo scopo di favorire lo sviluppo e rilanciare l’economia. Il finanziamento avverrà mediante l’emissione di titoli del debito pubblico. Con il presente progetto di legge (articolo 20) le emissioni da effettuarsi in più soluzioni sono state estese al periodo 2016-2018 in base alla programmazione delle opere. Per quanto riguarda le entrate fiscali nel bilancio di previsione 2016 sono previste maggiori imposizioni e neppure riproposti i provvedimenti straordinari che hanno interessato gli anni passati, quali, l’addizionale IGR, le disposizioni nei confronti dei lavoratori frontalieri e l’imposta straordinaria sugli immobili. Il gettito complessivo 2014 dell’imposta IGR è pari a 112 milioni e 157 mila euro. Nel 2015 la riforma fiscale troverà completa applicazione con la piena operatività della San Marino Card come strumento fiscale per la registrazione telematica dei ricavi, anche ai fini della certificazione delle spese deducibili effettuate in territorio, e la piena applicazione della tassazione sui prodotti finanziari esteri. Le previsione delle imposte dirette per il 2015 sono state confermate a 114 milioni e 400 mila euro e lievemente incrementate per il 2016 a 115 milioni e 100 mila euro (+ 0,61%). Per quanto riguarda l’andamento dell’imposta sulle importazioni i dati evidenziano una stabilizzazione del volume delle importazioni. Il volume complessivo del gettito di tutta la categoria, che comprende oltre all’imposta sulle merci importate, l’imposta speciale sui prodotto petroliferi e i proventi dei dazi doganali, è previsto per il 2016 in 258 milioni e mezzo di euro. In aumento rispetto al dato 2015 (più 1,10%). Il differenziale tra l’imposta sulle merci importate iscritta in entrata e il rimborso dell’imposta in uscita è previsto per il 2016 in 64 milioni e mezzo di euro con un aumento dello 0,78% rispetto alla variazione assestata 2015 e del 7,12% rispetto al dato consuntivo 2014. L’incremento è in gran parte conseguente alla riforma fiscale IGR che ha introdotto attraverso l’utilizzo della Smac Card uno strumento efficace per incentivare i consumi interni e capace di generare un maggiore gettito dell’imposta sulle importazioni. Nel progetto di legge è previsto un aumento dell’aliquota dell’imposta complementare sui servizi dal 3 al 4%: l’adeguamento rappresenta un passaggio di avvicinamento del percorso che porterà all’introduzione dell’Igc. Il progetto di riforma delle imposte indirette rappresenta il completamento dell’assetto normativo fiscale sammarinese. Complessivamente le entrate tributarie presentano nel 2016 un aumento dell00,90% rispetto alla variazione assestata 2015, un aumento dell’1,05% rispetto alla previsione iniziale 2015 e un aumento dello 0,23% rispetto al consuntivo 2014. Le entrate extra-tributarie per il 2016 sono previste in flessione del 2,92% rispetto alla previsione assestata 2015 e in aumento dell’8,35% rispetto alla previsione iniziale 2015.
Il disavanzo di bilancio previsto per il 2016 è pari a 16 milioni e 453 mila euro. L’obiettivo del Governo per il 2016 è il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio da perseguirsi nel corso della gestione 2016 e con la prossima variazione di bilancio. A tale scopo anche per il 2016 sarà prevista la clausola di salvaguardia sulle spese non obbligatorie quale efficace strumento di controllo della spesa pubblica in rapporto all’andamento delle entrate. La spesa complessiva per il 2016 è aumentata dell’1,70% rispetto alla previsione assestata 2015 e del 10,32% rispetto alla previsione iniziale 2015. La spesa corrente presenta un aumento dello 0,68% rispetto alla previsione assestata e dello 0,91% rispetto alla previsione iniziale 2015. I trasferimenti all’Iss per il settore previdenziale rilevano un incremento per il contributo a carico dello Stato al Fondo lavoratori dipendenti di complessivi 17 milioni di euro. Nel settore della previdenza sono necessarie soluzioni strutturali nel breve termine sulla base di un progetto che sarà presentato dalla commissione di studio per la previdenza sammarinese. I trasferimenti all’Iss per il finanziamento dell’assistenza sanitaria e per il servizio socio-sanitario saranno pari a 64 milioni di euro (+4,07% rispetto alla previsione iniziale). Per far fronte agli accantonamenti destinati agli ammortamenti e al fondo svalutazione crediti l’Iss costituirà un Fondo di riserva patrimoniale di 6 milioni e 233 milioni di euro da cui attingere per il triennio 2016/2018. Confermati i provvedimenti per il contenimento della spesa del personale e per il contenimento delle sostituzioni a seguito di pensionamenti ed alla riduzione della spesa per indennità, compensi, gettoni, straordinari e maggiorazioni. L’attuazione del primo Fabbisogno avverrà secondo principi di gradualità e sostenibilità finanziaria nel rispetto della vigente normativa in materia, concorsi o altre forme di selezione. Il tasso di sostituzione per il personale del settore pubblico allargato collocato a riposo o dimesso dal servizio è fissato nella percentuale massima del 35%. Particolare attenzione deve essere rivolta alla gestione della liquidità dello Stato. Negli ultimi anni si è significativamente ridotta a seguito della crisi economica-finanziaria interna ed internazionale che ha portato a una forte riduzione delle entrate del bilancio dello Stato non compensata dalla diminuzione della spesa pubblica. Sono necessari interventi urgenti per un ripristino graduale delle riserve: prelevamento di 14 milioni e 900 mila euro quale residuo del finanziamento di complessivi 31 milioni di euro erogato dagli istituti di credito sammarinesi, valutare la possibilità di reperire finanziamenti nell’ambito degli enti del settore pubblico allargato, possibilità di procedere agli accantonamenti delle risultanze attive pregresse riferite agli esercizi 2011, 2012 e 2013 delle gestioni dei fondi pensione sulla base di un piano di accantonamento pluriennale”.
Marco Podeschi, Upr: “Questo provvedimento sembra il brodino caldo della nonna, somministrato per curare tutti i mali. Rendo merito al Segretario per essere qui e metterci la faccia. Ma è triste constatare che non c’è il resto del governo quando si parla del bilancio dello Stato. Siamo preoccupati e presenteremo una serie di emendamenti in seconda lettura. Sicurezza e ordine pubblico: lo Stato riduce gli straordinari per le Forze dell’Ordine. L’Europa toglie i vincoli di bilancio per la sicurezza e noi invece togliamo le risorse. Sull’imposta addizionale sui servizi perché passiamo dal 3 al 4%? Smac: 500 mila euro per il suo finanziamento che ora è solo uno strumento di accertamento fiscale. E’ troppo. C’è addirittura un articolo della Finanziaria in cui si chiede agli uffici pubblici di risparmiare sulle utenze, è follia. Si possono risparmiare risorse tagliando in altro modo. Il Paese inizia a chiedersi verso cosa stiamo andando. Il Paese è in recessione economia eppure il governo fa l’assestamento, introducendo il prestito obbligazionario, che adesso tra l’altro va già a cambiare. Upr non è soddisfatta di questo approccio. Il Segretario è molto pacato ma il bilancio dello Stato non funziona. Non si esce così dalla recessione economica. Per non parlare del debito pubblico che ammonta a 102 milioni di euro”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Si modifica l’assestamento di bilancio approvato 25 giorni fa. Al comma 1 era stata sollevata in Aula la problematicità dell’emissione in più tranche nel corso dello stesso anno di prestito obbligazionario per ben 30 milioni di euro. Nessuno aveva ascoltato. E adesso si cambia. Si va a rivedere per l’edilizia convenzionata lo spread sui tassi di interesse. L’articolo 38 poi è un articolo pre elettorale: le riduzioni del 10% sui gettoni dei cda vengono eliminate. Restano solo le riduzioni sui consiglieri in Consiglio grande e generale. Va bene lasciare le riduzioni sui consiglieri, però vengono tolte per tutti gli altri enti: una sorta di aumentino per qualche centinaio di persone. Un’altra modifica che viene fatta riguarda gli effetti dei finanziamenti del Capo 7 legati ai benefici fiscali del Polo del Lusso. Legge che rimanda ad altre leggi rendendo poco chiara la situazione. E’ impossibile per un investitore venire a San Marino senza doversi inginocchiare davanti a un politico per trovare un accordo perché è impossibile per un investitore capire quali sono le condizioni fiscali del nostro Paese”.
Andrea Zafferani, C10: “Questa legge di bilancio è una legge di fine legislatura, di amministrazione, minimale. A parte una serie di stanziamenti tecnici, di scelte politiche e strutturali ce ne sono zero. Detto questo, malgrado tanti proclami, siamo ancora con un bilancio in deficit. E’ impossibile raggiungere pareggio di bilancio strutturale. Sono stati tolti i prepensionamenti, non ci sono più condoni fiscali, si è voluto dare qualche euro in più per gli investimenti non solo attraverso debiti, e si torna al deficit.
Aumentano gli interessi passivi, frutto delle politiche di indebitamento fatte dal governo in questi anni e abbiamo appena iniziato. Il fabbisogno viene rinviato. E’ enorme il problema delle previdenza, 17 mln di stanziamenti ulteriori al Fondo dipendenti. C’è il rialzo sulla tassa servizi, la più evasa in assoluto. Piuttosto che aumentarla di un punto percentuale a chi la paga, proporrei di accertarsi che sia versata”.
Alessandro Cardelli, Pdcs: “Siamo solo a una prima lettura, il lavoro sarà ancora ampio. Bisogna partire dall’analisi economica del Paese che è in difficoltà sta uscendo dalla crisi. Fino ad un anno fa, il bilancio era fortemente in perdita e le aziende chiudevano, oggi abbiamo dati statistici in ripresa. Oggi è necessario dare più strumenti affinché l’imposta sui servizi sia effettivamente pagata al 3%, l’evasione è ancora molto forte, è necessario sicuramente aumentare i controlli. Mantenere i 64 mln di euro di trasferimenti all’Iss è un obiettivo importante perché si crede nei servizi sanitari sammarinesi e per questo non abbiamo tagliato. Abbiamo eliminato i prepensionamenti e inserito un tasso di turn over più alto. Ciavatta di Rete dice che è impossibile attrarre imprenditori nella Repubblica di San Marino. Se è così è per colpa di scelte scellerate come le vostre che sostenete un referendum contro le imprese. Gli imprenditori hanno paure di gente demagogica e populistica. Per interessi politici di qualcuno si va contro gli interessi dello Stato”.
Tony Margiotta, Su: “Mi sarei aspettato un bilancio volto allo sviluppo della nostra economia. Non capiamo almeno alcune scelte discutibili del governo. Il finanziamento di 500 mila euro per la Smac per noi è una somma molto importante che andrebbe giustificata con delle prospettive. C’è l’aumento della tassa sui servizi, da una parte viene evasa, d’altra parte questi aumenti vanno a pesare non su chi eroga il servizio, ma su chi lo richiede. E’ sempre la cittadinanza che paga. E’ incomprensibile che si vada in questa direzione. Faremo il nostro dovere con responsabilità, portando avanti temi che ci stanno a cuore e ci auguriamo che l’atteggiamento di governo e maggioranza sia aperto al confronto e non sempre di chiusura”
Andrea Belluzzi, Psd: “Mi sorprende quando si commenta sulla legge di bilancio il fatto che è troppo contabile e senza scelte politiche, quando invece su altre leggi di bilancio si andava a dire il contrario. Il segretario Capicchioni ha sempre caratterizzato le sue leggi di bilancio come provvedimenti contabili e mi auguro come tale resti anche il presente e che non si snaturi. Le scelte politiche le dobbiamo fare con altri provvedimenti e ce ne sono tante, confermo e accettiamo la sfida lanciata dall’opposizione. I passaggi sono tanti, quello sull’imposta dei consumi per esempio. Però si critica l’imposta sui servizi che ha un fine prettamente tecnico. Le imposta bisogna trasferirle dai consumi sui patrimoni, questo è un ragionamento da farsi. Mi auguro alcuni passaggi possano essere perfezionati tra prima e seconda lettura. L’articolo 36 affronta i crediti erariali, un problema è la riscossione fuori territorio. Occorre creare strumenti politici, diplomatici e tecnici per andare a fare queste riscossioni, le contravvenzioni sono solo un piccolo elemento da affrontare perché la mole di questi crediti potrebbe avere un capitolo rilevante nel nostro bilancio”.
Elena Tonnini, Rete: “Nella legge c’è un titolo dedicato allo sviluppo, ma quali sono gli articoli che dovrebbero dare corpo allo sviluppo economico? L’Articolo 43, il credito sociale? La solidarietà familiare che apre a tantissime distorsioni nel mondo del lavoro e non ci è stato detto come poterle evitare? Sul titolo dello sviluppo è stato inserito persino l’aumento della tassa dei servizi, probabilmente per il governo serve allo sviluppo. Abbiamo 1,8 mln di euro di perdita per la gestione dei rifiuti, cosa sta succedendo all’Aass? Mettiamo al Fondo rischi crediti inesigibili effettivi o frutto della malagestione che viene fatta ricadere sui cittadini? Poi c’è il debito in aumento e la crisi di liquidità. E si prosegue con fare leggi insostenibili come quella di Cardelli con cui si danno manciate di incentivi e sgravi per i centri storici come se non ci fosse un domani”.
Roger Zavoli, Upr: “L’opera di spending review ha avuto effetti circoscritti e addirittura perversi in certi settori. Nella legge non sono allocate risorse aggiuntive a settori importanti come sicurezza e ordine pubblico. Upr ritiene sia un grave errore non prevedere stanziamenti importanti a favore delle forze dell’ordine e ulteriore errore è tagliare gli straordinari perché si incide sulla sicurezza dei cittadini. L’aumento dell’imposta sui servizi è un modo per fare cassa sbrigativo, si procede a vista. Upr proporrà un emendamento per eliminare questo balzello. Occorre diminuire la spesa corrente e attuare investimenti in tecnologia, cultura, istruzione, ma non c’è nulla di concreto, è un provvedimento senza prospettive e senza respiro politico in particolare verso i giovani che stanno concludendo studi”.
Mimma Zavoli, C10: “Il governo si limita a iniziative di corto respiro, copia se stesso, prima pone provvedimenti, poi li toglie, eliminando una progettualità minima. Non aiuta né rassicura, si continua sul solco tracciato di cambiare poco, di non allarmare. Su questo ritroviamo ancora provvedimenti incomprensibili, come l’articolo 39, dove si aumenta il tasso di sostituzione dei dipendenti della Pa. Scandaloso è l’articolo 44 sulla solidarietà familiare, non so cosa potrete inserire l’anno prossimo per ampliare questa platea. Sono molto delusa da questa finanziaria perché mancante di visione e di futuro”.
Paride Andreoli, Ps: “Le parole del segretario di Stato Capicchioni sono soddisfacenti sotto l’aspetto del risultato finale perché possiamo ipotizzare che nel Consuntivo 2015 si terminerà con un ulteriore avanzo e magari anche questi 16,5 mln di disavanzo in assestamento verranno ridotti, addirittura già in seconda lettura con emendamenti di governo e maggioranza, o anche minoranza. L’anno scorso noi con un emendamento dall’opposizione abbiamo contribuito alla sua riduzione. Però segretario mi auguro nel prossimo dibattito ci siano emendamenti non solo di natura tecnica ma anche programmatica. Perché ne abbiamo necessità. Non possiamo combattere tutti gli anni l’inversione di rotta contro i numeri solo attraverso la riduzione della spesa e i tagli, ma bisogna individuare un percorso di nuove entrate necessarie, non solo per ridurre il disavanzo, ma per far sì che nel bilancio triennale ci sia modo di rilanciare e sostenere l’economia sammarinese”.
Guerrino Zanotti, Psd: “Da alcuni elementi emerge la visione che questo bilancio mette in luce difficoltà per le entrate. Non trovo nessun elemento di novità in queste considerazioni. Il governo è sempre stato chiaro e trasparente sulle difficoltà che sta attraversando lo Stato. E’ una legge tecnica e che non si è aperta ad interventi sull’universo mondo. Speriamo resti tale, ritengo non si possa gravare questa legge di interventi con ulteriori impegni di spesa. Il disavanzo 2015 è stato dimezzato, ci auguriamo che economie di spesa portino a un risultato più positivo anche per il 2016. Ciò non toglie che maggioranza e Psd siano spronati e incalzati ad adottare tutte quelle politiche che creino sviluppo. Il sistema previdenziale è in sofferenza e abbiamo chiesto si intervenga al più presto. Non c’è solo il Fondo dipendenti, anche la gestione residuale del Fondo artigiani, siamo impegnati anche su questo fronte. E interventi vanno predisposti nel più breve tempo possibile. E’ stata criticata la clausola di salvaguardia, il fatto che il limite sia orizzontale non significa non si possa valutare in corso di esercizio quali sforamenti del 70% siano degni di essere adottati e quali no”.
Nicola Selva, Upr: “In questo momento serve realismo, dal 2008 sono stati persi due mila posti di lavoro, il sistema soffre. Temo che i riflessi siano devastanti se non si va a toccare questi aspetti. I segnali sono evidenti. Leggendo il programma economico, anche se sono passati già altri segretari alle Finanze, la trama e il rito sono sempre gli stessi, da anni non c’è un’idea nuova. Il documento presentato oggi non è sufficiente, non fa scelte di sistema. L’aumento dell’imposta sui servizi sarà un pesante macigno per le piccole imprese che vedono erodere la loro competitività. Non ci possiamo poi limitare a semplici risparmi e tagli, voglio porre limiti a consulenze e appalti nella Pa. Spendiamo mezzo milione nella Smac Card, se prendevamo il registratore fiscale spendevamo la metà della metà”.
Matteo Fiorini, Ap: “E’ il contesto per analizzare i punti di forza del sistema e le potenzialità inespresse, non solo i difetti. Diciamo che abbiamo bisogno di una Pa più efficiente, ma abbiamo una Pa con grandi numeri di personale non qualificato, mentre il salto di qualità è da farsi con l’inserimento di giovani qualificati, se investiremo in risorse umane guarderemo in prospettiva. Così la legge di bilancio, rispetto anni addietro, potrà vedere anche nuovi interventi oggi non più prevedibili di sostegno al sistema finanziario. E’ una variabile che va considerata e consiglio sempre un atteggiamento prudente. I suggerimenti tra prima e seconda lettura vanno sicuramente considerati con atteggiamento costruttivo”.
Massimo Canti, Pdcs: “Nel 2016 il bilancio previsionale è stimato con un disavanzo di 16 mln di euro e non ci deve fare paura, da qui alla chiusura le risorse avranno di certo un segnale positivo. Per il 2016 è previsto il completamento della rete di fibra ottica aziendale che permetterà di poter creare sviluppo. La nostra azienda di Stato ha stimato per questo progetto un costo di 13 mln di euro, di cui 9 già accantonati e il costo sarà alla fine di soli 4 mln di euro, ma il ritorno non è stimabile perché i benefici sono di molto superiori. E su questo punto non ho sentito nessun intervento, malgrado la sua importanza. C’è chi dice che la legge finanziaria non prevede sviluppo, invece questo progetto sulla fibra ottica rappresenta una risposta al Paese proprio sullo sviluppo. Idem gli interventi previsti per il comparto turistico e commerciale”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Mi fa terrore chiudere un bilancio con queste cifre. Dietro i tecnicismi ci sono meccanismi che incidono sul sociale. Di tecnico c’è ben poco. Se a qualcuno non fa paura un disavanzo da 16 mln di euro, invece a me fa terrore. Come fate a dire che in assestamento del prossimo anno avremo un avanzo? Siete sconsiderati, aumentate l’imposta sui servizi. Avete stanziato per la promozione turistica 1,6 mln di euro, ci sta, ma cozza sull’opera pluriennale dell’infrastruttura relativa alla costruzione dei parcheggi. Per cosa costruite i parcheggi, per i fantasmi o per il mercato edile che deve ripartire? E’ il lavoro che deve ripartire”.
Marino Riccardi, Psd: “Ogni anno puntualmente viene presentato un bilancio di previsione che prevede un risultato di bilancio che a consuntivo è totalmente diverso. Metto in discussione coloro che propongono al segretario questi dati, con quali criteri si fanno certe valutazioni? Il bilancio è lo specchio del momento che stiamo attraversando, il 2015 è stato l’anno peggiore rispetto al 2014 e al 2013. Questa ripresa da molte parti enunciata non trova riscontro nella realtà. Dobbiamo fare delle scelte per dare stimolo all’economia che possa riprendere. Se lo Stato non è il primo imprenditore che crede in sé stesso, come può un imprenditorie privato ad investire qui? In questo bilancio non ci sono le condizioni per poterlo fare. Servono risorse da non reperire con imposte, ma attraverso il risparmio. La spending review è stata positiva ma ci aspettavamo qualcosa di più.
Nel 2011 l’allegato Zeta dell’allora maggioranza e anche dal Psd prevedeva la possibilità di emettere un decreto per consentire l’acquisto di un’abitazione per cittadini non residenti come seconda casa per la vacanze. Andava ripreso e non capisco perché non sia ancora stato fatto”.
Francesca Michelotti, Su: “Il bilancio non è solo un brodino caldo, è brodino di dado. Gli interventi proposti sono quelli di una formichina che mantiene il dato più gravoso, quello della disoccupazione. Sui 30 mln di investimenti in infrastrutture abbiamo dato voto contrario perché non ci è stata data garanzia che gli investimenti siano su questioni che potranno produrre sviluppo e mettere a riparo 30 mln di euro dall’assalto alla dirigenza di amici e amici di amici. Servono scelte di campo, lo dicono sia dalla maggioranza sia dall’opposizione. Condividiamo l’idea che non si possa continuare con i brodini caldi. Mancano scelte. C’è la gestione dell’Iss che chiede il 4% in più. Serve una responsabilizzazione collettiva, inclusa l’opposizione che ha fatto scelte discutibili pericolose per lo sviluppo del Paese. Serve coraggio per le scelte difficili. Per quale ragione all’Iss si sta procedendo con la copertura di posto dirigente che consiglio di dipartimento ha detto che non serve solo per alimentare aspettative clientelare del segretario alla Sanità? Si continua ad indulgere in certi atteggiamenti, serve credibilità”.
Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Nonostante qualche segnale di ripresa, il tasso di disoccupazione è ancora troppo alto. Dopo l’uscita della black list in campo internazionale sono stati fatti molti altri passi avanti. Mi auguro che da parte del segretario di Stato che ci sia la volontà e l’impegno di inserire un comma specifico nel Consiglio di dicembre. Va rivista l’ipotesi di aumento dal 3 % al 4% dell’imposta sui servizi”.
Alessandro Mancini, Ps: “Ci sono due modi di fare un bilancio previsionale. C’ è la scelta di fare un bilancio conservatore, ossia fare un bilancio che mette in sicurezza i conti dello Stato facendo una serie di provvedimenti in linea con quella che è la situazione del Paese. Un altro tipo di bilancio prevede una serie di provvedimenti che rilanciano il sistema economico del paese. Oggi invece stiamo facendo un bilancio conservatore che non è compatibile con l’andamento economico del Paese. Il capitolo delle uscite è in linea con quello dell’anno precedente e non c’è incremento nelle entrate. E’ un bilancio non compatibile con la situazione del Paese. Tra prima e seconda lettura dovrà essere integrato e cambiato. Servono interventi di indirizzo politico e programmatico capaci di generare nuova economia. Dobbiamo alimentare il capitolo delle entrate pur potendo fare altri tagli sulle uscite. Non ci siamo mai sottratti a dare il nostro contributo. Quando si mettono al servizio del Paese idee e qualche forza in più si fa soprattutto l’interesse del Paese. Mi auguro che il resto dell’opposizione lo comprenda”.
Ivan Foschi, Su: “Ogni anno ci troviamo a ripetere le stesse cose. Mentre negli altri paesi d’Europa si sono visti segni di ripresa, qui i segnali di ripresa non si vedono. Mancano le prospettive di sviluppo. Uscire dalla black list non significava generare fiducia in automatico. Quello doveva farlo il Governo, ma non l’ha fatto. Investimenti? Non crediamo siano utili quelli previsti. Quelli su innovazione e sul miglioramento P.A. mancano del tutto. I dati dicono che la disoccupazione è stazionaria e Pil è calato dell’1%. Il debito è arrivato oltre 200 milioni e rappresenta il 15% del Pil. Ci sono carenze del nostro ordinamento contabile: attendiamo da anni una riforma per compilare il bilancio in maniera più efficace. Quest’anno il Collegio dei revisori non ha approvato il bilancio dell’Iss perché ritiene non siano state adeguatamente valutate voci come rischi e spending review. Tornando sui conti: ogni anno per cercare di fare quadrare il bilancio ci si inventa qualcosa. Misure straordinarie ma non strutturali”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Il bilancio in prima lettura è frutto di scelte politiche e programmatiche coerenti. E’ un provvedimento asciutto. Come è stato sostenuto da più consiglieri, si è cercato di presentare una serie di articoli perlopiù necessari e tecnici invece che leggi omnibus. Stiamo parlando di un deficit presunto di 16 milioni di euro circa. Cifre ridotte rispetto a qualche anno fa. L’impegno è quello di ridurre ulteriormente la cifra. Faccio un appello a tutte le forze politiche perché quando vengono presentate delle riforme non si mettano sempre sulla barricata. Non c’è molto da aggiungere a una serie di cifre già analizzate e a pochi provvedimenti che caratterizzano questa legge. Che ha il pregio però di essere coerente e di presentare un deficit contenuto e che vogliamo ancora più contenuto di questo”.
Federico Pedini Amati, Indipendente: “Come progetto di sviluppo economico aumentiamo le tasse. Come l’aumento dell’imposta sui servizi. Come incentivi allo sviluppo questo bilancio non ha niente. C’è la continuazione all’interno del bilancio della richiesta della minimum tax alle aziende. Questo Paese non sta creando nuovi posti di lavoro. Ma non credo sia un buon dato. In coscienza mi dite se la maggioranza crede davvero a quello che dice? La realtà è che siamo presi in piena crisi dettata dalla Volontary D. Le mancanze sono troppe. Non c’è un rilancio del Paese dentro questo bilancio. Il team della spending review aveva detto: ci sono degli sprechi ma non si è intervenuto per tagliare i veri sprechi nella spesa pubblica del Paese. I 500 mila euro per la Smac card? Per un meccanismo fiscale per controllare l’esercente? Segretario Capicchioni non ha tutte le colpe. Il problema però è che nei banchi della maggioranza, in un momento così delicato, si vede solo lei a discutere del bilancio”.
Franco Santi, C10: “Questo bilancio certifica come in questi anni il Governo non sia riuscito a fare quello che si era ripromesso di fare. Questo bilancio certifica una sconfitta per manifesta inferiorità. Poi è vero: il bilancio ha delle direttive precise che ci portiamo dietro da qualche anno e che tendono al pareggio di bilancio e alla conservazione di determinate voci di spesa. Il bilancio dovrebbe votarsi in maniera completa verso la ripresa economica. Io credo che ci sono dei provvedimenti che lo Stato e il Governo può mettere in campo per favorire gli inneschi di questa evoluzione positiva ma mancano le risorse. Le risorse se le aspettiamo dalla ripresa economica ci portano in una sorta di strada senza uscita. Ci sono emergenze: la crisi di liquidità del sistema e il sistema previdenziale. Cosa fare? Noi presenteremo emendamenti e proposte al progetto di legge per dare delle idee e dei suggerimenti. Ma io credo sia necessario mettere in campo un accordo/patto per condividere provvedimenti strutturali e dare possibilità al Governo di creare le condizioni per una ripresa occupazionale reale”.
Luca Beccari, Pdcs: “Questo è un bilancio che inizia a tenersi in piedi da solo. Un bilancio frutto di dinamiche partite un po’ di tempo fa che hanno iniziato a rivedere la gestione della finanza pubblica. La riforma tributaria sulle entrate ha assorbito gli interventi straordinari e il processo di spending review ha consentito di intervenire su costi e spese. Senza compromettere la tenuta del sistema pensionistico dobbiamo trovare un modo per capire perché, ancora oggi, il contributo statale è così importante per la tenuta del Fondo dei lavoratori. Costruiamo un percorso per capire insieme come agire. Il bilancio non è uno strumento che fa arrivare nuove imprese e crea occupazione. Noi abbiamo questa abitudine di utilizzare il bilancio come strumento di programmazione economica e finanziaria mentre a mio avviso il bilancio dovrebbe solo assegnare solo le risorse per coprire i capitoli di spesa per il resto dovrebbe esserci una Finanziaria. Il bilancio non può risolvere tutti i problemi. C’è ancora parecchia strada da fare, ma prendiamo il contesto di quello che stiamo facendo per quello che è. I 16 milioni di disavanzo sono tanti o pochi? L’anno scorso abbiamo chiuso il previsionale con un’ipotesi di 13/14 milioni. Questo è un punto di partenza. Noi siamo proiettati verso il pareggio. La partita è aperta e poi si discuterà emendamento per emendamento”.
Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato, replica: “Io credo che il ‘brodino caldo’ non ci sia. Forse i consiglieri non hanno guardato bene. In quel brodino ci sono anche dei buoni cappelletti. Su questo dovremo confrontarci. I cappelletti sono quelle cose che ci consentono di dire che i conti pubblici hanno raggiunto una stabilità. Arriviamo da un periodo in cui il crollo delle entrate ha determinato dei disavanzi di bilancio consistenti che hanno indebolito le risorse finanziarie pubbliche. Parliamo di disavanzi di 30/40/50 milioni di euro. Dobbiamo fronteggiare la caduta delle entrate. Abbiamo dovuto adottare provvedimenti straordinari che oggi non sono stati ripetuti. E’ stata fatta un’opera di riduzione costante della spesa. Forse si poteva fare di più. Può essere. Andremo ad individuare le nicchie di spreco che ancora permangono nel bilancio dello Stato. Ma è innegabile che l’azione di questa maggioranza ha portato a ridurre prima i disavanzi e poi a portare a pareggio i conti pubblici. Il disavanzo 2015 in sede di consuntivo verrà assorbito e dunque porteremo anche il 2015 a pareggio. Ma l’obiettivo è anche per il 2016. Noi auspichiamo che già tra prima e seconda lettura possa essere ridotto il disavanzo 2016. E contiamo di arrivare all’equilibrio di bilancio anche per il 2016. Su questi aspetti io credo che i dati parlino da soli. Nello specifico dei provvedimenti contenuti nel progetto di legge qualcuno ha sollevato il problema dell’imposta dei servizi. L’incremento di un’imposta è sempre malvisto. Ma questo nella relazione viene detto chiaramente: è un provvedimento di avvicinamento all’introduzione dell’imposta generale sui consumi che verrà portata in Aula. Questa riforma è strettamente necessaria altrimenti già vediamo difficoltà a intercettare investitori. Noi abbiamo centinaia di operatori che hanno un risultato economico inferiore o simile a quello dei propri dipendenti. E non parlo di attività partite adesso ma anche attività che sono sul mercato da anni. E dunque si tratta di dati incongruenti con quelle attività e con il tenore di vita che oggi quegli imprenditori conducono. Su quello dovremo lavorare. Lavorare forte per far sì che questo non avvenga più. Dobbiamo far comprendere a questi cittadini che qualcosa è cambiato. Ed è un aspetto culturale. Pagare le tasse non piace a nessuno ma è cambiato il mondo in questi anni. E queste persone non possono vivere al di fuori di questo mondo. Dico tutto questo per collegarmi al discorso della Smac Card: c’è chi ritiene eccessivi i 500 mila euro messi a bilancio per il suo potenziamento. Io dico invece che questa somma è necessaria. Dobbiamo portare il nostro Pil da 1 mld e 400 mila euro a 1 mld e 800 mila/ 2 mld di euro. L’articolo sulla solidarietà familiare? L’approccio a questo articolo credo sia completamente sbagliato. Qui non parliamo di lavoro. Qui parliamo di tutela dell’impresa: un’impresa familiare. Se non inseriamo quell’articolo rischiamo di far chiudere imprese familiari”.
Comma 12. Progetto di legge di iniziativa legislativa popolare “Integrazioni alla Legge 30 novembre 2000 n.114 (Legge sulla Cittadinanza)” (presentato dal Sig. Otello Pedini ed altri firmatari) (I lettura)
Filippo Tamagnini, Pdcs, dell’ufficio di segreteria del Consiglio, dà lettura della Relazione:
“L’articolo 1 della legge 30 novembre del 2000 dice che i figli di padre sammarinese potessero mantenere la cittadinanza se entro 12 mesi dal raggiungimento della maggiore età avessero dichiarato tale volontà; il successivo punto 3, a sua volta, ha disposto che i figli di madre sammarinese sempre nel termine di 12 mesi dal raggiungimento della maggiore età potessero dichiarare di volere la cittadinanza della madre. L’applicazione della normativa ha comportato delle diversità tra destinatari della stessa norma che, in alcuni casi, discrimina fra consanguinei. Il primo aspetto riguarda tutta la serie di esclusi in ragione della entrata in vigore della norma la quale si pone come limite entro il quale occorre avere i presupposti per l’esercizio del diritto. In poche parole: chi ha già superato i diciotto anni all’entrata in vigore della norma, anche se di pochi mesi, non può esercitare il diritto riconosciuto dalla legge a chi ancora non ha raggiunto tale età. La contraddizione raggiunge casi paradossali nel caso in cui in una medesima famiglia il limite dei 18 anni all’entrata in vigore della legge sia stato raggiunto e superato da alcuni figli e non da altri. Per
ovviare è necessario l’intervento del legislatore. All’articolo 1 diciamo che “i figli di madre sammarinese e padre non sammarinese che all’entrata in vigore della norma del 2000 avevano già compiuto da oltre dodici mesi la maggiore età e non hanno quindi potuto beneficiare della possibilità di scegliere la cittadinanza materna ai sensi dell’articolo 1 della predetta legge, dalla data di entrata in vigore di questa nuova legge possono esperire le formalità di cui all’articolo 2 (formalità per la scelta della cittadinanza materna) per ottenere la cittadinanza sammarinese per origine qualora alla data di entrata in vigore della legge 8 luglio 1974 numero 50 non avessero ancora compiuto il 18esimo anno d’età”.
Marco Podeschi, Upr: “Io vorrei capire se il Congresso di Stato su questo argomento interverrà oppure partirà in modalità invisibile, attendendo che succeda qualcosa”.
Elena Tonnini, Rete: “In Aula sono rimasti due Segretari. Con l’entrata in vigore della legge attuale si è creato una sorta di spartiacque: i nati prima del 2000 non potevano accedere a questa norma. In questa proposta di legge c’è una parte molto chiara e riguarda il mantenimento dell’uguaglianza nei diritti facendo in modo che la legge del 2000 non sia più uno spartiacque”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Bisogna distinguere tra legge proposta dal governo e legge di iniziativa popolare su cui sono le forze politiche e la maggioranza che si pronunciano, non il governo”.
Maria Luisa Berti, Ns: “E’ un progetto di legge di iniziativa popolare e ci tengo a palesare la nostra massima attenzione e interesse. Più volte la politica era stata sollecitata a valutare questa disparità di trattamento nel corso della Consulta. Non c’è riuscita la politica, l’hanno fatto i cittadini, ben venga. Ci tengo però a chiedere, visto che ci sarà il passaggio in Commissione e in seconda lettura, dei dati sulla situazione che si potrà verificare in caso la legge sia poi approvata”.
Francesca Michelotti, Su: “Di genere sono lieta quando i cittadini presentano leggi, in particolare nella relazione di questa proposta di legge si colgono spunti interessantissimi, si sapeva che l’entrata in vigore di alcune norme avrebbero creato disparità per questioni temporali e non di diritto. Su questo aspetto trovo che dovremmo fare il nostro meglio per correggere questa sorta di discriminazione. Il punto è però che la proposta propone l’integrazione a una legge del 2000 che è stata modificata nel 2004, con la legge n.84. Chiedo al segretario se si possa comprendere se ci sono anomalie in questa proposta che è molto tecnica, non vorrei lavorare su emendamenti e incorrere in errori. Chiedo, se possibile, di avere qualche consulenza tecnica richiedendola agli uffici competenti e che questo materiale sia dato ai gruppi consiliari prima di arrivare in Commissione”.
Andrea Zafferani, C10: “Sono d’accordo con l’avere qualche elemento in più per capire questa proposta. Chi era maggiorenne all’entra in vigore della legge sulla cittadinanza non ha avuto le stesse condizioni di chi lo è diventato dopo. Questa norma dà poi un anno di tempo per ottenere un diritto che o si ha o non si ha, e a me queste cose lasciano perplesso. Mi lascia perplesso poi il mantenimento di una distinzione che questa proposta vuole mantenere. Mi auguro il progetto di C10 sulla naturalizzazione giunga in Aula e si possa eliminare una discriminazione non più tollerabile”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Anche io auspico si possa portare in Aula legge sulla naturalizzazione. Intervengo a titolo personale, sono diventato cittadino sammarinese grazie alla legge del 2004 che andava a modificare quella del 2000. A gennaio 2005 mi trovai nella condizione di assolvere il servizio militare in Italia, in quanto madre sammarinese e padre italiano. Quando entrò in vigore legge del 2004 dovetti rinunciare alla cittadinanza italiana perché ero l’unico caso che stava svolgendo da italiano un servizio militare in Italia ma ero anche sammarinese per l’entrata in vigore della legge. Mi misero nella condizione di dover rinunciare a cittadinanza italiana. Mi trovai dopo 28 anni ad essere discriminato. Io ho rinunciato a un mio diritto, quello di essere italiano. Credo che nel progetto di legge qualcosina debba essere modificato, ma chiedo sia fatto e finito in modo tale che non si vadano a ledere nuovamente diritti acquisiti”.
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni e Giustizia: “Il tema della cittadinanza è sempre attuale e riscontra tante sensibilità. Nella discussione di questo Pdl che avrà modo di svolgersi in Aula sicuramente può essere utile, come è stato chiesto da alcuni consiglieri, avere quelli che sono i numeri ed eventuali effetti. Ricordo che C10 ha presentato un provvedimento sulla naturalizzazione e la scorsa settimana su questo tema abbiamo avuto confronto preliminare. Posso dire che quanto prima si giungerà alla discussione di questo Pdl in Aula e sono convinto si possano trovare soluzioni ad esigenze attuali”.
Comma 13. Progetto di legge “Della libertà e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero” (I lettura)
Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Nel corso dell’anno 2014, la Segreteria di Stato per il Lavoro, Cooperazione e Informazione ha dato avvio ad un progetto di riforma dell’assetto normativo vigente in materia di rappresentatività, di contrattazione collettiva e diritto di sciopero a1la luce del mutato contesto economico e delle sfide sociali ed economiche che la Repubblica di San Marino è chiamata ad affrontare nei prossimi anni. La scelta di intervenire in una materia così delicata e centrale per la vita del Paese è dettata anche dal recente evolversi delle relazioni industriali, messe alla prova dalla “crisi” epocale sviluppatasi con vigore in tutte le realtà economiche del Vecchio Continente a partire dall’anno 2008. Tanti, troppi, sono stati i posti di lavoro persi in questi anni, in ragione della mordente crisi di impresa, nient’affatto cessata al tempo in cui si scrive la presente relazione. Si registra, tuttavia, una “timida” ripresa dei fondamentali macroeconomici che potrebbero lasciar supporre un miglioramento delle condizioni precarie dell’economia europea e, in particolare, di quella mediterranea. Ripresa “debole” che potrebbe essere presto annichilita – a livello globale – dalla crisi di lungo corso dell’economia greca e dai funesti segnali registrati a livello finanziario nel continente asiatico e, in dettaglio, nella Repubblica Popolare Cinese, oltre al recentissimo dieselgate, divampato a partire dalla vicenda Volkswagen. In questo contesto – come noto – pur a fronte delle criticità, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria hanno agito con maturità, sapendo mediare reciproche rinunce. Anche la politica, per il tramite dell’Esecutivo, ha saputo svolgere il compito di coordinare e agevolare le relazioni industriali.
In questo senso, questa segreteria di Stato non ha mai cessato di ricercare soluzioni per ogni singola realtà lavorativa entrata in stato di crisi. Non è tutto, proprio in periodi di difficoltà come sempre accade si sono registrate tutte le inadeguatezze dell’impianto normativo esistente; inadeguatezze di alcune disposizioni di legge di cui non era dato di avvedersi in tempi più floridi da un punto di vista macroeconomico, quali i decenni che hanno preceduto il 2008. La segreteria di Stato per il Lavoro, così come l’Esecutivo e il Consiglio grande e generale, hanno proposto e spesso tradotto in legge i correttivi ritenuti necessari per superare eventuali stati di impasse o le criticità date da normative datate o comunque non coerenti e utili al fine. Anche la materia della rappresentatività, delle regole e dei limiti della contrattazione collettiva e del diritto allo sciopero rientra a pieno titolo nel novero di quelle materie la cui normativa deve essere aggiornata, oltre che razionalizzata, non foss’altro per chiarire e normare in termini definitivi uno degli aspetti centrali, o meglio il più importante, dei temi della contrattazione collettiva: l’esistenza o meno di un principio di efficacia generalizzata (erga omnes) del contratto collettivo nazionale di lavoro riferito ad un determinato settore. Tale unicità, sempre ossequiata nel secolo scorso, è stata posta in discussione attraverso l’introduzione, per la prima volta, nel 2012, di un doppio contratto per il settore industria.
Fatto questo che ha cambiato in maniera decisiva gli assetti esistenti, proiettandoci in un mondo e modo di intendere le relazioni industriali nuovo e imponendo un intervento normativo per evitare che attraverso l’applicazione dell’articolo 9 della legge n. 7/61 (‘nel caso in cui si verificasse il concorso di più contratti saranno applicate le clausole più favorevoli ai prestatori di lavoro’) possa giungersi al collage di previsioni negoziali afferenti a contratti diversi, con messa a repentaglio degli equilibri sinallagmatici raggiunti dai firmatari da entrambe le parti di uno o più CCNL. La necessità di dare ordine riguarda anche le regole di durata, validità e sottoscrizione del Contratto collettivo nazionale di lavoro, la scelta è stata appunto quella di introdurre una regolamentazione per cui il CCNL di settore è uno (e uno solo) ed esplica effetti su tutti i datori di lavoro operanti all’interno del perimetro stesso. La scelta riguarda anche la forma che il prodotto normativo va ad assumere, quella di un testo unico che regoli l’intero settore. La presenza di un corpo normativo unitario, chiaro e comprensibile, limitato il più possibile nei rimandi a una normativa terza, è certamente un plus che può fungere da volano per attrarre imprenditori stranieri ad operare nel nostro territorio. Il testo è stato condiviso e discusso con le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali attraverso il massimo confronto e partecipazione delle parti interessate, in linea con le migliori esperienze europee e in logica di massima trasparenza”.