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San Marino, Osservatorio del Commercio: la relazione annuale sul settore

da Redazione

Per quanto riguarda il fatturato, il dettaglio mantiene lo stesso livello dello scorso anno mentre l’ingrosso e gli intermediari presentano un forte calo sia per l’import che per l’export.

 

SAN MARINO – Martedì 30 giugno 2015, si è riunito l’Osservatorio del Commercio per la relazione annuale sul settore.

Il Presidente Libero Barulli, nell’esporre i dati relativi all’anno trascorso, ha rimarcato che Il 2014 ha visto un calo diffuso di imprese in tutto il comparto del commercio, investendo anche il commercio al dettaglio che negli anni passati era rimasto quasi indenne. Trenta unità in meno nel commercio all’ingrosso e intermediari del commercio, ventisei in meno nel commercio al dettaglio e sei in meno nel commercio, manutenzione, riparazione auto- moto

Significativi cali si registrano anche nel numero di addetti in entrambi i settori.

Diversa la situazione per quanto riguarda i dipendenti, perché mentre l’ingrosso subisce un calo di un centinaio di occupati, il dettaglio presenta, anche se di poco un segno più, ma soprattutto aumenta il numero dei residenti di sessantotto unità, rafforzando ulteriormente l’effetto sostitutivo che è in atto anno dopo anno a favore dei dipendenti residenti.

Per quanto riguarda il fatturato, il dettaglio mantiene lo stesso livello dello scorso anno mentre l’ingrosso e gli intermediari presentano un forte calo sia per l’import che per l’export.

Si conferma, anche per il 2014, il consistente introito netto della imposta monofase che è di 51 milioni, in aumento di 3 milioni e mezzo rispetto al 2013.Un importo che fa del commercio il comparto economico che assicura la quasi totalità dell’entrata in questa voce di bilancio dello Stato.

Le prospettive future sono fonte di forte preoccupazione per gli operatori, perché oltre alla persistente crisi dei consumi in Italia e al crollo dei turisti russi, si sono aggiunte, le problematiche della Smac fiscale che ingenera tensioni e conflittualità, snaturando e depotenziando la sua funzione primaria di incentivazione dei consumi in territorio, e le vicende del polo del lusso che potrebbe avere effetti devastanti su decine e decine di attività e su centinaia di occupati nel settore.

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