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Italia – San Marino, doppie imposizioni fiscali: semaforo verde alla ratifica della convenzione

da Redazione

Tanto tuonò, che alla fine piovve. Dopo un lunghissimo tira e molla, è arrivato il tanto sospirato semaforo verde. Quindi è fatta? Non proprio…

 

Tanto tuonò, che alla fine piovve. Dopo un lunghissimo tira e molla, è arrivato il tanto sospirato semaforo verde – da parte italiana – sulla ratifica della convenzione tra Italia e San Marino contro le doppie imposizioni fiscali.

La nota arriva direttamente dal Governo italiano – Presidenza del Consiglio dei Ministri:

“Il Consiglio dei Ministri, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti (…), su proposta del Ministro degli affari esteri, ha ratificato i seguenti atti internazionali: Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali. Si tratta di un ulteriore tassello della già vasta rete di strumenti analoghi per evitare le doppie imposizioni stipulati dall’Italia. La conclusione con San Marino di una Convenzione per evitare le doppie imposizioni, e del relativo Protocollo di modifica, costituisce un rilevante complemento all’insieme dei rapporti finanziari e commerciali intrattenuti dall’Italia con quel Paese. È un valido quadro giuridico-economico di riferimento per gli operatori economici italiani, ed allo stesso tempo garantisce l’interesse generale dell’Amministrazione finanziaria italiana. La struttura della Convenzione ricalca gli schemi più recenti accolti sul piano internazionale dall’OCSE, con particolare riferimento allo scambio di informazioni fiscali ed al superamento del segreto bancario”.

Una vistosa schiarita nei rapporti tra i due Stati, che però arriva in un momento non proprio felice: l’esecutivo tecnico (ma davvero è così?) guidato da Monti ha alcune belle gatte da pelare. In sole 24 ore, la situazione italica è davvero cambiata. La pietra dello scandalo è stata lanciata da Corrado Passera, che ha utilizzato parole poco lusinghiere sulla ridiscesa di Silvio Berlusconi in politica. L’effetto-domino è stato immediato: fiducia con brivido ieri al Senato per il governo di Mario Monti a causa della defezione del Pdl, che non ha partecipato al voto in segno di protesta contro le critiche mosse dal ministro Corrado Passera. Il partito del centrodestra si è astenuto anche sul voto di fiducia chiesto alla Camera. Il governo di fatto ha perso la propria maggioranza politica facendo dire alla capogruppo del Pd Anna Finocchiaro che il premier dovrebbe rimettere il mandato nelle mani del presidente Giorgio Napolitano, il quale ha parlato di “tensioni politiche pre-elettorali che anche fuori d’Italia possono essere comprese senza suscitare allarmi sulla tenuta istituzionale del nostro paese”.

Certo, sarebbe abbastanza sciocco far cadere il governo Monti in dirittura d’arrivo (in primavera gli italiani torneranno alle urne).

Speriamo solo che queste sabbie mobili non rallentino l’iter burocratico e la piena attuazione dell’operatività dell’accordo: San Marino sta alla finestra, in attesa di ulteriori sviluppi.

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