Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: si è aperto il dibattito sul polo del lusso

Consiglio Grande e Generale: si è aperto il dibattito sul polo del lusso

da Redazione

Convenzione per il “Luxury Department Store San Marino” e per la modifica al P.R.G: Sono 55 gli iscritti a parlare. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

Il dibattito della seduta consiliare è ripreso dal comma Comunicazioni. Dopo l’approvazione, a maggioranza qualificata, della relazione per il conferimento di beni per la costituzione di capitale sociale Poste San Marino SpA si è passati al dibattito sulla convenzione per il “Luxury Department Store San Marino” e per la modifica al P.R.G. per l’attuazione di interventi di sviluppo economico” (II lettura). Sono 55 gli iscritti a parlare.

Comma Comunicazioni.

Elena Tonnini (Rete): Palese quello che da tempo si percepiva in Aula. Mi riferisco all’intervento degli ulteriori due consiglieri indipendenti. Maggioranza più forte dei numeri ma ormai questo Governo può contare solo sui numeri. Cerca di racimolare il racimolabile. Questo Paese non merita i salti nel buio a cui un Governo fallimentare lo sta costringendo. Manca un modello a questo Paese. Vediamo le politiche mondiali muoversi sul tema della riconversione di settori che ormai si stanno dimostrando fallimentari. L’agricoltura tradizionale non può andare avanti e occorre spingere questo settore verso il biologico. Non può farlo anche San Marino?

Comma numero 2.

Conferimento Onorificenza Cavaliere di Gran Croce decorato con il Gran Collare a S.A.S. Alberto II Principe Sovrano di Monaco. Votazione. Il conferimento è approvato

Comma numero 3.

Conferimento beni per la costituzione di capitale sociale Poste San Marino SpA: a) Relazione dei beni conferiti ai sensi dell’articolo 12, comma 5 della Legge 19 settembre 2014 n.146 b) Conferimento in proprietà dell’immobile autorizzato dal Congresso di Stato con delibera n.17 del 16 giugno 2015.

Segretario di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni: La legge 20 dicembre 2013 ha stabilito il capitale sociale di Poste San Marino spa in 3 milioni di euro. Il Congresso di Stato ne ha autorizzato il conferimento come segue: 1) importo in denaro per un milione e 800 mila euro 2) ha conferito la proprietà della porzione di fabbricato posto su due piani di proprietà dell’eccellentissima Camera sito in Serravalle, Piazza Giovanni Bertoldi, per un valore di 980 mila euro previa deliberazione favorevole del Cgg 3) ha conferito beni mobili, già in uso all’ente Poste, per un importo totale di 180.421 euro e crediti, mediante delegazione di pagamento relativi al residuo numero 1.352 “Acquisto beni strumentali direzione poste” fino all’importo massimo di 39.578 euro.

Una volta individuato il capitale sociale per 3 milioni di euro di cui un milione e 800 mila ero in denaro si è proceduto con l’individuazione degli ulteriore beni da conferire nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 12. Con l’atto di approvazione del Cgg del conferimento immobile per la costituzione del capitale sociale di Poste San Marino spa e la successiva stipula dell’atto costitutivo andrà a concludersi l’iter di trasformazione dell’ente Poste

Mimma Zavoli (Civico 10): Allarmata nel sentire parlare di conferimento cioè il passaggio di beni di pertinenza dello Stato a una società di diritto privato che avrà nel tempo una sua evoluzione. E magari potrà aprirsi ai privati. Credo che l’alienazione di questi beni in futuro dovrebbe essere vincolata a un voto dell’Aula. Sono in ansia per questo.

Marco Podeschi (Upr): Mi associo a molte delle considerazioni fatte dal consigliere Zavoli. Il vero problema è: quale sarà la missione definitiva di Poste spa? Fatichiamo a comprendere quali prospettive di sviluppo potrebbe avere una società come questa. Il bacino di clienti è limitato al numero di residenti della Repubblica.

Roberto Ciavatta (Rete): Ho molte perplessità su questa operazione. Ci pare che il disegno segua più gli obiettivi e le ambizioni di un dirigente che logiche economiche capaci di fare l’interesse della cittadinanza sammarinese. Fino adesso c’è stato equilibrio continuo dei conti della società grazie alla contribuzione dello Stato perché il bilancio della società non si regge da solo. Forse sarebbe stato il caso di ragionare più approfonditamente sulla trasformazione in spa che risponde a logiche e ambizioni che non hanno nulla a che fare con l’interesse del Paese ma rispondono solo alle ambizioni di colei che dirige il settore e che ambisce a diventare imprenditore con i soldi di Pantalone. Progetto fallimentare ancora prima di partire.

Francesca Michelotti (Su): Qualora l’ente Poste dovesse essere costretto a permettere l’accesso alla partecipazione di soggetti privati, se il Cgg non dovesse autorizzare la vendita dei beni conferiti che cosa succederebbe? Io chiedo di procedere in modo diverso. Io penso che noi dovremmo votare questa pratica con la maggioranza qualificata. Anche per evitare di istituire una prassi che potrebbe essere utilizzata in maniera strumentale per evitare lo scoglio dei due terzi nell’alienazione dei beni pubblici. Chiedo al Segretario di Stato di ragionare sulla possibilità di effettuare questo conferimento con la votazione dei due terzi.

Nicola Selva (Upr): Siamo preoccupati. Questo è un caso particolare di questa legislatura. Ci sono numerosi elementi di singolarità per una operazione gestita in modo blindato. L’Upr non è mai stata contraria alla trasformazione delle Poste in Spa. Ma ha espresso perplessità su come l’operazione, da due anni, è stata condotta. Lo statuto è stato definito da un allegato di un decreto delegato. Il metodo del governo è stato poco razionale. Senza mai avere una visione globale delle problematiche. Lo Stato paga per un ente che dovrebbe essere autonomo dal punto di vista finanziario e operativo. L’Upr avrebbe agito con più confronto, anche con le opposizioni, e più trasparenza.

Matteo Zeppa (Rete): A me questa operazione puzza di istituto finanziario pubblico. Questo ente è partecipato dello Stato. C’è un ente fatto in modo strano, forzato. Ciò che era afferente all’ente è stato fatto con decreti legge blindati e non modificabili, dal Congresso di Stato. Nel momento in cui tutto ipoteticamente va a rotoli e pur di salvare l’ente si apre alla volontà di darlo ai privati, noi avremo un privato che avrebbe dei beni dello Stato in pancia e potrà farci quello che vuole.

Andrea Zafferani (Civico 10): Chiedo di riconsiderare la scelta di conferire i beni senza la maggioranza dei due terzi. In quest’Aula, che ha votato la legge sull’alienazione dei terreni sottoposta a referendum, spetta anche a noi valutare qual è la procedura più corretta da seguire. Conferire un bene a un istituto privato con la possibilità di entrata da parte di privati secondo me è come dire che lo Stato aliena i suoi beni, che non potrebbero più essere nella sua disponibilità. Trovo giusto e ragionevole che l’intervento del Consiglio attraverso la maggioranza dei due terzi avvenga in questa fase. Sono beni che possono essere posti a garanzia di determinate situazioni. L’attività delle Poste Spa mi risulta ancora oscura. Sarebbe il caso di avere delle informazioni, ma qui è una facoltà riservata alle interpellanze. Tenete fede alla legge sull’alienazione dei terreni. Non è certo che il Consiglio possa rideliberare su questi beni.

Ivan Foschi (Sinistra Unita): Se il conferimento oggi avvenisse senza i due terzi, intravediamo un possibile problema domani. Se il bene viene dato in garanzia è difficile da parte del Consiglio dare un parere contrario. Non so come è possibile retrocedere a livello giuridico. E’ meglio deliberare oggi con i due terzi. Se l’ente dovesse contrarre debiti o andare in fallimento, chi ci garantisce che i beni che fanno parte del patrimonio della società non possono essere aggrediti dai creditori?

Valeria Ciavatta (Ap): Sono stati messi in discussione l’iter e la trasformazione finale del nuovo ente. Quando c’erano le condizioni oggettive per evitare questo percorso tutti sono stati zitti. Io mi sentivo una mosca bianca. Non sono mai stata d’accordo su questo percorso. Ci troviamo con questo percorso avviato, cosa facciamo, abbiamo l’ente e non facciamo il conferimento? Avrei piacere che ci fosse un po’ più assunzione di responsabilità per decisioni che a monte si poteva pensare fossero fuori luogo o sproporzionate per la nostra realtà. Sul conferimento anche io ho dubbi sulla qualificazione giuridica data, se basta la maggioranza dei votanti o servono i due terzi. La Reggenza ha sentito un parere più che autorevole, mi adeguo all’indicazione fornita.

Marco Gatti (Pdcs): Lo Stato costituisce una società di diritto privato e detiene il 100% delle sue azioni. Gli enti sono dello Stato ma giuridicamente hanno una loro posizione. Oggi tutte le obbligazioni che assume lo Stato, direttamente o attraverso gli enti, da chi sono garantite? Dallo Stato stesso con i propri beni. Abbiamo una società di diritto privato alla quale saranno conferiti dei beni. Credo che molto bene si sia fatto nello scorso Consiglio quando sono state apportate due modifiche importanti allo statuto dell’ente Poste. Una prevede che la proprietà delle azioni, che è dell’Eccellentissima Camera, non è alienabile. E’ giusto che l’eventuale subentro di un altro socio debba avvenire in Consiglio e ottenere i due terzi dei voti per essere autorizzato. Chiederei al segretario questa modifica nel testo.

Giancarlo Capicchioni (Segretario di Stato alle Finanze): Si individua un servizio, postale e dei servizi finanziari connessi, attribuito a un soggetto di diritto privato nella forma della società per azioni. Quanto chiesto dal consigliere Gatti si può fare, il capoverso può essere modificato.

Denise Bronzetti (Indipendente): Mi permetto di dire al segretario, che definisce il provvedimento ‘tecnico’, che io lo ritengo un passaggio decisamente politico. La collega Ciavatta ricordava la sua contrarietà a suo tempo, alla quale aggiungo la mia personale di allora. E anche del partito di cui facevo parte, il Psd. Si diceva già allora, e oggi è evidente a tutti, quanto fosse azzardato prevedere già la trasformazione delle poste in un ente bancario – finanziario. Si potevano intravedere le turbolenze all’interno del settore bancario – finanziario. Il mercato a cui si riferisce è in difficoltà. Poteva essere a suo tempo un intervento più cauto e misurato. La modifica chiesta dal segretario del Pdcs Marco Gatti va valutata con attenzione nella terminologia usata. Soprattutto nella differenza tra ‘trasferimento’ e ‘cessione di beni’.

Le Repliche

Marco Podeschi (Upr): La precisazione di Marco Gatti non ci trova contrari. E’ una cosa in più. Così come scritto, “a soggetto diverso da quello pubblico”, vengono comprese le aziende autonome di Stato, che se volessero avere azioni delle Poste Spa non sarebbero assoggettate all’obbligo dei due terzi. Bisognerebbe quindi specificare che ci si riferisce allo Stato e agli enti pubblici, altrimenti è generico.

Elena Tonnini (Rete): I beni dello Stato devono richiedere i due terzi nella votazione del Consiglio, mantenere i due terzi sempre in ogni caso è più tutelante. Voteremo contro perché non condividiamo questo progetto, che è costoso per lo Stato e controproducente.

Vladimiro Selva (Psd): Il principio della maggioranza qualificata è opportuno per dare al conferimento una logica coerente con le future attività della società, come l’acquisizione di immobili con mezzi propri, che potrebbero poi essere rivenduti, così come sono stati acquistati. Siamo concordi nella possibilità di adottare la delibera con la maggioranza qualificata.

Segretario di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni: Si va con la votazione dei due terzi, non ho nulla in contrario.

La relazione è approvata

Comma numero 4.

Attuazione interventi di sviluppo economico: a) Approvazione convenzione “Luxury Department Store San Marino” b) Progetto di legge “Modifiche alla Legge 29 gennaio 1992 n.7 – Piano Regolatore Generale (P.R.G.) per l’attuazione di interventi di sviluppo economico” (II lettura)

Segretario di Stato per il Territorio Antonella Mularoni: In questi giorni sono state messe in giro notizie abbastanza in malafede. Siamo partiti da questa considerazione: da più parti ci si chiede di attivare progetti che possano generare sviluppo. Abbiamo colto questa opportunità del Polo del Lusso. L’area individuata è abbastanza vicina al confine e ben visibile. I promotori sono soggetti che da anni stabilmente si occupano di questo settore. E sempre con grande successo. La volontà è stata quella di confermare l’interesse di San Marino a portare avanti questo tipo di investimento. In questo periodo abbiamo pensato alla variante di Prg perché l’area interessata al momento non è edificabile. E’ bene dire che a fronte di un’area che diviene edificabile ce n’è un’altra che non lo sarà più. Lo ripeto perché sento molte strumentalizzazioni. Vorrei evidenziare alcuni elementi: 1) l’investimento prevede due fasi, la prima sui 60 milioni di euro mentre la seconda prevede 45 milioni di euro. La convenzione puntualizza quale parte sarà soggetta a finanziamento che, tra l’altro, ricordo che i privati hanno già reperito 2) noi abbiamo cercato con la proprietà di concentrarsi su alcune priorità del paese come rimettere in moto l’occupazione e il mondo del lavoro. Nella convenzione si chiede di privilegiare le imprese edili sammarinesi e l’occupazione sammarinese. Si parla di almeno 200 lavoratori occupati. Tra gli obblighi inseriti nella convenzione a carico dei privati: attività promozionale del centro nell’azione pubblicitaria che faranno con la specifica che il nostro Paese è patrimonio mondiale dell’Umanità. L’apertura del centro nella parte bassa del territorio deve essere un’occasione per tutto il territorio. Gli oneri di concessione sono stati quantificati intorno ai 2 milioni di euro. Questi oneri o sono pagati in denaro o sono convertiti nella realizzazione di un’opera pubblica. Noi abbiamo necessità in quell’area di nuovi parcheggi per consentire la trasformazione dell’area di Rovereta da industriale a commerciale. Nell’articolo 12 della convenzione abbiamo inserito una clausola per cui se entro 4 anni non venissero rispettati gli obblighi in convenzione i promotori cedono tutto (terreno e immobile) all’eccellentissima Camera al prezzo di un euro. Questo per dire che i privati non sono interessati a realizzare una cattedrale nel deserto. La spesa per la bretella sarà anticipata dai promotori e verrà da noi rimborsata se il centro parte e funziona. Il periodo che ci separa dall’inizio dei lavori venga colto come momento di riflessione perché questo insediamento possa diventare davvero una grande opportunità.

Relatore di maggioranza. Stefano Canti (Pdcs Ns): Prima di procedere con l’analisi dei lavori della predetta Commissione Consigliare mi sia consentito richiamare alla memoria le motivazioni per cui il Governo e la Maggioranza hanno inteso arrivare alla presentazione del Progetto di Legge in oggetto. Ora che la comunità internazionale ha chiaramente e ripetutamente riconosciuto il percorso virtuoso compiuto dalla Repubblica di San Marino, il Governo e la Maggioranza che lo sostiene – anche in attuazione del documento programmatico scaturito dalla recente verifica – sono impegnati a proseguire nel percorso di riforme atte a rendere il nostro Paese appetibile agli occhi di imprenditori esteri seri nell’ottica di rilancio e sviluppo dell’intera economia del Paese. In tale ottica, con il provvedimento in oggetto si propone di modificare l’attuale destinazione urbanistica di un’area di proprietà privata sita in località Rovereta prevista dallo strumento di Pianificazione Generale del Territorio da “Zona a Parco a Piano Particolareggiato” a “Zona a Progetto Speciale di Sviluppo” per consentire l’attuazione di un progetto utile allo sviluppo economico del Paese ed in particolare alla realizzazione di una infrastruttura privata denominata ‘Luxury Departement Store San Marino’ al cui interno verranno introdotti i marchi della moda e del lusso più rinomati a livello internazionale nonché per la modifica di un tratto della viabilità esistente ed il conseguente adeguamento della stessa al superiore progetto. E’ un progetto che consentirà un nuovo impulso all’occupazione in termini di lavoratori e lavoratrici oggi fortemente colpite dalla crisi economica che sta investendo la Repubblica di San Marino e che permetterà un consistente introito in particolare a livello di monofase. Nuove opportunità di lavoro e maggiori introiti della monofase significano di per sé minori uscite per gli ammortizzatori sociali e maggiori risorse da dedicare alle necessità di sviluppo infrastrutturale del Paese. Inoltre ulteriori opportunità positive sono rappresentate dalla promozione gratuita del sistema Paese che il nuovo Polo offrirà attraverso i principali siti di informazione nazionali e dall’aumento delle presenze in territorio ipotizzato in circa 2 milioni di visitatori all’anno. Infatti va detto che gli Outlet rappresentano un veicolo per i flussi turistici racchiusi all’interno di programmi di viaggio dei tour operator e che pertanto l’aumento delle presenze in territorio – contrariamente a quanto sostenuto dalle associazioni di categoria – non potranno che aumentare le opportunità di visita al cuore della Repubblica, patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. Per raggiungere tale scopo, dovranno essere chiaramente individuate ed attuate le opportune modalità per indirizzare nel Centro Storico della Città di San Marino il maggior numero possibile dei potenziali nuovi visitatori. Effettuata questa breve ma doverosa premessa, il Segretario di Stato per il Territorio e Ambiente, Antonella Mularoni, ha illustrato ai membri della Commissione le modifiche al Progetto di Legge rispetto a quello presentato ed approvato in prima lettura dal Consiglio Grande e Generale nella seduta del 25 aprile u.s., nonché a grandi linee gli aspetti fiscali che verranno inclusi nell’accordo che dovrà essere sottoscritto tra gli investitori e l’Ecc.ma Camera precisando, che ad oggi, vi sono ancora degli aspetti di tipo economico fiscale in procinto di essere definiti. Ha tenuto a precisare inoltre essere volontà del Governo, non appena definiti tutti gli aspetti economico fiscali, mettere al corrente i gruppi consigliari (di maggioranza e di opposizione) relativamente i termini dell’accordo finale: ciò al fine di dare la massima informazione per giungere alla prossima seduta consigliare con un apposito comma che preveda in primis l’approvazione del predetto accordo ed a seguire l’approvazione della Legge di Variante di PRG. Pertanto nel caso in cui l’aula consigliare non dovesse ratificare il superiore accordo, non si procederà neppure con la votazione del Progetto di Legge relativo alla Variante di PRG ed in tal caso i terreni siti in località Rovereta rimarranno con l’attuale destinazione urbanistica ovvero a “Zona a Parco a Piano Particolareggiato”. Ha riferito altresì non essere intenzione del Governo apportare modifiche sostanziali alle norme vigenti per la concessione di nuove agevolazioni fiscali bensì introdurre degli aggiustamenti per consentire l’adeguamento delle stesse alla portata del progetto imprenditoriale, mentre per le restanti agevolazioni fiscali verrà applicata ed interamente rispettata la Legge sullo Sviluppo. Il Segretario Mularoni in seguito ha illustrato gli aspetti tecnici – urbanistici della Variante al PRG, spiegando che la sottostazione elettrica non dovrà essere né trasferita né modificata in quanto il tracciato stradale prospiciente la sottostazione non subirà variazioni. I costi di realizzazione del nuova viabilità, comprensivi di quelli per lo spostamento delle reti e dei sottoservizi, saranno a cura e spese degli imprenditori; per ciò che attiene la nuova bretella stradale che dalla rotatoria centrale si collegherà con la SS 72 (Superstrada Rimini – San Marino), precisa che sarà oggetto di una trattativa con l’ANAS ed il Comune di Rimini, in ogni caso le spese di realizzazione della stessa saranno anticipate dagli investitori e rimborsate dall’Ecc.ma Camera mediante lo scomputo della monofase che verrà incamerata. Inoltre vi è la disponibilità da parte degli investitori di realizzare n.500 posti auto in più rispetto al carico urbanistico previsto dagli standard di Legge, utili all’Ecc.ma Camera per dare corso all’applicazione del principio recentemente introdotto all’art.8 della Legge 26 Gennaio 2015 N.8 che prevede la possibilità di monetizzare i posti auto qualora nuove realtà commerciali intendano insediare un’attività commerciale all’interno della Zona Produttiva di Rovereta. Il costo dei 500 posti auto inoltre sarà utilizzato per compensare le spese relative agli oneri di concessione edilizia nonché quelli relativi al valore di cessione delle aree pubbliche. Il Segretario Mularoni ha altresì illustrato la “compensazione”, vale a dire la proposta di variare la destinazione urbanistica – da “Zona Produttiva a Piano Particolareggiato” a “Zona Agricola” – di un’ampia zona di proprietà pubblica ad uso industriale non ancora edificata in località Cà Chiavello, Faetano, il cui pregio ambientale risulta certamente superiore a quello destinato al progetto imprenditoriale sito in località Rovereta. Ha riferito infine alla Commissione che la trattativa con gli imprenditori è in pieno svolgimento e che pertanto entro breve tempo si concluderà anche in considerazione del fatto che il gruppo Borletti – Dea ha chiesto di avere una risposta definitiva entro il mese di luglio, diversamente esaminerà l’opportunità dell’insediamento altrove, anche in zone limitrofe a San Marino. In definitiva il Governo e la Maggioranza temono che se non verrà fatto nulla per la paura del nuovo la Repubblica di San Marino non sarà destinata ad un grande futuro. Come già ricordato in premessa, occorre iniziare a ragionare con la consapevolezza che il mondo cambia rapidamente e che le risorse economiche che in precedenza entravano a San Marino oggi non entrano più, quindi occorre guardare avanti e porsi a livello internazionale come un Paese credibile ed appetibile agli investitori stranieri di alto livello.

Relatore di minoranza Augusto Michelotti (Su) in sostituzione di Franco Santi (Civico 10): Al momento della redazione di questa relazione elementi come quelli dei costi (diretti e indiretti) a carico della collettività non ci sono o, se ci sono, non sono a nostra conoscenza. Elementi utili a comprendere la bontà o meno di questa operazione per avere la possibilità concreta di farsi la giusta opinione e poter avanzare le più opportune considerazioni e argomentazioni. La cosa surreale è che quando questa relazione verrà letta questi elementi saranno già stati valutati dall’aula consiliare e determineranno in toto il destino del provvedimento che stiamo per esaminare. Senza gli elementi che dovranno essere oggetto di approvazione preventiva da parte del Cgg era veramente difficile prendere una posizione sul provvedimento in Commissione. Siamo di fronte a un Esecutivo in gravi difficoltà, che non riesce a dare risposte concrete alla crisi economica e occupazionale del paese e che è ostaggio di lotte intestine farcite di egoismo e testosteroni impazziti, che sta portando avanti una trattativa con una pistola alla tempia. Pronta a sparare il colpo del “Lo faccio dieci chilometri più in là”. L’unica scelta che al momento è stata fatta è quella del “speriamo che arrivi il salvatore della Patria con un sacco di soldi e l’idea giusta per sfruttare la nostra sovranità”. Che poi è una non scelta perché in perfetta continuità con gli ultimi 30 anni di storia del nostro Paese. In un contesto del genere è impensabile, quanto impossibile, mettere in campo programmazione e pianificazione in quanto le variabili in gioco sono completamente al di fuori della portata di chi deve determinare le scelte strategiche. Il progetto di legge mira alla trasformazione di una parte del nostro territorio da zona a Parco a zona edificabile per permettere la costruzione di circa 50 mila metri di superficie utile per il centro commerciale. Un intervento significativo in termini di impatto ambientale e impatto sul nostro sistema economico. Se è vero che il Gruppo Borletti-Dea ci metterà tanti soldi è altrettanto vero che lo Stato la sua parte la sta già facendo e che dovrà continuare a farla quando si dovranno concordare defiscalizzazioni, agevolazioni contributive e crediti d’imposta. A tal proposito: 1) la copertura dei costi relativi alla viabilità verranno anticipati dal gruppo Berlotti-Dea e restituiti dallo Stato con sconto pluriennali da programmare sugli incassi della monofase 2) Restano da definire modalità, tempistiche e certezza di intervento per quanto riguarda la parte che dovrà essere realizzata in Italia 3) Il versamento degli oneri di concessione verranno compensati con la realizzazione di circa 500 posti auto in più. Posti auto che potranno essere utilizzati dallo Stato nel caso di eventuali riconversioni delle aree già urbanizzate di Rovereta da produttive a commerciali. Su tutte le altre questioni la commissione non ha avuto contezza di nulla se non delle indicazioni del Segretario circa il fatto che la base di riferimento per ragionare di agevolazioni è quella della Legge sullo Sviluppo e che essendo l’ordine di grandezza dell’investimento di gran lunga superiore a quello previsto dalla stessa ci si dovevano attendere deroghe e modifiche ad hoc. Questa possibilità di costruire agevolazioni e condizioni come se fossero un vestito su misura a seconda del tipo e della dimensione dell’investimento rappresenta una criticità di questa iniziativa. Rappresenta un elemento di discrezionalità e di mancanza di regole chiare e definite per tutti che vanno ad inficiare la nostra capacità di attrazione come sistema Paese. Siamo contrari al ruolo di procacciatori di affari in capo alle Segreterie di Stato. Prassi sbagliata e foriera di guai. Per questo crediamo nella trasparenza delle procedure e percorsi predefiniti. Altra criticità riguarda l’impatto sul sistema economico: manca uno studio e una analisi sulle possibili conseguenze che questa nuova attività potrebbe portare alle attività già presenti sul territorio comprese quelle del centro.

Mariella Mularoni (Pdcs Ns): Questo progetto è strategico per il rilancio dell’economia e per dare speranze alle imprese e ai lavoratori. Oggi, a qualche mese dalla prima lettura, desidero confermare il mio pieno appoggio al progetto, consapevole che rappresenterà un’occasione di sviluppo per il Paese che non possiamo lasciarci sfuggire. Il futuro outlet aumenterà il flusso dei visitatori in Repubblica e nel centro storico. Non dobbiamo generare sospetto, dimostrando anche fuori Repubblica di aver preso le distanze dai metodi del passato, con un’economia sana data dal percorso di trasparenza che a fatica abbiamo intrapreso. Attraverso la realizzazione di questo progetto daremo una risposta ai disoccupati e risorse alle ditte sammarinesi che forniscono mano d’opera. Le proiezioni di fatturato prevedrebbero entrate consistenti con le imposte indirette. Non possiamo lasciare scappare gli investitori stranieri, troverebbero altre location vicino a noi. Il polo di Rovereta dovrà attrarre il flusso turistico da far confluire nel centro storico con interventi mirati.

Marino Riccardi (Psd): Il governo e la maggioranza hanno l’obbligo di fare le scelte. Non so se questa è la migliore, ma la maggioranza ci crede. E’ utile per il Paese. E’ meglio fare una scelta non ottimale che non fare scelte. Rispetto alla convenzione si menziona solo quello che lo Stato perde. Ma c’è solo un minore introito rispetto a quello che si andrebbe a incassare. Senza Polo del Lusso si incasserebbe ancora meno. Leggendo i giornali sembra che lo Stato spenda dei soldi. La legge sullo sviluppo prevedeva come investimento massimo 7 milioni di euro. Qui si parla di 105 milioni di euro. Diamo ai giovani un’opportunità lavorativa, dovranno fare sacrifici, lavorare nei week-end, fare corsi di formazione, ma l’alternativa è rimanere iscritti nelle liste di collocamento. Gli investitori hanno assicurato la disponibilità a far sì che vengano favorite le imprese sammarinesi per i lavori da fare. In questa fase il governo deve essere parte attiva per fare in modo che questo avvenga. Loro il primo anno faranno importazioni per 40 milioni di euro. Al 17% di monofase. Non è da trascurare. Dal terzo anno importeranno 60 milioni di euro. Vorrei tranquillizzare i commercianti. Non c’è competizione, ma opportunità.

Nicola Renzi (Ap): Chi ha detto che questa non è una buona idea è in minoranza. Si è detto che quella non era l’area in cui localizzare il Polo. Che poteva creare concorrenza. Che c’era lo scempio del territorio. Che serviva una compensazione. Dalla prima lettura si sono susseguiti quindi interventi che la maggioranza ha voluto fare in maniera autonoma, assumendosene la responsabilità. Le aree sulle quali inciderà il Polo del Lusso verranno trasformate. La rendita delle aree aumenterà. Andremo a tassare le plusvalenze di quelle aree. Sorvolo su chi aveva idee strane per argomentare la sua contrarietà sostenendo che i terreni dovevano essere prima espropriati, oppure che dovevano essere prima comprati dallo Stato a prezzo agricolo e poi venduti a privato ad altro prezzo. Credendo che venditori e acquirenti sarebbero stati d’accordo. Qualcuno ha volutamente messo in atto una campagna di disinformazione. Dicendo che non c’è stato confronto. La convenzione è stata resa pubblica prima della discussione in quest’Aula. Troppi investitori in passato sono fuggiti per trattamenti indecorosi ricevuti, basati su informazioni grossolanamente raggranellate. Ciò dovrebbe farci riflettere. Si sono dette cose false nel merito della convenzione. Si parla della costruzione di 200 posti auto di proprietà dell’Eccellentissima Camera di San Marino. Ma si preferiva dire che non si pagava niente, e che la struttura la pagava la repubblica di San Marino. Si creano posti di lavoro, c’è valore aggiunto in termini di attrattività turistica.

Ivan Foschi (Su): Non so se quella al di sotto del colorificio sia un’area di pregio. Ma non per questo non si può criticare la superficialità con cui è stata messa mano al territorio. Non si può procedere come se fosse il gioco delle tre carte. Servono scelte più oculate. L’altra considerazione amara è relativa alla scarsa appetibilità del nostro territorio a causa di burocrazia, carenze infrastrutturali, problemi nelle telecomunicazioni, poca certezza del diritto, il peso della politica nell’amministrazione pubblica e nell’economia. Non è specificato quali garanzie vengono poste a garanzia della somma erogata dalle banche. Qualora il convenzionamento avvenisse con banche sammarinesi chi garantisce i nostri istituti di credito? Ma soprattutto non viene specificata la ricaduta occupazione dell’investimento ossia il numero di sammarinesi che verranno assunti. In conclusione: a fronte di un investimento molto importante che avrebbe potuto generare nuovi flussi turistici non ci pare che il Governo abbia saputo gestire nella maniera adeguata la trattativa. Ci dichiariamo contrari alla convenzione insoddisfacente. A fronte di costi tutt’altro che marginali non corrispondono adeguati benefici.

Andrea Zafferani (Civico 10): Ben vengano gli investimenti privati ma solo se sono davvero privati. Se lo Stato foraggia investimenti allora alcune valutazioni sono necessarie. Una delle cose che più uccide il nostro paese in termini di attrattività è la discrezionalità che porta i Governi di questo paese a modellare norme su misura dell’imprenditore di turno. Nell’era della trasparenza messaggi come questi sono devastanti. Le leggi dovrebbero essere chiare, precise e uguali per tutti. Se decidiamo di incentivare il commercio delle grandi dimensioni occorre fare una legge di settore con condizioni diverse anche dal normale ma che siano valide per tutte le aziende che intendono venire a San Marino per investire in quel settore. Gli accordi ad hoc fanno parte della vecchia politica che noi combattiamo in tutti i modi. Non siamo contrari all’idea di avere grandi strutture commerciali avevamo però chiesto 4 cose per accompagnare questo investimento: 1) tassazione sui grandi patrimoni che consenta di mettere sul mercato capannoni sfitti da riconvertire senza consumare nuovo territorio 2) Interventi di perequazione e compensazione 3) Prevedere da parte degli investitori delle garanzie per lo Stato a fronte dei benefici concessi 4) Mettere immediatamente in campo un piano operativo per creare un collegamento tra il commercio che si creerà nell’Outlet e il nostro sistema turistico. Abbiamo ottenuto nella convenzione solo un punto informativo nell’Outlet. Inaccettabile poi che vengano azzerati gli oneri di concessione: perdiamo più o meno 5 milioni di euro a fronte della realizzazione di un parcheggio totalmente inutile. Voteremo contro.

Elena Tonnini (Rete): Voglio rassicurare il Segretario sul fatto che siamo normodotati e che sappiamo leggere. Non crediamo alle fandonie però. Il progetto Rovereta ha un impatto sull’intero paese. Un impatto prima di tutto di carattere ambientale. La compensazione è una faccia che ha fatto solo emergere l’improvvisazione del Governo. Altro impatto è quello di carattere socio-economico. Non è stato valutato se il gioco vale la candela: si offrono 200 posti di lavoro ma quante attività chiuderanno a causa del Polo del Lusso? Il contesto in cui si vota questo Consiglio poi è emblematico: tra un congresso straordinario convocato ad agosto e la voluntary disclosure. Non c’è stato confronto con la cittadinanza. Solo una serata organizzata dalla giunta di castello in cui il Segretario Mularoni ha illustrato le diapositive che hanno presentato i privati. Ma non si sarebbe dovuta limitare a fare quello. Non sono stati dati i dati alla popolazione.

Nicola Selva (Upr): Non mi piacciono gli interventi di chi dice che andrà tutto bene. Alcuni consiglieri sono un po’ troppo superficiali. Upr non è contraria a prescindere a progetti di investimenti da parte di esteri come questo. E’ doveroso dare chiarimenti per capire le ricadute nel Paese. Abbiamo detto che avremmo preferito che il progetto fosse stato realizzato in una zona già edificata, evitando la variante al piano regolatore. Non ci è piaciuto il meccanismo della compensazione. Nella convenzione ci sono incentivi e sgravi fiscali per il gruppo degli investitori. Il progetto prevede un grande investimento, ci preoccupa il credito agevolato che dovrebbe pagare negli interessi lo Stato, la cifra potrebbe essere grande. I lavoratori saranno 200, e non è specificato quali e quanti saranno sammarinesi. Quali garanzie per lo Stato se l’investimento dovesse fallire? L’esposizione per lo Stato, a nostro avviso, è alta. Ci sono anche lati positivi. Il segretario ha presentato la convenzione in modo trasparente. Come onere di concessione gli investitori faranno un parcheggio, anticiperanno la cifra per la strada di collegamento con la superstrada, faranno promozione. C’è molta apprensione fra i commercianti, si parla di un centro storico in miniatura che potrebbe fargli concorrenza. La convenzione lascia molte perplessità, ma va dato atto che c’è il tentativo di portare avanti un’attività nuova di sviluppo sul territorio.

Guerrino Zanotti (Psd): L’investimento porterà vantaggi all’economia di San Marino, in termini di assunzione di personale, di introiti, di versamenti Igr. Dico ‘no’ ai toni trionfalistici, ma anche a quelli drammatici, che sono fuori luogo. Il contenuto della convenzione non è assolutamente oro, certo, il governo nella trattativa ha dovuto cedere in qualche modo di qualche aspetto, e su altri aspetti ha ottenuto condizioni migliori. Le deroghe sul tetto al credito agevolato riconosciuto non comportano un rischio o un costo superiore per San Marino. Se all’interno del centro ci fossero state nella prima fase una quarantina di negozi (ogni attività può accedere singolarmente al credito agevolato) lo Stato si sarebbe dovuto accollare il 70% di interessi e probabilmente l’impegno finanziario per lo Stato sarebbe stato superiore a quello che si accolla oggi.

Oscar Mina (Pdcs Ns): Si propone di modificare la destinazione urbanistica di un’area da parco a zona progetto speciale di sviluppo per permettere questa infrastruttura privata. Questo progetto rappresenta un’opportunità. Il mercato del lavoro è in stagnazione. Si forniranno risposte adeguate in termini occupazionali a breve, medio e lungo termine. Meno uscite con gli ammortizzatori sociali. Ulteriori risorse da dedicare allo sviluppo infrastrutturale del Paese. Entro il 2017 si prevede una prima fase da 65 milioni di euro di investimento, la seconda è da 40 milioni. Il 40% avviene con risorse degli investitori, il 60% con il credito agevolato. Partendo da studi di mercato gli investitori hanno evidenziato le potenzialità di un investimento in questa zona. Hanno enunciato che se l’investimento non si farà a San Marino, si farà nelle zone limitrofe. L’insediamento potrebbe mutare il trend negativo sulla presenza dei visitatori, stimata in 2 milioni di unità all’anno. Se non si farà nulla per timore delle novità la Repubblica non sarà destinata a un buon futuro. Il mondo cambia rapidamente, le risorse che avevamo in passato non arriveranno più. La capacità di guardare avanti è fondamentale, soprattutto sul piano internazionale. Mi hanno stupito le critiche del sindaco di Rimini nei confronti di questo progetto. E’ stato probabilmente incalzato da qualche gruppo economico, non credo meriti risposta. Mi chiedo se mai la Repubblica abbia interferito nella realizzazione di strutture oltre confine. Bisognerà indirizzare nel centro storico i nuovi visitatori.

Stefano Canti (Pdcs Ns): Questo è un progetto che può rilanciare l’economia del paese e l’aspetto occupazionale del paese. Un progetto che può essere un volano per altri imprenditori che vorranno sviluppare la propria impresa nella Repubblica di San Marino. Senza entrare nel merito dell’aspetto fiscale e commerciale della cosa vorrei entrare nell’aspetto urbanistico. Per la prima volta abbiamo un imprenditore che si impegna a prendersi cura di tutti gli spostamenti e le opere di urbanizzazione. La prima volta. Concludo ribadendo l’opportunità di sviluppo che rappresenta questo progetto. Può dare una risposta seria a tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro.

Valeria Ciavatta (Ap): Il metodo. Vorrei ricordare che ancora oggi c’è chi accusa maggioranza e governo di aver agito con opacità ossia senza trasparenza. E’ vero esattamente il contrario. Sono iniziati gli incontri fin dall’avvio di questo percorso. Anche incontri pubblici aperti alla popolazione. Si tenga in considerazione questo particolare modo di lavorare che dovrebbe essere fatto proprio in ogni circostanza. Non è la prima volta che succede. L’attacco contro questa ipotesi di realizzazione è arrivata contro la variante del Prg per la trasformazione delle aree: prese di posizione esagerate rispetto agli impatti reali. L’accordo prevede interventi urbanistici come mai avvenuto prima secondo una visione di riqualificazione di quella zona. Gli investitori non sono soggetti sconosciuti o non stimati in ambienti internazionali. Sono legittime certe critiche e preoccupazioni se queste non sono poste in materia strumentale. Chi muove certe critiche raccontando falsità lo fa solo perché vuole che non si realizzi alcunché. Attaccare le persone solo per sottrarre consenso elettorale alle altre forze politiche. Tutti dobbiamo cercare di collocare certi tipi di comportamenti laddove devono stare: strumentalizzazione politica.

Lorella Stefanelli (Pdcs Ns): Qualche anno fa si parlava di un investimento dell’Ikea a San Marino ma poi il colosso svedese aprì a pochi chilometri da qui. Lo stesso dicasi per le Befane. Due grandi occasioni perse. Avrebbero portato lavoro, occupazione e introiti ragguardevoli grazie alla monofase. La nostra Repubblica disse “no” all’epoca perché erano gli anni delle vacche grasse. Fu comunque un errore di prospettiva. La piazza finanziaria non poteva sostenere da sola il nostro sviluppo economico. Fu un errore pensare solo al presente e non aver diversificato gli investimenti per soggiacere a logiche clientelari. Oggi si presenta un’altra opportunità per un target di alto livello. E’ un’opportunità di sviluppo che ha grande valenza sotto il profilo dell’attrattività di ulteriori investimenti stranieri. Cogliamo questa opportunità. Sono figlia di commercianti e comprendo le loro preoccupazioni ma non condivido le loro richieste di un “No”. Non tutti i loro clienti saliranno a San Marino nel centro storico ma è innegabile che l’impegno preso dal Governo e fatto recepire nella convenzione potrà portare i turisti dell’outlet ad allungare il proprio percorso oltre i confini di Dogana. Se poi il Governo volesse prevedere forme di collegamento veloci al centro questo sarebbe aspetto migliorativo. Non è con il “No” che si va avanti. Ma solo con una politica al rialzo. Una politica propulsiva e costruttiva. Impiantiamo nel centro storico altre attività commerciali di alto livello. Il Governo sta portando avanti trattative e confido in una loro rapida approvazione.

Tony Margiotta (Su): Noi volevamo discutere questo comma nel mese di settembre. Perché questo progetto andrà a coinvolgere un’intera comunità e dunque era importante coinvolgere l’intera comunità sammarinese illustrando tutti i termini dell’accordo. E’ stato fatto ma non con l’accordo concluso. Era importante effettuare passaggi fondamentali per creare quel percorso virtuoso che la maggioranza ha evidenziato. Sul fronte degli appalti: credo che debba essere coinvolto l’intero settore e non solo una parte con un consorzio ad hoc. Dobbiamo aiutare un settore in difficoltà. L’occupazione: dobbiamo garantire al 100% l’occupazione dei nostri disoccupati.

Il Consiglio Grande e Generale si conclude con l’intervento del consigliere Margiotta. La seduta riprenderà mercoledì alle ore 9.

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