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San Marino, la lettera di Tony Margiotta (Sinistra Unita) sullo scudo fiscale

da Redazione

SAN MARINO – Sabato scorso Renzo Giacobbi, presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese, ha proposto lo scudo fiscale come soluzione all’emorragia che ha colpito il nostro sistema bancario negli ultimi anni. In pratica vorrebbe offrire ai sammarinesi che hanno portato all’estero (e non solo in Italia) i propri capitali, la possibilità di poterli rimpatriare senza subire alcuna tassazione, con la motivazione che “la normativa fiscale sammarinese non associa il reato di esportazione di capitali con il reato fiscale”. Giacobbi infatti non si spiega perché un sammarinese debba essere tassato per riportali in patria visto che la legge non gli ha proibito di portarli all’estero.

Il suo ragionamento sembra non fare una piega, ma il punto è: questo sammarinese ha versato al suo Paese le tasse su quei capitali? Sembra proprio di no, e per questo la soluzione proposta ci sembra inopportuna e inaccettabile, e soprattutto offensiva per tutti i sammarinesi chiamati, nel prossimo futuro, a sacrifici in nome del risanamento dei conti pubblici. Infatti questi capitali non andrebbero a risanare il bilancio dello Stato, ma solo a rimpolpare le casse del sistema bancario. Poi è lecito chiedersi perché questi capitali siano stati portati all’estero, viste le condizioni di assoluta concorrenzialità con i sistemi esteri offerte dal sistema bancario sammarinese ai risparmiatori. Occorre anche domandarsi la provenienza di questi capitali, ma possiamo immaginarcela.

Forse il Presidente dell’Associazione Bancaria non ricorda che il sistema bancario negli ultimi anni è stato aiutato e sostenuto da risorse statali a “fondo perduto” o quasi, contribuendo così al prosciugamento delle casse dello Stato. Forse il Presidente dell’Associazione Bancaria non si è accorto che San Marino sta attraversando una delle crisi più gravi degli ultimi decenni, dove la disoccupazione ha raggiunto percentuali impensabili fino a pochi anni fa, il 6,9% (1493 persone) secondo gli ultimi dati, e solo nel 2013, ogni tre giorni ha chiuso un’azienda.

In aggiunta poi, dalle ultime dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, l’uscita dalla black list, condizione indispensabile al rilancio dell’economia sammarinese, sembra ancora molto lontana.

Invece di invocare soluzioni utili solo a propri interessi egoistici, il sistema bancario dovrebbe attivare finanziamenti agevolati per nuove idee di impresa e start up nel territorio – nostre vere “ricchezze” per dare opportunità di sviluppo e di lavoro alla nostra comunità – e diventare così parte attiva della rinascita dell’economia sammarinese.

Non è più tempo di pensare solo al proprio orticello, oggi dobbiamo pensare agli interessi del nostro Paese, San Marino.

 

Tony Margiotta, Sinistra Unita

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