Home NotizieSan Marino San Marino, Piada Più: non giustificato il ricorso al contratto di addestramento

San Marino, Piada Più: non giustificato il ricorso al contratto di addestramento

da Redazione

Costi sono interamente a carico dell’ISS. In molti casi gli incentivi previsti dall’articolo 20 del “Decreto Mussoni” sono utilizzati in modo improprio. La CSU rinnova la richiesta di superare questo articolo.

 

SAN MARINO – Desta quantomeno perplessità la decisione del medico del lavoro aziendale dell’azienda Piada Più di Galazzano, che ha dichiarato l’inidoneità totale permanente per due lavoratrici, il cui caso è stato sollevato pubblicamente. A noi non risulta che siano sopraggiunte negli ultimi tempi novità significative nel loro stato di salute: allora perché, dopo diversi anni, oggi ha dichiarato l’inidoneità totale permanente?

Al posto di queste due lavoratici, che con il giudizio espresso dal responsabile della medicina del lavoro dell’ISS, di inidoneità totale ma temporanea, sono state collocate in malattia fino ad aprile, sono state assunte altre due lavoratici, più una terza per sostituire una maternità.

Tutte e tre assunte con l’articolo 20 del famigerato “Decreto Mussoni”, che prevede il contratto di formazione e addestramento, ovvero una forma di assunzione in cui per due mesi la retribuzione dei lavoratori è totalmente a carico dell’ISS, ovvero della Cassa Ammortizzatori Sociali, finanziata dai lavoratori dipendenti e dai datori di lavoro. Quale ulteriore incentivo, lo stesso articolo 20 prevede, in caso di assunzione a tempo indeterminato dopo i due mesi, il pagamento sempre da parte dell’ISS per altri 18 mesi del 50% dei costi del dipendente (retribuzione e contributi).

Peraltro, l’utilizzo del contratto di formazione e addestramento, per mansioni come quella all’interno della Piada Più di Galazzano, ci sembra del tutto impropria, perché si tratta di una funzione che non richiede un particolare addestramento, tanto che le altre lavoratici dell’azienda sono tutte inquadrate come operaie comuni. Questo strumento può giustificarsi semmai solo per mansioni di una certa complessità, che richiedono realmente una fase di addestramento e formazione.

In generale, questa anomalia nell’applicazione dell’articolo 20 del decreto Mussoni, si verifica da parte di molte aziende che utilizzano gli incentivi concessi da questa norma. Per questo, fin dall’insediamento del nuovo Governo, la CSU ha chiesto al Segretario per il Lavoro Iro Belluzzi la cancellazione di questo articolo, proprio per evitare tali abusi che si traducono in un utilizzo improprio di significative risorse dell’ISS. Questa vicenda ripropone ulteriormente la necessità di superarlo. Si pensi che nel 2012 le risorse utilizzate per gli incentivi dell’articolo 20 sono state pari a due milioni di euro. Mettere fine a tutti i possibili abusi è più che mai necessario.

La proposta di legge del Segretario per il Lavoro sulla riforma degli ammortizzatori sociali, prevede effettivamente una sostanziale modifica agli incentivi alle imprese. Su tale provvedimento, che contiene anche altre misure, non tutte da noi condivise, la CSU ha già avanzato le proprie proposte. Chiediamo che vengano tenute nella necessaria considerazione e che si proceda rapidamente alla approvazione di tale dispositivo da parte del Consiglio Grande e Generale.

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