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San Marino, la pura demagogia (del sindacato). Di Alberto Rino Chezzi

da Redazione

SAN MARINO – Di demagogia se n’è fatta parecchia ultimamente, come non se n’era mai vista.

La più incredibile e pericolosa e quella delle Organizzazioni Sindacali facenti capo alla CSU.

Proporre la reintroduzione del meccanismo della scala mobile, causa il muro imposto dall’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese, è già una chiara abdicazione delle proprie prerogative di contrattazione e la negazione all’individuazione di nuovi sentieri di relazioni industriali.

Soprattutto dopo aver firmato un rinnovo contrattuale nella Pubblica Amministrazione a costo zero.

Anche la scelta dell’attacco alla riforma tributaria, con il conseguente sciopero generale e la rinnovata gogna per la categoria dei lavoratori autonomi e delle piccole e medie imprese, è un distillato di demagogia allo stato puro.

Si è persino scomodato in estate anche il povero babbo natale che si stava godendo il meritato riposo.

La ricerca dell’equità fiscale e la lotta all’evasione sono un falso problema. La verità e che abbiamo sempre pagato poco d’imposte.

Soprattutto i lavoratori dipendenti. Introdurre meccanismi quali gli studi di settore o tassare per categorie di reddito le diverse tipologie di lavoro è la più grande discriminazione che si possa fare.

E per assurdo è proprio questo che va contro i principi di equità fiscale e non combatte certamente eventuali fenomeni di evasione fiscale.

Pur di mantenere inalterata l’elefantiaca macchina del pubblico impiego con tutti i suoi privilegi, prerogative e indennità, si preferisce deprimere se non sopprimere quelle poche mucche, rimaste a dare un po’ di latte al nostro sistema oramai divenuto asfittico.

Ma ecco che, come una magia, la politica rinnovatasi nella nuova santa alleanza tra Democrazia Cristiana e Democratici Sammarinesi, tratta immediatamente con la CSU per tarare la riforma tributaria sulle esigenze demagogiche delle Organizzazioni Sindacali.

Anche quest’atteggiamento testimonia che, invece di sedersi a un tavolo con le Associazioni Imprenditoriali per trovare soluzioni condivise e obiettivi unitari per salvaguardare il lavoro prima di tutto e quel poco di economia sana rimasta, si preferiscono la divisione e lo scontro.

Peccato che la cittadinanza cominci a ragionare con la propria testa. La nostra comunità inizia ad avere una forte consapevolezza sulla necessità che la politica torni a fare la politica, che chi governa governi veramente senza dover mediare su tutto, che le organizzazioni sindacali tornino a difendere il lavoro e i lavoratori e che le associazioni imprenditoriali tornino a occuparsi d’impresa e rilocalizzino le loro attività.

Che ognuno faccia la sua parte.


BLOGGING BY: Alberto Rino Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com

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