In questa giornata dove si festeggia la donna e i diritti conquistati nel corso degli ultimi 100 anni, vogliamo ringraziare tutte le donne e gli uomini che hanno reso possibile l’introduzione nella nostra Repubblica della legge che sancisce la parità di diritti tra uomo e donna, tutti coloro che si sono battuti per il diritto di voto alle donne, per la parità di salario tra uomini e donne, per il mantenimento della cittadinanza alle donne e per la creazione di tutti quei servizi sociali che hanno reso possibile alle donne entrare nel mondo del lavoro ed in piccola parte nelle istituzioni.
È recentissima l’emanazione in Consiglio Grande e Generale, su proposta di un gruppo di donne, della legge per contrastare la pratica delle dimissioni in bianco. La nuova normativa prevede che sia il lavoratore o la lavoratrice a recarsi all’ufficio del lavoro per firmare il modulo di richiesta delle dimissioni: una modalità che punta a impedire il subdolo ricatto che gli esercitavano gli imprenditori facendo firmare ai dipendenti un foglio in bianco.
Questa legge è un ulteriore tassello utile a colmare qualsiasi vuoto legislativo per la difesa del lavoratore e soprattutto delle lavoratrici, le più colpite da questo fenomeno. L’impegno del sindacato è volto ad ampliare i diritti dei lavoratori e in questo momento di crisi diventa necessario monitorare con attenzione regole e legislazioni che possono prestarsi a interpretazioni distorte e a tentativi di restringere conquiste sociali. In alcuni casi chiediamo controlli più precisi perché le regolamentazioni vengano utilizzate nel modo corretto.
E’ il caso delle assunzioni part-time, ad esempio, che talvolta i datori di lavoro usano come paravento per pagare meno contributi , ma poi nella realtà la lavoratrice svolge l’intero orario di lavoro oppure presta la sua opera in maniera non continuativa. Insomma: una incettabile violazione e una palese distorsione di una legge nata per agevolare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro.
Celebrare l’8 marzo senza retorica significa dunque affermare che l’emancipazione e la tutela delle donne è un processo in continua evoluzione, che i diritti del mondo del lavoro e quelli delle lavoratrici devono rimanere al centro del dibattito politico, per una continua rivoluzione culturale che attraversa tutta la società e pone le basi per una civiltà più inclusiva, ovvero capace di dare pari opportunità ai suoi cittadini sapendo cogliere il valore aggiunto che ognuno porta con sé.
Le donne della CDLS